L’analisi della Uil Pensionati, Barbagallo: «La perdita maggiore riguarda gli anni 2023 e 2024 in cui l’inflazione era molto alta e il metodo di rivalutazione più severo»
Per una pensione che nel 2014 valeva 3.500 euro lordi la perdita di potere d’acquisto in 10 anni arriva a sfiorare i 10 mila euro (9.619 euro). E supera i 2 mila euro per un assegno che nel 2014 era di circa 2.256 euro lordi, tra le 4 e 5 volte il trattamento minimo. A calcolare gli effetti del blocco della rivalutazione, che si somma a quello dell’impennata dell’inflazione dell’ultimo biennio, è uno studio della Uil Pensionati.
Le simulazioni
Il sindacato fa l’esempio di una pensione lorda di 2.256,21 euro nel 2014 che nel 2024 avrebbe dovuto raggiungere i 2.684,37 euro lordi se fosse stata rivalutata al 100% dell’inflazione. Tuttavia, a causa del blocco della rivalutazione, la stessa pensione nel 2024 è arrivata solo a 2.615,40 euro lordi, comportando una differenza di 888,61 euro su base annuale (2024) e una perdita complessiva di 2.067,48 euro in dieci anni. Mentre su una pensione iniziale di 3.500 euro lordi nel 2014 la perdita è ancora più marcata: la differenza è di 4.136,86 euro nel solo 2024 e di 9.619,74 euro nel decennio.
Uilp: «Un tavolo sulle pensioni»
«La perdita maggiore -sottolinea Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil Pensionati– riguarda gli anni 2023 e 2024 in cui l’inflazione era molto alta e il metodo di rivalutazione più severo, non per fasce ma per importi complessivi». «Anche per il 2025 -continua Barbagallo- la rivalutazione non è stata piena: è vero che è stato reintrodotto il metodo più favorevole (per fasce e non per importi complessivi), ma solo le pensioni fino a 4 volte il minimo sono state rivalutate al 100%. Le pensioni più alte sono state rivalutata per fasce da 100%, 90%, 75%». Per questo la Uil chiede al governo di aprire un tavolo di confronto. «Le pensioni italiane sono poi le più tassate d’Europa. Noi chiediamo poche azioni concrete: la piena rivalutazione di tutte le pensioni, il taglio delle tasse anche per i pensionati, l’ampliamento della platea dei beneficiari della quattordicesima e l’incremento dell’importo per chi già la riceve», spiega il segretario della Uilp.
L’impatto sui consumi
La Uil ha analizzato anche quale sia l’impatto di questa perdita del potere d’acquisto sulle abitudini di spesa e i consumi dei pensionati. Dallo studio emerge che nel 2014, con una pensione netta di 1.738,29 euro, era possibile acquistare circa 1.931 caffè al bar; nel 2024, con una pensione rivalutata a 2.002 euro netti, se ne potevano acquistare solo 1.668. Vale a dire circa 262 in meno. Lo stesso discorso vale per la carne o il latte. Se nel 2014 con 1.738,29 euro di pensione si potevano comprare quasi 134 chili di carne rossa, dieci anni dopo, nonostante la rivalutazione, se ne possono acquistare 111 chili. «Ogni giorno, con la pensione del 2014 potevi comprare 8 caffè in più rispetto al 2024, 6 quotidiani in più, 12 gelati in più e 3 porzioni di carne in più», sintetizza la Uil pensionati.
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