Che la Campania scenda in piazza: corteo di resistenza contro il DDL 1660

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Domenica 22 febbraio 2025 si terrà in Campania il corteo regionale di resistenza contro il DDL 1660.

Il DDL 1660, conosciuto come DDL “Sicurezza”, è un decreto (la cui prima lettura è stata approvata dalla Camera con 162 voti favorevoli) che in realtà con la sicurezza non c’entra proprio niente.

Probabilmente gli è stato affibbiato questo nome nel tentativo di mascherare la sua vera natura e farlo passare per ciò che non è, illudendo le persone di un falso senso di sicurezza.

Il DDL 1660, portato avanti dall’attuale governo italiano e attualmente in esame al Senato, è stato presentato come un decreto che avrebbe garantito ai cittadini italiani maggiore tutela e sicurezza, ma basta una lettura del documento ufficiale per comprendere che in realtà si tratta di un pacchetto di leggi e misure fortemente liberticide e repressive. E che nessuno pensi non essere toccato personalmente: la libertà di uno è la libertà di tutti.

Articolo 32

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Obbligo per i migranti di esibire il permesso di soggiorno in Italia per ottenere una sim telefonica.

Ottenere un permesso di soggiorno può essere un processo tortuoso e soprattutto LENTO. Che bisogno c’è di rendere inaccessibile la telefonia mobile da parte dei migranti? Nella maggior parte dei casi si tratta di persone SOLE, disorientate, tristi, traumatizzate. Il governo vuole togliergli pure la possibilità di comunicare con la loro famiglia o con qualche amico. Che cattiveria.

Articolo 26 & 27

Reato di rivolta all’interno di un istituto penitenziario con punizione da 1 a 5 anni & Reato di rivolta all’interno dei CPR con la stessa punizione.

Le carceri italiane e i centri CPR sono dei luoghi che presentano condizioni fatiscenti, con edifici malfunzionanti, pochissimo spazio, scarsa igiene, mancanza di prodotti sanitari e medicine. Per non parlare poi dell’ABUSO DI POTERE da parte delle guardie.

Dentro questi luoghi ci vivono PERSONE, che quantomeno meritano assistenza e spazi adeguati e puliti. Nessuno qui giustifica le rivolte violente, ma mostrare dissenso è un loro diritto.

Articolo 12 & 14

Il blocco stradale diventa penale, i manifestanti rischiano da 6 mesi a 2 anni & Le pene per il danneggiamento durante le manifestazioni pubbliche prevedono la reclusione da 1 a 5 anni.

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Insomma, il dissenso diventa reato. Mostrare dissenso, soprattutto con proteste e manifestazioni PACIFICHE, dovrebbe essere un diritto inalienabile di ogni essere umano, e collettivamente di ogni società/comunità.
Il dissenso mette in dubbio il potere, crea la rivoluzione, ed è per questo che il governo vuole abolirlo. Perché questo governo ci vuole con la testa bassa, muti, senza mai fare domande o mettere qualcosa in discussione. Ma il diritto al dissenso non può essere eliminato: è anche attraverso esso che si muove la vera giustizia.

Quindi questo governo ci vedrà sempre a testa alta, sentirà sempre la nostra voce, sentirà sempre il rumore dei nostri passi risuonare nelle strade.

Questi sono solo alcuni dei 38 articoli del DDL 1660, che quindi prevede l’introduzione di reati quasi “ad hoc” con lo scopo di colpire categorie specifiche, guarda caso proprio quelle che i governi non hanno mai realmente protetto.

Pare che il governo voglia criminalizzare il conflitto, farlo apparire come una pratica inutile e sbagliata, quando in realtà è ciò che ci ha sempre permesso di fare passi in avanti. Vuole inasprire i suoi strumenti repressivi e fermare ogni forma di resistenza, rendendola illegale.

Ma, se abbiamo imparato qualcosa dalla storia, la resistenza non si ferma. La resistenza può essere colpita, può essere arrestata, può essere perfino uccisa. Ma rinasce sempre, e colpisce più forte della volta precedente.

Non saremo i burattini di questo governo, non saremo le scale che vogliono percorrere nella loro malata e pericolosa scalata verso l’ideale che hanno del potere.

Ora più che mai dobbiamo mostrarci uniti, essere solidali, combattere, e aiutarci.

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CHE LA CAMPANIA SCENDA IN PIAZZA

CHE L’ITALIA MOSTRI COSA SIGNIFICA ESSERE LIBERI

Marcella Cacciapuoti

Leggi anche: Il DDL “SICUREZZA” del Governo Meloni



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