Quotidiani veneti e friulani due giorni di sciopero

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di ALBERTO FERRIGOLO

C’è maretta e scarsa soddisfazione tra i redattori dei quotidiani veneti e friulani passati nell’ottobre 2023 dalla Gedi (Repubblica e Stampa) alla Nem (Nord Est Multimedia), editrice veneto-friulana promossa da Banca Finint, che fa capo al banchiere Enrico Marchi (presidente anche di Save, società dello scalo aeroportuale di Venezia con interessi pure in quello di Bruxelles). Nem controlla Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo di Trieste e l’online Nordest Economia. L’obiettivo, ambizioso, è costruire un gruppo attivo anche nel campo televisivo (con TvA di Verona e Telechiara di Vicenza), radiofonico, digitale e degli eventi.

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Nonostante l’editore abbia festeggiato a Venezia con i suoi quindici soci il raggiunto pareggio di bilancio (ciascuno di loro avrebbe investito circa tre milioni di euro su un’operazione stimata attorno ai quaranta milioni), dopo appena un anno o poco più di gestione, i problemi non sembrano esser venuti meno.

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Al termine di due assemblee che si sono svolte il 25 e il 27 gennaio, i giornalisti delle due testate friulane hanno emesso un comunicato in cui manifestano disagio nei confronti dei piani aziendali e della direzione, mentre i veneti hanno preferito non pubblicare alcuna nota sui propri giornali. Tuttavia, entrambe le assemblee hanno affidato ai loro Cdr due giorni di sciopero, da decidere quando attuare.

quattro assunzioni

I giornalisti friulani esprimono “seria preoccupazione” circa il percorso di riorganizzazione nel gruppo e criticano la decisione dell’editore di voler procedere “alle ultime 4 assunzioni disponibili andando a rafforzare solo le testate venete”. Ma riconoscono all’editore il merito di “aver chiuso lo stato di crisi”, inaugurato dopo aver rilevato da Gedi i sei quotidiani e il merito “di procedere a un’assunzione per ciascun giornalista prepensionato, per un totale di 33 neoassunti giovani”.

Ad ogni modo, il piano di riassetto – si legge ancora nel comunicato dell’assemblea friulana – alla fine del percorso “lancia un evidente segnale di disattenzione rispetto alle redazioni di Piccolo e Messaggero Veneto e di concentrazione su soltanto una parte di quel Nord Est spesso citato come punto di riferimento dai vertici aziendali”, dopo dodici mesi “di sforzi straordinari” nella gestione di “un complesso turn over che ha lasciato a lungo i reparti con organici inferiori alle necessità”.

impatto sulle vendite

Ma ci sono anche altri segnali che i giornalisti e i Cdr reputano poco incoraggianti e rischiano di mettere l’impresa su di un piano inclinato: ad esempio, l’aumento del prezzo di copertina di 20 centesimi del giornale a Trieste, Gorizia e Udine (Il Piccolo e Il Messaggero Veneto) arrivando così a un costo di 1,70 euro mentre a Pordenone e in tutto il Veneto, dove è forte la concorrenza del Gazzettino di Venezia, il prezzo della copia è fissato a 1,20.

La decisione, per altro, avrebbe causato un “impatto sulle vendite che ha penalizzato in questi mesi Il Piccolo e il Messaggero Veneto”, recita il comunicato: si parla d’una perdita consistente di copie per il Messaggero (più di mille al giorno), di diverse centinaia per il Piccolo. Una decisione, quella sul prezzo di copertina, che alla fine è andata ad inficiare il lavoro di recupero svolto nell’ultimo anno dalle redazioni che sono riuscite ad arginare la frana delle copie ereditata dalla gestione Gedi (-16%), a fronte di un -4% con la gestione Nem. 

interruzioni di rete

Altra nota dolente: a più d’un anno dall’ingresso di Nem, i redattori di Messaggero Veneto e Piccolo lamentano che “il supporto tecnologico al lavoro giornalistico è inadeguato”, responsabilità per altro attribuibile in gran parte alla passata gestione, “cui il nuovo editore sta cercando faticosamente di rimediare”, riconosce l’assemblea. Però tuttora le giornate in redazione “trascorrono fra i problemi”. Quali? “Dall’archivio malfunzionante alle interruzioni della rete e dei server, passando per i crash del software Atex, la forte riduzione di personale poligrafico e la totale assenza (al Piccolo), telefoni muti per giorni, falle nel sistema d’impaginazione, orari di apertura al pubblico ridotti per la mancanza di un front office e scarsa attenzione alle condizioni delle sedi di lavoro”.

figure apicali

Quindi, una critica precisa, che riguarda “la decisione di completare le assunzioni non con giovani giornalisti, ma con costose figure apicali esterne, frustrando in questo modo le legittime “ambizioni dei validi colleghi che da tempo reggono le sorti dei nostri giornali, con un impegno che supera di gran lunga i limiti fissati dal contratto di lavoro”. L’auspicio, si legge, “è che queste scelte servano a far funzionare i reparti verticali di Economia, Cultura e Sport”.

Le due “figure apicali esterne”, discusse, sarebbero quelle di Jacopo Guerriero, Capo ufficio stampa di Giunti editore, pubblicista, per la Cultura, una rete formidabile di contatti, si riconosce, e di Giovanni Armani, per lo Sport, giornalista professionista che dal 2019 vive a Berlino, dove guida la redazione italiana di OneFootball e collabora a Riformista, Brescia Oggi, Tuttosport, un passato anche da addetto stampa di Confindustria Brescia. Guerriero e Armani entrano con la qualifica di Caporedattore nella sede di Padova.

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fronte diviso

La disparità di trattamento lamentata dai friulani rispetto ai veneti ha finito anche col dividere il fronte tra le diverse testate delle due regioni. Visione rigettata.

A chi parla di “spaccatura” tra i Cdr veneti e friulani, si obietta che si tratta di rivendicazioni ed esigenze diverse nelle singole testate, mentre comuni sono le problematiche relative ai carichi di lavoro. Così per il momento le assemblee continuano ad essere “regionali” a testimonianza di diverse sensibilità. 

“proiettati al futuro”

Quanto a Nem, l’editore parla di “investimenti funzionali all’esecuzione di una strategia di sviluppo fondata sulla multimedialità”, rivendica 33 assunzioni, nella stragrande maggioranza di giovani al di sotto dei 35 anni, per incorporare professionalità nuove e adeguate ai tempi”, frutto di “competenze giornalistiche particolarmente strutturate e ‘rare’, che riguardano anche i settori ‘trasversali’ comuni ai 6 quotidiani”. Quindi ribadisce gli investimenti “in tecnologie, necessarie in particolare per costruire un percorso di crescita sul piano dell’informazione digitale “, su ambedue i fronti, “Friuli Venezia Giulia e Veneto”. E si dice disponibile al confronto sindacale “per condividere un percorso coerente, con la necessità di costruire un gruppo editoriale autorevole, solido, proiettato al futuro”.

Il resto si vedrà e il futuro è tutto da costruire. Entro due settimane è attesa la risposta di Nem, dopo di che potrebbe partire lo sciopero congiunto.

(nella foto, Jacopo Guerriero)    



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