Metro M1: 60 anni di innovazione

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Correva l’anno 1964 quando Milano, in un’Italia in piena ripresa economica e sociale, fece un grande passo in avanti nel trasporto pubblico inaugurando la sua prima linea metropolitana, la M1, oggi soprannominata “la rossa” dai milanesi. Il 1° novembre 1964, alle 10:41 precise, il primo treno della M1 partiva da piazzale Lotto, dirigendosi verso nord fino a Sesto Marelli alla presenza dell’allora sindaco Pietro Bucalossi e del cardinale Giovanni Colombo. Inizialmente, la linea si estendeva per 12,5 km e contava 21 stazioni, collegando la periferia nord al cuore della città.

Negli anni successivi, la M1 non si limita semplicemente a servire l’utenza ma si sviluppa in modo costante, adattandosi alle esigenze di una città in continua espansione. Negli anni ‘60 e ‘70, vengono realizzati i primi prolungamenti verso sud, con l’inaugurazione delle stazioni tra Pagano e Gambara e, successivamente, fino a Inganni. Parallelamente, verso nord, la linea va a estendersi fino a QT8 e Molino Dorino.

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2. Tra i passeggeri del primo viaggio della M1 c’erano il sindaco, Pietro Bucalossi, e il cardinale Giovanni Colombo che prima dell’inaugurazione benedì la nuova infrastruttura

Gli anni ‘80 e ‘90 vedono ulteriori ampliamenti, con l’arrivo della M1 a Sesto 1° Maggio FS – attuale capolinea della linea – e infine a Bisceglie. Ed è proprio negli anni ‘90 che la M1 inizia a essere riconosciuta a livello internazionale come esempio di efficienza e design. Un’ulteriore tappa fondamentale nella storia della linea 1 è l’estensione fino a Rho Fieramilano, inaugurata nel 2005. Questo prolungamento, oltre a servire la Fiera di Milano, contribuisce a migliorare i collegamenti con l’hinterland e a rendere la metropolitana un punto di riferimento per i visitatori di Expo 2015.

3. Il cantiere della metropolitanalinea 1 in via Marco Minghetti e, sullo sfondo, il Castello Sforzesco
3. Il cantiere della metropolitana linea 1 in via Marco Minghetti e, sullo sfondo, il Castello Sforzesco

E oggi la M1 si appresta a raggiungere anche Baggio grazie alla nuova tratta lunga 3,3 km completamente interrata (si veda Strade & Autostrade n° 167, pag. 106). La linea 1 della metropolitana milanese non è solo un mezzo di trasporto ma anche un’icona del design italiano. Le prime stazioni, progettate da Franco Albini e Bob Noorda, sono ancora oggi considerate un capolavoro di eleganza e funzionalità. La loro grafica semplice e lineare, unita all’uso di materiali di alta qualità, ha ispirato numerose altre metropolitane nel mondo.

I lavori per la realizzazione

La costruzione della linea 1 della metropolitana milanese ha rappresentato una pietra miliare nell’ingegneria civile italiana. L’adozione di una metodologia costruttiva innovativa, denominata “metodo Milano”, ha influenzato significativamente le successive realizzazioni di infrastrutture sotterranee.

4. Un notiziario Atm del 1959 che informa sull’avanzamento dei lavori della linea 1. Sarà inaugurata 5 anni dopo, nel 1964

Il metodo Milano

La realizzazione di nuove linee metropolitane in contesti urbani densamente popolati richiede soluzioni ingegneristiche avanzate che minimizzino l’impatto sulla viabilità e sull’ambiente circostante.

Il “metodo Milano”, detto anche “cut and cover”, rappresenta una tecnica consolidata e particolarmente adatta a tali contesti. Il processo costruttivo di una galleria metropolitana, con questo metodo, inizia con un’attenta fase di progettazione preliminare che prevede indagini geotecniche e strutturali dettagliate per valutare la fattibilità dell’opera e definire le misure di consolidamento necessarie. Una volta approvato il progetto definitivo, si procede alla preparazione del cantiere con la recinzione dell’area e la deviazione delle reti di servizio.

5. Uno scorcio della stazione di San Babila, dove oggi arriva anche laM4 che collega la stazione ferroviaria di San Cristoforo all’aeroporto di Linate
5. Uno scorcio della stazione di San Babila, dove oggi arriva anche la M4 che collega la stazione ferroviaria di San Cristoforo all’aeroporto di Linate

La costruzione vera e propria della galleria inizia con la realizzazione di diaframmi, pareti in calcestruzzo armato che contengono il terreno scavato e prevengono cedimenti. Contemporaneamente, si procede al consolidamento del terreno mediante jet grouting, una tecnica che consiste nell’iniezione di miscele cementizie per migliorarne la resistenza e l’impermeabilità. A questo punto, viene posizionata l’impermeabilizzazione multistrato esterna alla stazione e si realizza il “solettone di fondo”, una soletta in calcestruzzo armato che costituisce il fondo della galleria e su cui verranno posati i binari.

Il metodo Milano presenta numerosi vantaggi: riduce l’impatto sulla viabilità, aumenta la sicurezza, è versatile ed efficiente. Grazie a queste caratteristiche, si è affermato come una delle tecniche più efficaci per la realizzazione di gallerie metropolitane in contesti urbani complessi.

Le fasi dei lavori Le fasi principali dei lavori di costruzione della linea sono state:

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  • scavo delle trincee: venivano realizzate due profonde trincee parallele al tracciato della futura linea, delimitando l’area di lavoro;
  • costruzione delle paratie: all’interno delle trincee venivano installate paratie in calcestruzzo armato, progettate per resistere alle spinte del terreno e garantire la stabilità delle pareti dello scavo. La scelta dei materiali e lo spessore delle paratie variavano in funzione delle caratteristiche geologiche del sottosuolo;
  • scavo del tunnel: una volta garantita la stabilità delle pareti, si procedeva allo scavo del tunnel vero e proprio, utilizzando escavatori e attrezzature specifiche per il taglio del terreno;
  • costruzione delle strutture portanti: all’interno del tunnel scavato, venivano realizzate le strutture portanti in calcestruzzo armato, destinate a sostenere il peso del sovrastante terreno e dei carichi provenienti dal traffico;
  • copertura e finiture: l’ultima fase consisteva nella copertura del tunnel con una soletta in calcestruzzo armato e nella realizzazione delle finiture interne ed esterne, compresi gli impianti tecnologici. Vantaggi e sfide del metodo Milano Fra i vantaggi che hanno consentito al metodo Milano di diffondersi, ne citiamo almeno tre:
  • maggiore controllo: la possibilità di lavorare a cielo aperto consentiva un controllo più accurato delle operazioni di scavo e un monitoraggio continuo dello stato del terreno;
  • flessibilità: l’approccio a cielo aperto facilitava l’introduzione di modifiche progettuali in corso d’opera, garantendo una maggiore adattabilità alle eventuali variazioni geologiche o alle esigenze del cantiere;
  • sicurezza: l’utilizzo di paratie e di sistemi di sostegno provvisori contribuiva a ridurre significativamente i rischi per la sicurezza dei lavoratori.

Tuttavia, questa metodologia ha comportato anche alcune sfide, come la necessità di gestire grandi volumi di scavo e di smaltimento dei materiali di risulta, nonché la gestione del traffico veicolare e pedonale nelle aree circostanti.

La M1, realizzata con il metodo Milano, ha rappresentato così un punto di svolta nell’ingegneria delle costruzioni sotterranee, dimostrando la fattibilità e l’efficacia di un approccio innovativo. Le soluzioni tecniche adottate e le esperienze maturate durante la realizzazione di questa linea hanno influenzato numerosi progetti successivi, sia in Italia sia all’estero, contribuendo a diffondere le conoscenze e le competenze nel settore delle infrastrutture metropolitane.

L’evoluzione dei treni

6. È entrato in casa Atm a dicembre il nuovo modello di treno
destinati alla M1. È il primo dei 21 nuovi convogli per un contratto
del valore di 168 milioni di euro

La linea M1 di Milano resta un pilastro fondamentale del sistema di trasporto pubblico milanese. Parallelamente all’espansione della rete, naturalmente, si è assistito a una costante evoluzione del materiale rotabile, con l’introduzione di nuove tecnologie e soluzioni progettuali che hanno migliorato significativamente l’esperienza di viaggio dei passeggeri.

I primi treni della M1, definiti “Tradizionali”, hanno rappresentato un punto di riferimento per l’industria ferroviaria nazionale. Realizzati interamente in Italia, questi convogli hanno introdotto soluzioni innovative per l’epoca, come l’impianto di climatizzazione e i sistemi di videosorveglianza. A partire dal 2008, la flotta della M1 è stata progressivamente rinnovata con l’introduzione dei treni Meneghino.

Questi nuovi convogli, realizzati da AnsaldoBreda e Firema, presentavano un design più moderno e aerodinamico rispetto ai predecessori, con una particolare attenzione all’illuminazione interna e all’ergonomia dei sedili. Inoltre, l’introduzione di display informativi multilingue ha reso l’esperienza di viaggio più intuitiva per i passeggeri.  Nel 2015, con l’arrivo dei treni Leonardo, prodotti da Hitachi Rail a Reggio Calabria, la M1 ha fatto un ulteriore salto in avanti in termini di tecnologia e comfort.

Questi nuovi convogli si distinguono per un design minimalista e luminoso, con l’utilizzo di materiali di alta qualità e soluzioni tecniche all’avanguardia.

L’introduzione di sedili a panca e la razionalizzazione degli spazi interni hanno permesso di aumentare la capacità dei treni e di migliorare la circolazione dei passeggeri.

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