Assunzioni in caduta libera, il Piemonte cerca personale, ma non lo trova


Le previsioni occupazionali delle imprese piemontesi per febbraio 2025 mostrano un trend in flessione rispetto all’anno precedente. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono circa 23.960 i contratti programmati, un dato che sale a 74.400 proiettando l’analisi al trimestre febbraio-aprile 2025. Il confronto su base annua e su base trimestrale, però, conferma la diminuzione delle entrate previste sia per l’industria sia per i servizi.

Entrate previste a febbraio 2025

Calo su base mensile e trimestrale

Le imprese piemontesi prevedono 3.410 assunzioni in meno rispetto a febbraio 2024, pari a una variazione tendenziale del -12,5%. A livello trimestrale, invece, la riduzione è di 10.760 entrate in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. A livello nazionale, si registra una lieve crescita della domanda di lavoro nei servizi (+0,5%), mentre il settore manifatturiero e quello delle costruzioni appaiono in flessione (-4,2% e -3,7%).

Il peso del Piemonte nel Nord Ovest e in Italia

Le assunzioni in Piemonte per febbraio 2025 rappresentano il 21,8% delle 110.100 complessive previste nel Nord Ovest e il 5,9% del totale nazionale, stimato intorno alle 404mila entrate. Analizzando le dimensioni aziendali, il 57,8% dei contratti riguarda micro e piccole imprese (1-49 addetti), il 20% concerne medie imprese (50-249 addetti) e il 22,2% interessa grandi realtà con oltre 250 dipendenti.

Contratti e tipologie di inserimento

Il 76,3% delle entrate sarà costituito da personale dipendente, in crescita rispetto al 66,7% di gennaio. In calo, invece, la quota di lavoratori somministrati (14,4%) e di collaboratori (2,4%). Continuano a dominare i contratti a tempo determinato, con il 58% delle entrate programmate e un aumento di otto punti percentuali rispetto al mese precedente. Segue il tempo indeterminato con il 30% (in calo di 7 punti), mentre l’apprendistato si attesta all’8%.

Livelli di istruzione e aree professionali

Delle 23.960 entrate previste, il 16% è destinato a laureati (in flessione di tre punti percentuali su gennaio), il 28% a diplomati, mentre qualifiche o diplomi professionali e scuola dell’obbligo si assestano rispettivamente al 34% e al 22%. A febbraio, il 22% delle assunzioni sarà rivolto a professioni commerciali e dei servizi, il 31% a operai specializzati e conduttori di impianti, il 23% a dirigenti, specialisti e tecnici, solo l’8% a impiegati e il 16% a profili generici.

Confronto fra industria e servizi nel trimestre

Proiettando l’analisi al trimestre febbraio-aprile 2025, i servizi confermano la loro importanza con 48.430 entrate, pari al 65,1% del totale (circa 7.410 in meno rispetto al medesimo trimestre del 2024). L’industria prevede 25.970 ingressi, il 34,9% del totale e un calo di 3.350 unità su base annua. Nel comparto industriale, le costruzioni giocano un ruolo significativo con 7.250 entrate (il 9,7% delle previsioni complessive).

I settori più coinvolti

All’interno dei servizi, il commercio assorbe la fetta maggiore con 10.340 ingressi (13,4%), seguito dai servizi alle persone (9.900 entrate, 13,3%) e dal turismo (8.780 ingressi, 11,8%). Tra le professioni industriali, si evidenziano soprattutto i lavori edili e l’artigianato specializzato.

Giovani, immigrati ed esperienza richiesta

Circa un’assunzione su tre (31%) è rivolta a giovani under 30. Nel 19% dei casi, le aziende prevedono di assumere personale immigrato. Il 62,2% delle imprese cerca candidati con esperienza specifica o settoriale, mentre il 23,8% richiede soluzioni creative e innovative. Il 13,9% dei neoassunti, infine, avrà responsabilità di coordinamento.

Aree di inserimento e mismatch

Il 42% delle entrate riguarda l’area produzione di beni e servizi, il 18% le aree commerciali e di vendita, e un ulteriore 18% le aree tecniche e di progettazione. La logistica pesa per il 12%, mentre amministrazione e direzione si fermano al 5% ciascuna.

Il mismatch tra domanda e offerta coinvolge il 49,7% delle assunzioni: un dato superiore di quasi 2 punti rispetto a quello nazionale (47,9%). Il 31,3% delle imprese denuncia carenza di candidati, mentre nel 14,2% dei casi la causa è la preparazione inadeguata.

Professioni e settori più in difficoltà

Le maggiori criticità di reperimento riguardano gli operai specializzati e i conduttori di impianti (62% di difficoltà) e i dirigenti, professioni altamente specializzate e tecnici (51,5%). Spiccano i dati di operai addetti alle rifiniture nelle costruzioni (85,4% di assunzioni difficoltose) e dei medici (93,1%). Anche i servizi sanitari e sociali soffrono di carenza di personale (66,9%), così come alcune figure non qualificate nei servizi di custodia (52,2%).

Professioni più difficili da reperire in Piemonte febbraio 2025

Professioni più difficili da reperire in Piemonte febbraio 2025

Titoli di studio e criticità di reperimento

Le difficoltà più marcate si registrano per i laureati (51,4% della domanda è di difficile copertura), in particolare per gli indirizzi medico-odontoiatrico (92,1%), chimico-farmaceutico (79,8%) e insegnamento e formazione (64,8%). Anche per i diplomati degli ITS Academy si evidenziano criticità (60,5%). Nell’istruzione secondaria (46,2% di difficoltà), i picchi più alti riguardano gli indirizzi produzione e manutenzione industriale (67,8%) e socio-sanitario (64,2%). Le imprese faticano, infine, a trovare candidati con qualifiche professionali (53,6%), in particolare per gli indirizzi impianti termoidraulici (87%) ed elettrico (81%).

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