Bambina sbranata da pitbull ad Acerra, tracce di sangue pulite in casa

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Emergono interrogativi sulle cause della morte di Giulia Loffredo, la bambina di 9 mesi che, secondo la versione del padre indagato per omicidio colposo, sarebbe stata sbranata dal pitbull di famiglia mentre dormiva nella sua casa ad Acerra, in provincia di Napoli. L’abitazione, posta sequestro dalla scorsa domenica, sarebbe stata trovata pulita dagli inquirenti durante il sopralluogo. Stando alle dichiarazioni del legale del papà, Luigi Montano, l’appartamento nel quale è stato ritrovato il corpo senza vita della piccola sarebbe stato “ripulito dalle tracce di sangue” sul pavimento della camera da letto da qualcuno dei familiari del papà. 

Le dichiarazioni dell’avvocato del padre

“Non so chi abbia ripulito l’appartamento, il mio assistito era in commissariato per l’interrogatorio, dove è rimasto fino alle 7 del mattino”, ha riferito l’avvocato Montano. “Nell’appartamento sono andati la mamma della piccola, ed altri familiari. Loro hanno riferito al mio assistito che non c’erano sigilli quando sono entrati. Presumo che qualcun altro lo abbia ripulito in quanto era stato fatto un primo sopralluogo della scientifica, e la mamma di Loffredo è svenuta quando ha visto il sangue”, ha aggiunto. “Una cosa è certa: Vincenzo Loffredo è stato dapprima in ospedale con la bimba, che ha portato lì in fin di vita, poi nel locale commissariato per l’interrogatorio, e quindi, accompagnato dalla polizia è andato nell’appartamento a prendere i cani che ha consegnato ai veterinari dell’Asl. Dopodichè è tornato in ospedale dove gli hanno effettuato gli esami tossicologici. Lui quindi, non ha pulito nulla”, ha precisato ancora il legale.

Le indagini

Nel frattempo gli inquirenti sono al lavoro per fare chiarezza sulle incongruenze che emergono dal racconto del padre, che in ospedale aveva inizialmente riferito di un’aggressione da parte di un cane randagio avvenuta in strada, per poi cambiare versione davanti alla polizia specificando che ad aggredire la figlia di 9 mesi era stato il pitbull di famiglia, privo di microchip. Loffredo ha ribadito di non aver visto la scena, ma di aver intuito cosa era accaduto dai segni dei morsi, che sarebbero confermati dall’autopsia. Il 24enne ha spiegato di essersi addormentato accanto alla piccola e di averla ritrovata, al suo risveglio, a terra riversa in una pozza di sangue. Al momento, Loffredo è indagato a piede libero per omicidio colposo “perchè in qualità di genitore avente in custodia la figlia minore Giulia, ometteva la vigilanza e custodia del cane pitbull in suo possesso, il quale aggrediva la minore provocandole lesioni personali che determinavano la morte”. 

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L’autopsia sul corpo della piccola

Secondo alcune indiscrezioni sui risultati dell’autopsia, sulla corpo della vittima sarebbero state presenti ferite lacero contuse al volto, compatibili con i morsi di un cane. Mentre è controverso il particolare della rottura dell’osso del collo, circostanza che stride con quanto avrebbe dichiarato il padre della bambina, che l’avrebbe portata ancora viva nella clinica Villa dei Fiori di Acerra, dove poi è morta (come avrebbe confermato la struttura ospedaliera). Sempre secondo indiscrezioni, sul collo della piccola l’autopsia avrebbe riscontrato solo contusioni. Anche su questo aspetto inquirenti e investigatori tacciono, anche se nell’atto con cui la procura di Nola nomina i propri consulenti tecnici per l’autopsia – il medico legale Maurizio Saliva e l’anatomopatologo Antonio Perna – si sottolinea che la bimba è stata sicuramente uccisa dal cane.  Ulteriori accertamenti sono in corso sul cane, ancora affidato all’Asl Napoli 2 Veterinaria. Il cane, però non presenterebbe macchie di sangue sul muso ed è per questo che si attendono le analisi sulle feci del pitubull e dell’altro cane della famiglia alla ricerca di tracce organiche della bambina. Nei prossimi giorni l’animale sarà visionato anche da un comportamentalista veterinario. 




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