Traffico di rifiuti e corruzione, 47 indagati nel fascicolo Dda

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La Direzione distrettuale antimafia di Campobasso ha chiuso un’inchiesta di ampio respiro che ha portato alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a 47 soggetti (persone fisiche ma anche due società), accusati a vario titolo di reati che spaziano dalla criminalità organizzata al traffico di rifiuti, dalla turbativa d’asta alla corruzione.
L’indagine svolta dai finanzieri del Gico e dai carabinieri del Noe, coordinata dal procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo e dal sostituto Vittorio Gallucci, ha consentito di disarticolare un presunto sistema criminale operante tra il Molise e la Puglia, capace di infiltrarsi in settori chiave dell’economia e dell’amministrazione pubblica.
Tra gli indagati figurano imprenditori, funzionari pubblici e persino un avvocato, a dimostrazione di come l’organizzazione avesse solidi agganci nel tessuto economico e istituzionale, riuscendo a condizionare appalti e affari pubblici con una rete di connivenze e corruzione.
Secondo la ricostruzione della Dda, l’organizzazione non si limitava a singoli episodi criminosi, ma operava con una logica sistemica, radicandosi in diversi settori strategici. Tra i reati contestati: associazione a delinquere di stampo mafioso. Il gruppo avrebbe infatti gestito le proprie attività illecite con metodi tipicamente mafiosi, avvalendosi di intimidazioni e di un controllo pervasivo del territorio;
turbativa d’asta e corruzione: gli indagati avrebbero pilotato gare d’appalto pubbliche, favorendo aziende compiacenti grazie alla complicità di alcuni funzionari;
traffico illecito di rifiuti: l’inchiesta ha rivelato un sistema di smaltimento irregolare di rifiuti, con gravi conseguenze ambientali e profitti illeciti milionari;
usura ed estorsione: commercianti e imprenditori sarebbero stati costretti a rivolgersi al gruppo per ottenere liquiditĂ , finendo poi in una spirale di minacce e vessazioni;
spaccio di stupefacenti e riciclaggio: l’organizzazione avrebbe gestito un florido traffico di droga, reinvestendo i proventi in attività apparentemente lecite.
L’indagine, portata avanti tra il 2018 e il 2023, si è basata su intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno svelato le dinamiche interne del gruppo, oltre a sequestri di documenti e materiale informatico che hanno permesso di ricostruire il flusso di denaro e il giro d’affari.
Determinanti per la ricostruzione dei fatti sono state anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che hanno fornito agli inquirenti informazioni cruciali per delineare il ruolo di ciascun indagato e le modalità con cui l’organizzazione operava sul territorio.
L’operazione rappresenta uno dei più importanti colpi alla criminalità organizzata in Molise, grazie all’incessante lavoro della Dda di Campobasso sotto la guida del procuratore Nicola D’Angelo e del sostituto Vittorio Gallucci.
D’Angelo, figura di primo piano nella lotta alla criminalità, ha coordinato l’inchiesta con rigore e determinazione, dimostrando ancora una volta il suo impegno per garantire legalità e trasparenza in un territorio dove la criminalità organizzata cerca sempre più di radicarsi. Gallucci, sostituto procuratore, ha lavorato con la stessa determinazione, mettendo in campo competenza e dedizione per scardinare una rete criminale che sembrava intoccabile.
Il loro operato è stato fondamentale per smantellare un sistema che minava le basi della legalità, mettendo in pericolo l’economia locale e la libera concorrenza.
Ora che le indagini preliminari sono concluse, il prossimo passo sarĂ  la valutazione delle richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura. Gli indagati hanno 20 giorni per presentare memorie, produrre documenti, depositare atti relativi a investigazioni del difensore, presentarsi agli inquirenti e rendere dichiarazioni o chiedere di essere interrogati. Venti giorni, dunque, per esercitare i mezzi difensivi previsti per questa fase.
Nei prossimi mesi si attendono gli sviluppi processuali, che potrebbero portare alla conferma di un quadro accusatorio di assoluta gravitĂ .
L’inchiesta della Dda di Campobasso non è solo un’operazione giudiziaria, ma un messaggio chiaro: lo Stato c’è, la magistratura è vigile e determinata, e la criminalità organizzata non può più agire indisturbata.



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