Multometro, negozianti contro i verbali a raffica: «La giunta intervenga». Pavan: i cittadini considerati bancomat

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UDINE – No alla “garetta” fra vigili per fare multe a nastro e mantenere un obiettivo minimo di 2.500 verbali al mese. I commercianti si indignano per quello che ormai hanno ribattezzato «pasticcio multometro».

«Venire a conoscenza della presenza di una vera e propria classifica delle multe che mette in competizione i vigili urbani sconcerta chi crede nella finalità educativa di una sanzione – afferma il presidente mandamentale di Confcommercio Giuseppe Pavan -. Appreso inoltre che questi dati sono tutto fuorché interni alla Polizia municipale di Udine, visto che circolano sia in rete che sui media, attendiamo che l’amministrazione comunale intervenga tempestivamente per chiarire se davvero ci sia un multometro negli uffici della Polizia locale (in verità è stato rimosso giovedì dopo la bufera ndr), con la conseguente, incredibile corsa a rispettare gli obiettivi minimi delle multe, quasi che il cittadino, il consumatore, il turista siano dei bancomat cui attingere mensilmente».

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Pavan si dice sorpreso per il fatto che l’assessora Toffano «ammetta di non essere informata su quanto emerso, mentre il comandante Del Longo parla esplicitamente di obiettivi da raggiungere. Come Confcommercio Udine troviamo inaccettabile che alle difficoltà di accesso in città si aggiunga ora pure questo meccanismo di fatto “aziendale”, mirato al raggiungimento di target prefissati, che nulla c’entrano con i legittimi percorsi del rispetto delle regole e della sicurezza. La giunta De Toni intervenga per uscire subito da questo pasticcio, riportando il mestiere dell’agente municipale all’interno di un perimetro di correttezza».

 

IL COMITATO

È rimasto sconcertato anche Bledar Zhutaj, del comitato di piazza XX Settembre e dintorni: «Girava già questa voce, ma non ho voluto mai crederci. Vedere l’evidenza dei fatti, che ci racconta di una Polizia locale che si comporta quasi da azienda, il cui scopo è l’incremento del fatturato, attraverso dei Kpi (key performance indicator ndr) ben precisi, lascia tutti con l’amaro in bocca. Credo che l’obiettivo dovrebbe essere diverso e contrario». Barbara Puschiasis (Consumatori attivi) fa notare che, multometro o non multometro, «vedo sempre auto parcheggiate in divieto di sosta in via Poscolle, che bloccano il traffico, e il 90% delle volte non viene elevata nessuna sanzione».

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LA POLITICA

Il Pd fa quadrato intorno all’assessora Rosi Toffano, che già giovedì aveva preso le distanze dal documento. «Siamo d’accordo con quello che dice Toffano – commenta il segretario cittadino Rudi Buset -. L’amministrazione non ha dato alla Polizia locale un obiettivo di introiti». Loris Michelini (Ic), invece, trova «davvero singolare» che Toffano «prenda le distanze dal Comando e avvii accertamenti. L’indirizzo politico lo dovrebbe dare lei e non altri, così pure gli obbiettivi». Anche per Giovanni Govetto (FdI) il caso del multometro «dimostra come la situazione sia fuori controllo. Noi abbiamo un sindaco, una giunta che non riescono a fare il loro mestiere. Evidentemente la Polizia locale pensa di poter fare quello che vuole senza coinvolgere l’amministrazione. D’altronde questo è un sindaco che non ha in mano nulla della città». Giulia Manzan (Lista Fontanini) trova che «le gare a chi fa più multe non siano corrette. Le sanzioni hanno una finalità educativa». Per Gianni Croatto ci sarebbe «una deriva inquietante» in cui «la Polizia locale viene trasformata in un’agenzia di riscossione con tanto di “classifiche del multatore”.Questa pratica del “multometro” è intollerabile». «Non si tratta più di garantire sicurezza e rispetto delle regole, ma di raggiungere quote prestabilite di multe, come se fossimo in un’azienda che deve centrare target di vendita». L’elenco con i nomi degli agenti e le sanzioni «è una pratica assurda che viola non solo la privacy dei dipendenti, ma trasforma il servizio pubblico in una competizione perversa».

Secondo Croatto «questi “sceriffi”» sarebbero «spinti a colpire i cittadini non per necessità di sicurezza, ma per scalare una classifica aziendale». Quanto alla comunicazione interna del responsabile del servizio Viabilità, il fatto che «si vanti di essere “in linea abbondante con gli obiettivi” e parli di “cali fisiologici estivi” da compensare, dimostra quanto questa amministrazione abbia perso di vista il proprio ruolo istituzionale».

Mentre Antonio Pittioni «viste le dichiarazioni» è pronto a chiedere «le dimissioni di Del Longo e De Toni», la leghista Francesca Laudicina fa sapere che «chiederemo all’assessora e al dirigente competente di chiarire in una commissione appositamente convocata quanto è accaduto per fare le valutazioni opportune». Lei è amareggiata: «Se vogliamo distruggere definitivamente il tessuto commerciale del centro storico continuiamo pure così. Se la scelta è chiudere le piazze, togliere i parcheggi e potenziare l’azione repressiva dei vigili, siamo a cavallo».

 





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