Si faceva arrivare la droga dalla California via posta, pagandola in bitcoin e spacciandola su Telegram: un arresto a Monopoli – Foto 1 di 4

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MONOPOLI – Un canale statunitense per l’approvvigionamento di marijuana di diversa qualità e con differente capacità drogante. Lo aveva individuato un uomo di Monopoli, in provincia di Bari, per il quale è stata eseguita una misura cautelare in carcere dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti. Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca ‘allargata’, per un importo complessivo di circa 80mila euro. I pacchi, con all’interno la droga, partivano dalla California. L’operazione ha preso il via da una indagine della Compagnia delle Fiamme Gialle di Monopoli, con il coordinamento del I Gruppo Bari, al termine della quale è emersa un’organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti particolarmente articolata.

Il mittente era una società che opera nel commercio di ricambi per moto, il destinatario, invece, era una persona vicina all’indagato ma non convivente. L’indirizzo indicato, invece, era completamente falso, dal momento che riportava una via esistente ma un numero civico fittizio. A questo punto, il giorno della consegna, il corriere contattava il numero telefonico riportato nelle informazioni di tracking accordandosi con l’indagato su un luogo di consegna improvvisato al momento. Le utenze sono risultate intestate a extracomunitari non censiti nell’anagrafe della popolazione residente.
Una volta ricevuta la merce e dopo aver effettuato il pagamento in bitcoin al fornitore americano, il responsabile organizzava le consegne al dettaglio attraverso la messaggistica istantanea di Telegram servendosi di corrieri nazionali. Il presunto responsabile arrestato è stato portato nel carcere di Bari.

Quando il 23enne di Monopoli (Bari) Alberto Garrappa fu arrestato in flagranza nel marzo 2024, dopo aver ricevuto un pacco con circa 4,4 chili di marijuana, spiegò di essere solo un intermediario di un utente conosciuto su Telegram, che gli aveva chiesto di spedirgli quel pacco e di tenerne un pò per uso personale. Gli 11.500 euro trovati dai finanzieri, poi, sarebbero stati il risultato di scommesse vinte, con tanto di schedine per documentarle. E per questo, nonostante la convalida dell’arresto, non fu sottoposto a misura cautelare.

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Le indagini successive, basate sull’analisi del suo telefono, avrebbero però dato agli inquirenti un quadro molto diverso: Garrappa, infatti, avrebbe gestito un importante traffico di droga (soprattutto marijuana, ma anche altre sostanze) importata dalla California, pagata in bitcoin e poi rivenduta su Telegram. In questo modo, nonostante ufficialmente fosse solo uno studente universitario con un impiego da aiuto cuoco, con appena 9mila euro di redditi dichiarati dal 2019 al 2024, nel tempo avrebbe accumulato contanti per oltre 110mila euro, sparsi tra le diverse carte in suo possesso (alcune anche su conti stranieri). Lui e il fornitore si erano anche conosciuti di persona, durante un viaggio che Garrappa aveva fatto a Los Angeles e Las Vegas e durato circa 20 giorni.

Per questo il 23enne è stato portato in carcere a Bari su disposizione del gip Nicola Bonante. A lui è contestato il traffico di stupefacenti. I soldi guadagnati con la vendita di droga, poi, sarebbero stati ripuliti grazie all’aiuto di due gestori di centri scommesse della provincia di Bari, che gli avrebbero consegnato diverse schedine vincenti giocate da altri scommettitori, aiutandolo anche a superare i limiti al contante stabiliti dalle norme antiriciclaggio. Al 23enne sono stati anche sequestrati 80mila euro considerati il provento dell’attività illecita.

LE CONVERSAZIONI

Far arrivare con successo la droga in Italia, dall’America, sarebbe stato più facile rispetto ad altri paesi europei come Belgio, Olanda o Germania. A dirlo è il fornitore californiano di marijuana e delle altre sostanze comprate da Alberto Garrappa, il 23enne di Monopoli (Bari) finito in carcere con l’accusa di traffico di stupefacenti. Il dato emerge da una conversazione su Telegram nella quale i due discutono su un pacco che, inviato dagli Stati Uniti, rimase per giorni fermo a Fiumicino per dei controlli doganali. I finanzieri romani segnalarono il fatto ai colleghi di Monopoli, specificando come si trattasse dell’ennesima consegna tra lo stesso mittente e lo stesso destinatario, risultati poi entrambi inesistenti. Nel pacco c’erano 4,4 chili di marijuana per i quali Garrappa fu arrestato in flagranza nel marzo 2024.
Garrappa, preoccupato per il destino del pacco, in una conversazione chiese al suo fornitore se fosse più sicuro far arrivare la droga in altri paesi europei. Ma l’americano rispose di no, sostenendo come fosse più difficile superare i confini in Belgio, Olanda e Germania. L’Italia, invece, avrebbe un tasso di atterraggio considerato incredibile, nonostante alcune fisiologiche perdite.



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