Pubblicato l’indice Istat di gennaio 2025

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Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


A cura della Redazione.

Nel mese di gennaio 2025 l’indice Istat FOI è cresciuto dello 0,6% su base mensile toccando quota 120,9 con una variazione rispetto allo stesso mese del 2024 pari all’1,3%.

L’indice FOI è l’indice dei prezzi al consumo per Famiglie di Operai e Impiegati utilizzato per la rivalutazione annuale degli affitti, delle pensioni, dell’assegno di mantenimento per il coniuge, e in generale per tutte le rivalutazioni di legge.

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Le percentuali da utilizzare per l’adeguamento annuale degli affitti, calcolate come variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, risultano pari allo 0,975% per le rivalutazioni al 75% ed all’1,3% per le rivalutazioni al 100%.

Secondo il comunicato dell’Istat la crescita tendenziale dell’indice dipende prevalentemente dal sensibile aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +12,7% a +27,5%) e dall’aumento dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%).

L’incremento su base annua dell’1,3% è il valore più alto dall’ottobre 2023 e l’ultima variazione su base mensile superiore al mezzo punto percentuale si è registrata a novembre 2022 con lo 0,6%.

Tabella riepilogativa (*):

Indice generale FOI 120,9
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,6
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente +1,3
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti
+2,2

(*) Per un raffronto con i mesi precedenti consulta la tabella degli ultimi indici istat.

L’indice FOI di gennaio sarà pubblicato dall’Istat in data:

17 marzo 2025


Applicazioni di Calcolo

Contestualmente alla pubblicazione del nuovo indice, abbiamo aggiornato tutte le nostre applicazioni di calcolo che lo utilizzano.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ricordiamo che, per tutte le variazioni annuali Istat, come ad esempio l’adeguamento del canone di locazione, si deve calcolare la variazione percentuale dell’indice di quest’anno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, operazione che le nostre applicazioni eseguono automaticamente eliminando ogni possibilità di errore.

L’errore in cui si incorre più frequentemente quando si calcola la variazione dell’indice Istat è quello di calcolare la differenza algebrica dei due indici.

Ciò non è corretto, sia da un punto di vista matematico che normativo, perché dal confronto dei due indici bisogna sempre ottenere una percentuale per poterla applicare all’importo da rivalutare.

Il calcolo della variazione percentuale degli indici richiede qualche passaggio in più, come spiegato in questa pagina.

Riportiamo di seguito tutte le nostre applicazioni che fanno uso dell’indice Istat FOI:

Nota sull’aggiornamento dell’Indice FOI

A fine mese l’Istat pubblica una stima provvisoria dell’andamento dei prezzi al consumo e fornisce un’indicazione sull’andamento dell’indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) da non confondere con l’indice FOI, che invece viene sempre pubblicato verso la metà del mese successivo.

A questo proposito si ricorda che per tutte le rivalutazioni monetarie di legge bisogna utilizzare esclusivamente l’indice FOI (e non il NIC) il cui valore ufficiale, come detto, è pubblicato dell’Istat solo verso la metà del mese successivo a quello di riferimento e per questo motivo bisogna sempre attendere qualche settimana in più per poter calcolare la rivalutazione.

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L’aggiornamento dell’indice Istat FOI nelle nostre applicazioni avviene nello stesso giorno in cui l’Istat pubblica il valore dell’indice sul proprio sito istituzionale; il comunicato stampa è diffuso in mattinata e pubblicato sul sito istituzionale dell’Istat generalmente alle 10 e talvolta alle 11.

Inoltre in questa pagina, così come in molte applicazioni disponibili su questo sito, pubblichiamo sempre la data di aggiornamento del prossimo indice Istat in modo che all’occorrenza possiate prenderne nota.

Titoli di Stato e Tassi

Sulla base dell’ultima rilevazione di Bankitalia segnialiamo un’inversione di tendenza per quanto riguarda i rendimenti dei BOT che tornano a salire dopo diversi mesi passando dal 2,41% al 2,53%.

Stesso andamento per il rendistato che vede un aumento di quasi due decimi di punto dal 2,92% al 3,19%.

Ricordiamo che il rendistato è il rendimento medio lordo mensile dei BTP con vita residua superiore ad un anno quotati alla Borsa Italiana e si utilizza generalmente per il calcolo del maggior danno.

Se vuoi calcolare i rendimenti dei BOT in base al prezzo di acquisto e alla durata puoi utilizzare questa applicazione gratuita.

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Comunicato ISTAT

Nel mese di gennaio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% rispetto a gennaio 2024 (da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’accelerazione tendenziale è prevalentemente dovuta all’aumento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +12,7% a +27,5%), ma anche all’attenuarsi della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -4,2% a -3,0%) e alla lieve accelerazione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +2,5%).

Nel mese di gennaio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile (a +1,8%), mentre quella al netto dei soli beni energetici sale lievemente (da +1,7% a +1,8%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni evidenzia un’accelerazione (da +0,2% a +0,7%), mentre quella dei servizi rimane stabile (a +2,6%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +1,9 punti percentuali (da +2,4 di dicembre 2024).

Il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona si mantiene a +1,7%, mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto aumenta (da +1,7% a +2,0%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette l’evoluzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (+14,2%) e non regolamentati (+2,7%), degli Alimentari lavorati e non lavorati (+0,9% entrambi), dei Beni durevoli (+0,6%), dei Servizi relativi all’abitazione, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dai Servizi vari (+0,4% per tutti e tre). Al contrario, un effetto di contenimento della dinamica congiunturale dell’indice generale si deve alla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-2,3%).

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

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L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,8% su base mensile, per effetto dell’avvio dei saldi invernali di abbigliamento e calzature (non considerati per l’indice NIC), e aumenta dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +1,4% di dicembre 2024), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, cresce dello 0,6% rispetto a dicembre e dell’1,3% rispetto a gennaio 2024.




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