Dopo i cerca persone degli Hezbollah ora i visori dei tecnici russi dei droni. Si conferma la notizia sulla manipolazione da parte dei servizi di sicurezza ucraini dei visori destinati agli ufficiali dell’armata russa di invasione che manovrano i droni che bombardano le città ucraine. Centinaia sarebbero esplosi uccidendo e mutilando numerosi di questi tecnici.
Come avevo scritto nel mio saggio “Connessi a morte, guerra, media e democrazia nella società della cybersecurity” (Donzelli editore) le infrastrutture digitali, di qualsiasi tipo, sono ormai logistica militare e ci costringono, quando le acquistiamo, a chiederci chi le ha prodotte e distribuite. Ogni dispositivo dotato di un chip e di una connessione alla rete ci fa diventare bersagli di chiunque abbia la possibilità di controllare le piattaforme di appoggio di questi sistemi.
La trasformazione di quella che una volta era lo spazio di pace che separava due conflitti, in una cosidetta guerra ibrida permanente , ossia nuova dimensione di continua aggressione reciproca , in cui ogni algoritmo o big data può veicolare un attacco ai nostri documenti o direttamente a noi, ci porta a interrogarci su come reagire e quale forma di tutela richiedere.
Nel vertice di Parigi sull’intelligenza artificiale si è discusso della regolamentazione, e sotto i colpi di maglio dell’amministrazione Trump, inferti dal vice presidente vance che ha proclamato un vero ultimatum all’europa, chiedendo un disarmo legislativo generalizzato e senza condizioni, si sono contrapposte posizioni troppo flebili.
Proprio l’uso militare che è ormai connaturato nella potenza di calcolo e nelle relazioni digitali, ancora più del pericolo di una subalternità psicologica e ontologica al dominio degli algoritmi della Silicon Valley, dovrebbe portare il vaso di coccio dell’Europa a giocare la carta di una normativa intelligente e prefigurante che faccia selezione sul mercato tecnologico dei monopolio più invadenti.
Proprio la storia del capitalismo americano ci spiega che solo una efficiente normativa anti trust libera le forze dell’innovazione e riduce il potere coercitivo dei monopoli che oltre a incombere sui cittadini falsando costi e prezzi, inibiscono la crescita di concorrenti più efficienti. Lo abbiamo visto con le ferrovie, il petrolio e le telecomunicazioni: tre tornanti in cui proverbiali sentenze di giudici americani hanno liberato il mercato promuovendo stagioni di grande sviluppo.
Ora siamo ad un tornante non dissimile. Due sono gli aspetti che dobbiamo tutelare: la nostra autonomia nel gestire lo spazio pubblico del senso comune, attaccato e minacciato da campagne di disinformatjia mirate a campioni sociali pre profilati, stile Cambridge Analytica, come stiamo vedendo in azione alla vigilia delle elezioni tedesche; secondo aspetto quello della sicurezza, della nostra capacità di sottrarci ad azioni di controllo e freno delle capacità di difesa che potremmo attivare in un prossimo futuro in cui l’Europa come stiamo constatando potrebbe non essere solo un campo di lotta politica.
In entrambi i casi bisogna tutelare il sistema innovativo e tecnologico continentale. La decisione della Casda Bianca di ricorrere ad una politica di dazi indiscriminata per salvaguardare il sistema industriale americano ci dice che insieme allew norme più stringenti su trasparenza e condivisibilità dei sistemi digitali dobbiamo anche preoccuparci di quale modello industriale vogliamo rapidamente sviluppare.
Proprio gli esempi delle sortite dei servizi segreti israeliani , con i cercapersone degli Hezbollah, e Ucraini, con i visori dei russi, ci dicono che diventa ormai indispensabili disporre di supply chain digitali che prevedano di controllare tutti i passaggi della progettazione, produzione e distribuzione di sistemi che possono diventare da banali apparati di comunicazione vere e proprie armi di distruzione di massa, o comunque sistemi di monitoraggio e controllo su intere regioni e comunità.
In questa direzione , rispetto alle sollecitazioni che vengono da chi chiede campioni nazionali, ossia gruppi industriali in grado di competere con il gigantismo privato americano o quello statale cinese, l’Europa deve imboccare una strada meno facile ma più sicura, che è quella di essere un grande impresario globale delle applicazione in open source. La scalabilità dei sistema di intelligenza artificiale mediate procedure di distillazione, come ci ha insegnato il modello di DeepSeek, ci mostra come la Comunità Europea possa diventare uno spazio di combinazione e promozione di quel nuovo artigianato complesso e sofisticato che viene abilitato dalla miniaturizzazione di sistemi tecnologici e apparati di addestramento.
Non manca un nuovo CERN, come chiede, ma una nuova Europa che si rassegni a camminare da sola ed ad essere l’altra faccia della luna nella competizione tecnologica con un’America che si è ritirata dall’occidente.
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