I cittadini che per andare a lavorare dovranno pagare il pedaggio, oppure intasare le strade cittadine

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Il Pd di Monza e Brianza non ci sta: la Milano-Meda (una volta inglobata parzialmente in Pedemontana) non potrà diventare a pagamento. I dem chiedono l’intervento immediato di Regione Lombardia dopo che, martedì scorso, il direttore generale di Pedemontana, Sabatino Fusco, ha confermato per l’ennesima volta che quel tratto della Milano-Meda diventerà a pagamento e che, almeno a breve termine, non vede possibilità di azzerare o ridurre il pedaggio per i pendolari.

“A decidere non deve essere Pedemontana, ma Fontana”

“La decisione finale spetta a chi governa la Lombardia – spiega Antonio Mandato, segretario comunale del circolo Pd lentatese –. Noi continueremo ad opporci a un’opera dannosa per l’ambiente e per le tasche di migliaia di cittadini, che sulla tratta B2, da sempre gratuita, perderanno il diritto alla mobilità solo per sostenere un progetto già finanziato con soldi pubblici e che da solo non sta in piedi”.

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Perché diventerà a pagamento

Fusco, martedì sera, durante l’assemblea pubblica organizzata a Biassono per illustrare il cantiere nella cittadina brianzola, ha spiegato il motivo dell’introduzione del pedaggio anche su quella tratta, fondamentale per la viabilità verso Milano. “Alcune autostrade, come l’Autostrada del Sole, che ha 60 anni di storia, sono state ripagate – ha spiegato durante il suo intervento -. Un’autostrada nuova, invece, va ripagata. Noi, per realizzarla, abbiamo ricevuto dei prestiti che vanno restituiti in due modi: o la facciamo pagare a tutti, o soltanto a chi la usa. Su quel tratto della Milano-Meda interverremo portando miglioramenti con la riqualificazione, a nostre spese, di ponti, cavalcavia e strade. Siamo consapevoli che imporre un pedaggio non è popolare ed è difficile da accettare per un pendolare, ma sulle nostre tratte in esercizio abbiamo cercato di introdurre agevolazioni per chi le percorre frequentemente. Con Regione Lombardia e con CAL stiamo ragionando su forme di mitigazione, ma dobbiamo anche garantire la sostenibilità economica dell’opera. Su questo tema ci terremo aggiornati con i Comuni coinvolti. Ma ad oggi non possiamo dire che la Milano-Meda sarà gratis: non sarebbe serio”.

La protesta sotto la Regione

Intanto, il Pd si sta organizzando per la mobilitazione in programma il 4 marzo, quando alle 9:30 si terrà, proprio sul tema del pedaggio lungo la Milano-Meda, una protesta davanti alla Regione Lombardia e la consegna al governatore Attilio Fontana di oltre 5.500 firme raccolte per chiedere che quel tratto resti gratuito. “Ho stima per l’ingegner Fusco – aggiunge Gigi Ponti, segretario regionale del Pd – ma sul tema pedaggi non è lui il nostro interlocutore. La scelta è politica e a pronunciarsi deve essere il presidente Fontana: non credo sia ammissibile che i cittadini debbano pagare due volte un’opera dannosa come Pedemontana. Per questo motivo, noi crediamo che ci siano tutte le ragioni per sostenere un’istanza così importante, che arriva direttamente dal territorio e soprattutto da Lentate, il comune maggiormente colpito dal pedaggiamento”.

Il rischio: città intasate da traffico e smog

Il problema, infatti, è che molti automobilisti, probabilmente, invece di pagare ogni giorno quella tratta per andare al lavoro, modificheranno il tragitto utilizzando le strade comunali ed evitando così il balzello. Il tutto a danno dei residenti, con il serio rischio di un aumento del traffico e dello smog. “Il cantiere non inizierà prima di novembre 2025 – aggiunge Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd -. Sarebbe importante che Regione Lombardia riuscisse, nel frattempo, a mettere in atto strategie per canalizzare il traffico su strade il più possibile lontane dai centri abitati. Inoltre, è urgente un piano per il servizio pubblico locale che migliori le proprie performance, in modo da incentivare chi può a non utilizzare l’auto privata e a spostarsi con i treni”.

Dal canto suo, il segretario Lorenzo Sala ha concluso spiegando che “Sul pedaggio della tratta B2 (Milano-Meda), Regione Lombardia è a un bivio: continuare a ignorare le istanze del territorio, come ha fatto fino ad oggi con tutti i comuni delle diverse tratte interessate da Pedemontana, oppure, per una volta, ammettere di aver sbagliato e impegnarsi a trovare una soluzione che non gravi sulle tasche dei cittadini e dei lavoratori brianzoli”.



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