FarmacistaPiù, focus sull’evoluzione del Ssn, direzioni obbligate prossimità e innovazione

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Roma, 21 febbraio – Cambiamento, evoluzione, trasformazione, svolta. Ma anche sfida, transizione, miglioramento, rinnovamento e – per chi con le parole e i concetti ama spingersi al limite – palingenesi. Ce ne sono molte altre, ovviamente, ma qui è sufficiente appuntare le prime parole che ci sono venute in mente cercando di rispondere alla semplice domanda: ma qual è il minimo comune denominatore dei dibattiti che fervono ormai da tempo all’interno della professione farmaceutica? Il cambiamento, appunto, l’essere in viaggio dalla terra delle condizione e identità attuali, avvertite ormai come non più del tutto adeguate al times they are a changin’  (straordinaria canzone di Bob Dylan che, semplicemente, ci ricorda ciò che i tempi fanno da quando hanno cominciato a scorrere: cambiano, e portano cambiamenti) a un’altra terra che si intravvede ma appare ancora indefinita, come avvolta da una foschia che si vorrebbe che un qualche evento spazzasse via il prima possibile.

Del tutto comprensibile, dunque, per non dire inevitabile, che l’edizione 2025 di FarmacistaPiù, la dodicesima della serie, in programma a Bologna dall’11 al 13 aprile prossimi (in concomitanza con Cosmofarma Exhibition) sia stata dedicata al tema centrale Evoluzione del Servizio sanitario nazionale tra innovazione e prossimità delle cure. Tema scelto, viene da dire, con sapienza prospettica:  il focus non è infatti sul cambiamento della farmacia e dei farmacisti, ma sull’evoluzione del Ssn (che dovrà essere sempre più “prossimo” ai cittadini e capace di assicurare cure, trattamenti, prestazioni e servizi impensabili fino all’altro ieri). E va da sé che – essendo il Ssn a un tempo il contesto e il contenitore delle farmacie e dei farmacisti (tutti, anche quelli che non lavorano in farmacia) – è del tutto evidente che, -lo voglia  o meno, la professione farmaceutica (tutta) la transizione deve necessariamente compierla.

Uscendo da queste considerazioni di premessa, in fondo banali, c’è da dire che l’edizione 2025 di FarmacistaPiù presentata in conferenza stampa a Roma due giorni fa si prospetta – lo ha detto con chiarezza  Marco Cossolo, presidente di Federfarma (nella foto), promotrice dell’evento insieme a Fondazione Cannavò e Utifar e con il patrocinio della Fofi – come un’utilissima occasione per fare il punto sul percorso che la farmacia ha intrapreso ormai da tempo per affermarsi come uno dei protagonisti della sanità di prossimità. Un percorso che ha il suo prossimo step nella gestione – grazie anche all’innovazione tecnologica – del paziente cronico sul territorio e che è ormai vicino a essere compiuto. FarmacistaPiù, ha detto Cossolo, permetterà di discuterne “ed eventualmente di avanzare nuove proposte”.

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Anche il presidente della Fofi, Andrea Mandelli (a sinistra nella foto del titolo) ha voluto sottolineare l’impegno quotidiano posto dai farmacisti  “per continuare ad evolvere come professionisti garantendo un’assistenza efficace, accessibile e al passo con il progresso scientifico e con l’applicazione delle tecnologie digitali in sanità”, mentre Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò (al centro nella foto del titolo), si è soffermato sulle “tematiche di grande attualità e rilevanza”  dell’ormai tradizionale evento professionale, che si conferma  “un appuntamento d’interesse per l’intera comunità professionale e per quanti nel mondo della ricerca scientifica, delle istituzioni e della produzione svolgono ruoli strategici nel complesso processo di evoluzione del Servizio sanitario nazionale”.

Pragmatico l’intervento di Eugenio Leopardi (nella foto qui a lato e a destra nella foto del titolo) presidente di Utifar, che ha voluto ricordare che l’evoluzione “è un processo delicato che deve passare per due elementi fondamentali: l’aggiornamento professionale, essenziale per soddisfare le esigenze di salute del cittadino, al quale deve affiancarsi l’innovazione tecnologica”. Come dire: nessuno sarà mai disposto a regalarci niente, se non ci diamo da fare. E darsi da fare presuppone e impone  l’acquisizione di saperi e competenze e la capacità di servirsi delle innovazioni tecnologiche che sempre di più sosterranno prestazioni e servizi, e richiederanno quindi dotazioni adeguate e la capacità di usarle. Certo, andrà garantita la necessaria pre-condizione ovvero che all’interno della sanità pubblica si sviluppi un linguaggio informatico univoco sul territorio nazionale: Ma anche se a giudicare dall’attuale situazione frammentata e “babelica” può essere difficile crederlo, è un risultato che dovrà necessariamente arrivare, non foss’altro che per il fatto che arrivarci è necessario e conviene a tutti.

Questi, in sintesi davvero estrema, i punti toccati da coloro che pensano, organizzano e governano l’evento professionale che avrà luogo tra poco meno di due mesi. Durante i quali, ça va sans dir, l’evoluzione non si fermerà di certo. Perché è proprio come cantava Dylan: C’è una battaglia là fuori / e sta infuriando./ Presto scuoterà le vostre finestre / e farà tremare i vostri muri / perché i tempi stanno cambiando.



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