Pugno duro contro le scatolette utilizzate per custodire le chiavi degli appartamenti. Venezia attende il regolamento comunale dopo la circolare del Viminale che ha deciso la stretta
Pugno duro contro le key-box. Roma e Firenze all’attacco delle scatolette utilizzate per custodire le chiavi degli appartamenti generalmente in locazione sulle piattaforme per affitti brevi. Venezia invece attende il regolamento comunale dopo la circolare della Polizia di dicembre che ha stabilito come check in da remoto (cioè senza l’identificazione dell’ospite dal vivo) sia sempre vietato. Ora le città turistiche si stanno organizzando per adattare i regolamenti alla nuova formulazione del Viminale.Â
Che cosa dice la legge
La legge non vieta espressamente le key box, o i tastierini numerici, ma l’uso che se ne fa (cioè, non è consentito usarli per l’accesso dei turisti non identificati). Tuttavia, alcune amministrazioni (anche di piccole città ), oltre ai temi della sicurezza, stanno sviluppando anche quelli del decoro urbano. Perché è chiaro che in questi ultimi anni si è assistito al proliferare di questi aggeggi, messi addirittura sui cancelli dei parchi pubblici. Â
La levata di scudi sui social
Circolano in rete, soprattutto a Roma e Firenze, influencer che criticano i proprietari di casa mostrando in video e reel su Instagram e TikTok dove sono ubicate queste cassette. Alcune sui pali dell’illuminazione pubblica. A Firenze il Consiglio comunale ha approvato una delibera che prevede che sia sempre vietato l’uso delle key box «quando prospettino su aree pubbliche, su strade pubbliche o aperte al pubblico, qualunque sia la natura del supporto su cui siano posizionate».Â
Che cosa ha stabilito Firenze
Il Consiglio ha fissato disposizioni chiare anche per l’uso dei cosiddetti tastierini a codice numerico: ne sarà permesso solo uno per edificio con autorizzazione del condominio, e senza possibilità di utilizzarli con finalità ricettive. Il regolamento ribadisce anche il divieto di self check in, già sancito dalla legge. I proprietari hanno tempo dieci giorni per rimuovere le key box (dunque da giovedì 20 febbraio), poi arriveranno le sanzioni.
Che cosa sta succedendo a Roma
A Roma, dove già all’inizio di dicembre, in modo frettoloso, i vigili urbani avevano iniziato a rimuovere le cassettine in centro, stoppati dalla procura (la legge non vieta le key box in sé), il Comune è ripartito con le rimozioni, forte di un nuovo regolamento comunale. L’obiettivo è rimuoverne 200 al giorno. Il Comune ha istituito una mail dedicata in cui poter segnalare chi non sta ottemperando al divieto. Il Campidoglio ha stabilito una sanzione di 400 euro al condominio per ogni dispositivo installato e non rimosso. Il divieto riguarda in particolare le aree soggette a Carta Qualità o quelle riconosciute come patrimonio Unesco ma solo se le key box sono collocate su suolo o beni pubblici.
La legittimità della misura
Ma ci sono diversi dubbi sulla legittimità della misura. Dice al Sole 24 Ore il presidente nazionale Unai (Unione nazionale amministratori d’immobili) Rosario Calabrese, «che il condominio, come soggetto giuridico non esiste, considerato che i singoli condòmini, a norma dell’articolo 1102 del Codice civile, possono utilizzare i beni condominiali, anche nell’interesse individuale, senza danneggiare l’estetica, la statica». Dunque le key box non possono essere rimosse neppure dal Comune. Sono proprietà privata, «neanche il condominio stesso può rimuoverle d’imperio». spiega Calabrese. E il danno estetico? «In tal caso il condominio dovrebbe fare causa al condomino che l’ha prodotto».
Che cosa succede a Venezia
A Venezia un regolamento a riguardo ancora non c’è. I quotidiani locali parlando dell’ipotesi che la giunta possa proporre al Consiglio comunale un regolamento in cui il self check in sarebbe vietato solo a chi affitta per più di 120 giorni all’anno. Mentre sul decoro urbano c’è una nota della Soprintendenza, di fine 2023, che descriveva «l’effetto cumulativo nell’area urbana di Venezia» di cassettine per le chiavi che «risultano ad oggi privi di autorizzazione paesaggistica e, per quanto a conoscenza di questo Ente, non risultano inseriti nel Regolamento comunale».
LEGGI ANCHE
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità *****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link