Torna questa sera “Indovina chi viene a cena”, il programma di Sabrina Giannini su Raitre (ore 21,20) e parte con un’inchiesta sullo scandalo Mediator, un farmaco che in Francia ha fatto oltre mille morti. E in Italia…
Torna (e permettetici di aggiungere “finalmente”) il programma di inchieste “Indovina chi viene a cena” di Sabrina Giannini su Raitre. E sabato (alle 21,20) si parte con una storia che ha tutte le caratteristiche per essere annoverate tra i più grandi scandali farmaceutici degli ultimi anni in Europa.
Sabrina Giannini, infatti, ricostruisce la vicenda del Mediator – Mediaxal in Italia -, un farmaco a base di benfluorex prodotto dalla francese Servier (secondo gruppo farmaceutico francese) e usato contro l’eccesso di colesterolo e di trigliceridi (e nei pazienti con diabete di tipo 2) ma anche come anti-fame. Proprio questo effetto anfetaminico (quando già queste sostanze erano state vietate) ne aveva decretato il successo e le conseguenze. Terribili, dato che in Francia ha ucciso più di un migliaio di persone mentre in Italia, così come in altri paesi, le cifre sono molto più basse perché il ritiro dal mercato è avvenuto nel 2003. In Francia invece la decisione è stata presa solo nel 2010.
La Giannini ripercorre una vicenda che il Salvagente aveva raccontato nel 2021 ma che in televisione in Italia non è mai finita e lo fa svelando i tanti risvolti oscuri dello scandalo e con una lunga intervista a Irene Franchon il medico diventata icona in Francia per aver inchiodato Agenzia del farmaco e Servier. Una testimonianza raggelante, con episodi che davvero lasciano sconvolti. Come quando il medico francese racconta il caso di Paquita, una donna di circa 40 anni sottoposta a un intervento a cuore aperto per cambiare una valvola aortica danneggiata proprio dal Médiator. “Aveva bisogno di un trapianto – racconta la Franchon a Sabrina Giannini Però, anche dopo il trapianto non stava bene… e il cardiologo disse che era strano perché anche con il cuore del donatore aveva dei problemi. Così andò a vedere la cartella del donatore e scoprì che anche lui aveva assunto il Médiator. Paquita quindi è stata due volte vittima del Médiator”.
Una lotta che ha portato a una condanna per l’industria per “Inganno aggravato” e “omicidio colposo e lesioni involontarie” e a una sanzione per un importo di 2,7 milioni di euro in Francia. Mentre in Italia, dove pure questo farmaco è circolato, nessuno ha portato in tribunale la casa farmaceutica.
Origini dello scandalo
Lo scandalo è emerso più di 10 anni fa grazie ad un’inchiesta giornalistica che riportava numeri scioccanti: in Francia il farmaco sarebbe stato responsabile di numerosi decessi, tra 500 e 1.000. Difficile indicare le vittime ancora in vita, ma l’ufficio nazionale per gli indennizzi da errore medico ha ricevuto 9.445 richieste dopo il 2011. Il medicinale era stato sviluppato e messo in commercio nel 1976 come trattamento per tenere sotto controllo i trigliceridi. Ma il principio attivo, il benfluorex (derivato dell’anfetamina), si era rivelato efficace come «taglia-fame». Per anni quindi è stato utilizzato contro il sovrappeso, fuori dalle indicazioni del bugiardino.
Dal 1990 furono riportati i primi effetti collaterali: ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca, disfunzioni delle valvole cardiache. Problemi di cui solo alcuni anni dopo si stabilì il legame diretto con il farmaco. Nel frattempo il Belgio lo aveva ritirato dal mercato, seguito dalla Svizzera nel 1997, dall’Italia e dalla Spagna nel 2003.
Il Mediator è simile a due altri farmaci che erano in commercio (Isomeride e Ponderal): i tre prodotti appartenevano alla stessa famiglia di molecole – l’enfluramina – derivato anfetaminico con effetto anoressizzante che agisce promuovendo il senso di sazietà, di cui i rischi per la salute sono stati documentati sin dagli anni Ottanta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Al contrario del Mediator, gli altri inibitori della fame prodotti dai laboratori Servier erano stati ritirati dalla vendita nel 1997 poiché potenzialmente dannosi per le valvole cardiache e possibile causa di ipertensione arteriosa polmonare. Il Mediator invece continuava ad essere prescritto senza che la ditta intervenisse.
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