Cuneo resterà con il cerino in mano? – Targatocn.it

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L’articolo uscito ieri su Targatocn, con l’annuncio della conferenza stampa in programma il prossimo 8 febbraio a Limone Piemonte, quando il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore al Commercio Paolo Bongioanni, che a Limone è anche consigliere, spiegheranno con quali modalità verranno assegnati i ristori per la chiusura del tunnel di Tenda, non cessa di suscitare reazioni. 

La Regione ha stanziato un milione di euro. Il criterio di assegnazione privilegerà le attività danneggiate – ristoratori, commercianti, albergatori – con la fetta più grossa destinata a quelle fisicamente più prossime al cantiere. Questo significa che sarà Limone e, via via, la valle, a godere dei maggiori ristori. 

Cosa resterà a Cuneo? Difficile dirlo ora, ma altrettanto difficile che possa arrivare qualcosa. Un milione, se si tiene conto che il tunnel è chiuso da cinque inverni, che Limone ha perso il 40% delle presenze e che ha pure subito un’alluvione, è una cifra che non potrà accontentare tutti. Né sarà possibile dare poche centinaia di euro a pioggia, perché significherebbe non accontentare nessuno. Va detto che anche gli artigiani hanno subito danni: tanti quelli che lavoravano in Costa Azzurra e che dalla provincia raggiungevano la zona via tunnel di Tenda. Chi ha continuato a lavorare, lo ha fatto con un aggravio di costi di trasporto e tempi 8e quindi ulteriori costi) davvero importanti. 

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Ieri l’assessore Bongioanni, raggiunto al telefono, ha spiegato che si utilizzeranno i criteri già adottati per il Covid. Una parte uguale per tutti, ipoteticamente 2 mila euro, e una parte parametratata sulla perdita di fatturato, da dimostrare con bilanci alla mano, o sulla cubatura delle attività danneggiate. Stamattina, presente al presidio degli agricoltori autonomi a Peveragno, ha fatto capire che una distribuzione del milione a pioggia non sarà possibile. E che quando si scenderà da Limone a Cuneo, passando anche per Borgo San Dalmazzo, sarà rimasto poco o niente. 

Il tema ieri è stato dibattuto nel consiglio comunale del capoluogo, sollevato dal consigliere Giancarlo Boselli tramite un’interpellanza dal tempismo perfetto. C’è preoccupazione per le sorti di Cuneo, che rischia seriamente di rimanere fuori dai ristori. 

Oggi la sindaca Patrizia Manassero ha scritto al presidente Cirio: “Secondo le dichiarazioni fin qui udite – scrive – sembrerebbe che destinatarie dei ristori sarebbero le attività comprese tra Limone Piemonte e Borgo San Dalmazzo, lungo la Valle Vermenagna.

Nel mio intervento ho avuto modo di ripercorrere i passaggi e gli scambi avvenuti con lei, Presidente, riguardo a questo tema, dopo il suo annuncio, fatto a Limone la scorsa estate, di destinare 3 milioni di euro – derivanti dai rimborsi previsti alla Regione da parte di Anas per i soldi stanziati per le navette tra Limone e Tenda – ai ristori. In quella occasione aveva proposto di ragionare insieme sul metodo di distribuzione, citando come ipotesi il sistema del “cratere”, che si allarga attorno al punto più colpito, in questo caso Limone.

Insieme alla comunità dei sindaci avevamo immaginato e proposto che fosse coerente affidare alla Camera di Commercio la definizione del metodo per ripagare il danno subito da tutto il territorio, da Limone a Cuneo, e da tutte le attività del territorio.

Attendiamo di ascoltare che cosa lei comunicherà a Limone Piemonte. Di sicuro le decisioni assunte non sono passate, fin qui, dal confronto con i sindaci.

Ribadisco quanto detto al colle di Tenda: non è solo una percezione, ma una consapevolezza che tutte le categorie ci hanno rappresentato: ad essere colpito è stato certamente il commercio, insieme alla ricezione turistica e alla ristorazione, ma anche il mondo dell’artigianato che aveva un mercato non indifferente sulla Costa Azzurra. Vero è che i rimborsi debbano essere calibrati sulla differenza di fatturato, però il peso della chiusura del Colle di Tenda ha colpito una molteplicità di categorie economiche a largo raggio.

Per questo torno a sollecitare la Regione a mantenere fede all’obiettivo dei 3 milioni con i quali, anche se non immediatamente, tutti, da Limone, fino alla città di Cuneo, potranno essere equamente e lecitamente, compensati almeno in parte”.

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La Manassero solleva la questione dei 3 milioni che Anas aveva promesso di rifondere, almeno in parte, alla Regione Piemonte. Quei soldi erano stati stanziati per l’attivazione delle navette tra Limone e Tenda, i cosiddetti “treni della neve”, proprio a compensazione della chiusura del tunnel. Un “risarcimento” da destinare ai danneggiati del Tenda. Con quei tre milioni qualcosa probabilmente sarebbe potuto arrivare anche a Cuneo. Ma ad oggi, come ha sottolineato ieri il sindaco di Limone Riberi, quella promessa non è stata mantenuta. C’è il milione della Regione. Non c’è la restituzione parziale dei quei 3 milioni da parte di Anas, milioni messi tra l’altro dalla Regione, e quindi, da tutti i cittadini. 

Insomma, un ennesimo capitolo sul Tenda che rischia di creare profondi malumori. Era il 5 agosto scorso quando Cirio, al cantiere del Tenda, dichiarava quanto ricordato dalla stessa Manassero: “La Regione ha pagato di tasca propria 3 milioni di euro per le navette della neve. Anas ce ne darà una parte e noi li restituiremo tramite bonus per i ritardi dei cantieri, come previsto dalla legge in caso di ritardi dei cantieri. Qui le ragioni ci sono in pieno. Abbiamo trovato il modo di riconoscere un risarcimento a chi ha patito questi anni di assenza del tunnel. I criteri terranno conto della vicinanza al tunnel, dove maggiore è stato l’impatto. Ma concorderemo tutto coinvolgendo il territorio e le associazioni di categoria”.

Un discorso che partiva dalla convinzione, o speranza, che i soldi fossero molti di più. Ma così al momento non è. C’è un solo milione della Regione. 

Niente a cui il territorio non si sia purtroppo abituato. 

Parole e promesse sempre disattese. In quella stessa giornata, il 5 agosto, al Tenda c’era anche il commissario straordinario al Tenda, ingegner Nicola Prisco. Fine lavori entro il 15 novembre, poi un mese per i necessari collaudi di modo da arrivare al 15 dicembre con tutte le verifiche effettuate e, entro la fine dell’anno, poterlo finalmente aprire al traffico. La fine dell’anno era il 2024. E il tunnel è ancora chiuso. 



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