Guerra civile in Sudan, la Caritas di Trivento lancia una raccolta fondi

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La Caritas diocesana di Trivento lancia una raccolta fondi a sostegno delle popolazioni del Sudan colpite da un conflitto interno che ha portato il Paese alla fame. Il direttore don Alberto Conti fa sapere di aver già inviato un primo contributo di 10mila euro per aiutare la popolazione duramente ferita dalle conseguenze della guerra che è una delle tante guerre dimenticate.
«Domenica scorsa papa Francesco all’Angelus – ricorda don Alberto – ha richiamato a tutti noi la gravissima situazione che sta vivendo il Sudan, dove guerra e fame stanno portando la popolazione allo stremo. Per offrire un contributo ci sono le seguenti modalità: Caritas Trivento – Diocesi di Trivento IBAN IT12 A 08189 41140 000 000 016968, BCC della Valle del Trigno – Agenzia di Trivento, Bollettino C/C postale n. 10431864 intestato a Caritas Trivento. Causale: Guerra in Sudan. La guerra scoppiata ad aprile 2023 tra i due generali ex-alleati che dal 2021 hanno preso il potere con un colpo di stato, continua ad aggravarsi. Il conflitto, oltre ad infliggere violenze efferate alla popolazione civile, ha provocato la più grave crisi umanitaria al mondo definita dall’Oni “di sconvolgenti proporzioni”. “Oltre metà della popolazione sudanese – 26,5 milioni – spiega la Caritas – è in una condizione di grave carenza di cibo. Di questi oltre 8 milioni sono a un passo dalla catastrofe umanitaria. In alcune aree nel Darfur settentrionale centinaia di migliaia di persone sono già in condizioni disperate. Donne, uomini, bambini muoiono di fame. Secondo l’Unicef, senza un intervento immediato, 770mila bambini sotto i cinque anni subiranno una forma mortale di malnutrizione in questo anno 2025. Gli enormi bisogni rilevati sono dovuti anche agli ostacoli frapposti all’accesso degli aiuti umanitari a causa dell’insicurezza in molte aree e alla scarsità dei fondi messi a disposizione per le Agenzie umanitarie dai governi e dai donatori internazionali. In continua crescita le persone che fuggono dalla guerra. Si è raggiunto il numero record di 12,5 milioni di cui 9 all’interno del Paese e 3,5 fuggite nei Paesi vicini: Egitto, Sud Sudan, Ciad, Etiopia, Libia, Repubblica Centrafricana. Molto critica la situazione in Sud Sudan, Paese già tra i più poveri al mondo, che sta accogliendo oltre un milione di profughi dal Sudan, la gran parte sud sudanesi trasferitisi in Sudan negli anni precedenti a causa di guerra e povertà e ora per l’ennesima volta costretti a fuggire. In Sud Sudan è in corso una grave epidemia di colera proprio nelle aree di confine, dove stanno arrivando le persone dal Sudan. Caritas Italiana è impegnata sin dall’inizio della crisi sostenendo un ampio piano di aiuti alla popolazione sfollata e alle comunità ospitanti in diverse località del Sudan e nei paesi di accoglienza congiuntamente ad altre realtà internazionali e locali. Il piano consiste in sostegni in denaro, attività per l’acqua e igiene, nutrizione, protezione da violenza di genere. L’intervento, pur tra innumerevoli difficoltà e le scarse risorse, ha raggiunto oltre 20mila persone con aiuti in denaro e la fornitura di materiale igienico sanitario. Le attività proseguono anche in Sud Sudan, Ciad e Egitto dove la Caritas sta fornendo assistenza umanitaria ai profughi e alle comunità ospitanti soprattutto per quanto riguarda il cibo e l’igiene. Oltre 40mila persone sono state aiutate. Dall’inizio della crisi Caritas Italiana ha già impegnato oltre 1 milione di euro ed ha stanziato ora altri 250mila euro per gli aiuti in Sud Sudan. Nel frattempo nella Repubblica democratica del Congo precipita la situazione a Goma occupata dai ribelli del M23 collegati al Ruanda. Centinaia di miglia di persone in fuga e il rischio di una nuova guerra su ampia scala. Anche qui è la popolazione civile, già vessata da decenni di violenze e sfollamenti, a farne le spese. Caritas Italiana è in contatto con la Caritas locale con la quale collabora da anni per il sostegno alla martoriata popolazione nella regione orientale. La Caritas, molto presente nella regione del Kivu con numerosi programmi di aiuto alla popolazione, pur nel disorientamento e nel timore generale, – concludono da Trivento – sta monitorando la situazione e predisponendo un piano per l’assistenza dei nuovi sfollati».



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