di Massimiliano D’Elia
Oggi la piazza di Largo San Francesco a Colleferro ha ospitato una significativa giornata informativa organizzata dai volontari della Protezione Civile. L’evento, rivolto alla popolazione locale, ha voluto sensibilizzare i cittadini sulle pratiche di emergenza in caso di calamità pubbliche e di promuovere la cultura della prevenzione.
Per l’occasione è stata allestita una tenda da campo e dispiegati alcuni mezzi utilizzati dalla Protezione Civile, oltre a mostre fotografiche e tute specialistiche per gli interventi più disparati. In questa giornata di sole i cittadini hanno l’opportunità di interagire con i volontari, visionare immagini e video illustrativi e approfondire la conoscenza delle attrezzature e delle procedure operative impiegate in situazioni di emergenza.
In questa occasione, abbiamo intervistato il Dottor Carlo Galli, responsabile della formazione del COREIR (Corpo Regionale di Intervento Rapido) del Lazio. Il COREIR è un ente di volontariato che fa parte integrante del Sistema Integrato Regionale e Nazionale di Protezione Civile, con il compito di coordinare le strutture associative di Protezione Civile nella Regione Lazio per attività di prevenzione, soccorso e superamento delle emergenze.
Buongiorno Dottor Galli, ci può spiegare il significato di questa giornata qui a Colleferro?
“Buongiorno a tutti, questa giornata è un’iniziativa di alcuni gruppi afferenti al nostro coordinamento e ha lo scopo di comunicare, informare e soprattutto esporre alla popolazione cos’è la Protezione Civile. La Protezione Civile è un sistema integrato di diverse forze che si attivano ogni volta che purtroppo si verifica una calamità o un evento. È fondamentale che la popolazione sia consapevole e comprenda cosa fare, come comportarsi e quali sono le peculiarità a cui prestare attenzione, collaborando con le istituzioni del territorio per salvaguardare la vita umana, le attività e tutto ciò che fa parte del nostro mondo antropico. Avere la consapevolezza e la resilienza per capire cosa fare in emergenza è assolutamente importante; quindi, questa è una giornata prettamente informativa, specificamente calibrata sulla popolazione.”
La Protezione Civile è composta interamente da volontari?
“Noi siamo una componente della Protezione Civile. Il volontariato, inteso come risorsa operativa, è una delle componenti del sistema integrato nazionale. Questo fa capo alla Regione Lazio, nel caso specifico, ma il volontariato è trasversale a tutte le regioni d’Italia; ogni regione si dota di una propria struttura operativa di cui il volontariato è una componente”.
Per diventare volontari, è sufficiente presentare una semplice domanda? Valutate l’idoneità del singolo candidato?
“Assolutamente. Proporsi come volontario è una delle cose più semplici che un cittadino possa fare. Naturalmente, oltre a determinate caratteristiche fisiche, è necessaria tanta buona volontà e del tempo da dedicare a questo tipo di attività. Oggi il volontariato ha subito evoluzioni, con normative precise che riguardano la sicurezza sia del volontario sia di chi si va a soccorrere. Ci sono procedure e formule che devono essere ben applicate per garantire efficacia ed efficienza. Il volontario deve innanzitutto presentare una domanda presso qualsiasi organizzazione di Protezione Civile; una volta iscritto, seguirà un percorso di formazione fino a raggiungere una piena operatività sul campo”.
Un candidato con un posto di lavoro che si dedica al volontariato è tutelato dalla legge? La sua assenza viene giustificata o deve compiere l’attività a sue spese?
“Assolutamente sì. Fatte salve tutte le disposizioni normative, il volontariato di Protezione Civile è tutelato dal nuovo testo unico della Protezione Civile, il decreto 1 del 2018, dove all’articolo 39 si cita testualmente questa fattispecie: il volontario impiegato in zone di operazione ha la tutela del posto di lavoro e il rimborso della propria giornata lavorativa al datore di lavoro. Il datore di lavoro non perde nulla; è solo una questione burocratica di tempistica, ma oggi sono abbastanza veloci. È chiaro che ci vuole buonsenso; se un datore di lavoro ha un solo dipendente e questo va via, bisogna considerare la situazione specifica”.
Sa quanti sono i volontari nella Regione Lazio?
“È un dato approssimativo, ma siamo intorno ai 10.000.”
Sono sufficienti per eventuali emergenze o sarebbe necessaria una campagna mirata di reclutamento?
“Ogni emergenza ha caratteristiche specifiche diverse. Si spazia tra scenari operativi con diverse tipologie di richieste; alcune sono più tecniche e richiedono poche persone altamente specializzate, come operatori meccanici o di movimento terra. In questi casi, poche risorse sono sufficienti. In scenari più ampi, come un sisma, le cose si complicano, poiché ricreare le condizioni per cui la popolazione torni alla normalità non è semplice: ci sono campi di accoglienza, supporti sanitari e tutta una serie di logistica in cui il volontario è coinvolto. Tutti concorrono, ma non è solo una specialità che interviene. Per un’alluvione, mille persone possono essere sufficienti; per un sisma, no. Quindi, il numero di volontari necessario dipende dallo scenario che affrontiamo”.
Ci sono molti giovani che si avvicinano a questo settore del volontariato?
“Assolutamente sì, io vorrei anche sottolineare una cosa: molti giovani non conoscono, quindi diciamo che ignorano, ma lo ignorano perché non è stata sviluppata sia nelle scuole sia nelle istituzioni un’attenzione particolare a questo. Ma ripeto, non è indossare una divisa che fa il volontario, è la consapevolezza di aiutare qualcuno. Naturalmente, è un mio parere personale, ma se io ho bisogno vorrei che chi mi venga ad aiutare fosse una persona che mi sa aiutare veramente”.
Fare un ciclo di informazione presso le scuole, potrebbe essere un’idea?
“Ogni luogo dove si può parlare di sostegno, collaborazione con le istituzioni, ma soprattutto con la popolazione stessa, è motivo di aiuto e di contributo per integrare non solo le persone, ma soprattutto per far sì che quel territorio sia attento a una specifica condizione di rischio. Perché ogni territorio della nostra nazione purtroppo ha delle problematiche enormi, quindi se la popolazione è attenta, sicuramente sarà in grado di difendersi e avrà il suo automatico sostegno”.
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