Banche centrali, Fed e Bce quanto sono indipendenti?

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In queste ultime settimane si è riproposto, con prese di posizioni pubbliche di esponenti di primo piano a livello internazionale, il tema dell’indipendenza delle banche centrali. Donal Trump è tornato a criticare il presidente della Fed, Jerome Powell, in riferimento al modo, a suo dire sbagliato, con il quale la banca centrale ha reagito all’inflazione e ha detto che avrebbe pensato lui a fare ciò che Powell non aveva fatto. Vedremo gli sviluppi.

Trump e l’ambizione di fare degli Usa la capitale delle cripto

Altro argomento di contrasto è costituito dalla pervicacia con la quale Trump intende, secondo il suo progetto di fare degli Usa la capitale mondiale delle cripto valute, trasformare alcune di queste in componenti delle riserve valutarie della Fed, mentre quest’ultima appare contraria.

La difesa dell’autonomia per Christine Lagarde

Dopo le prime dichiarazioni di Trump, la presidente della Bce, Christine Lagarde, in alcune occasioni pubbliche, ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’autonomia e indipendenza delle banche centrali. L’indipendenza delle banche centrali è una componente dell’assetto democratico di un Paese; risponde alla logica della separazione di poteri e funzioni fondamentali; può essere considerata anche un forte «contrappeso» del potere esecutivo, in particolare.

Il principe è avvertito dal tesoriere su quali siano le conseguenze sul valore della moneta delle misure di politica economica e di finanza pubblica. È una spia rossa che si accende. Se l’accensione di questa è nelle mani dello stesso destinatario o, comunque, quest’ultimo può influenzare la relativa decisione, si è in una situazione in cui il principe diventa re o, meglio, dittatore con tutti i poteri più rilevanti nella propria disponibilità.

L’indipendenza dei governi e delle banche centrali

Così come deve essere autonoma e indipendente una banca centrale, allo stesso modo autonomi e indipendenti sono i governi che rispondono al Parlamento. Anche le banche centrali, in ultima istanza, rispondono ai Parlamenti e agli organi che deliberano le nomine dei vertici nei casi fissati dalle leggi. La Bce ha la sua fonte di legittimazione nel Trattato Ue che ha, per l’Italia, il rango di legge costituzionale e che ne tutela l’indipendenza insieme con le altre banche centrali dell’Eurosistema.

Tra queste, dunque, la Banca d’Italia la quale già fruisce, nella Costituzione materiale, di una propria storica indipendenza che la vede collegata all’articolo 47 della Carta sulla Tutela del Risparmio. Lo status di indipendenza non contrasta affatto con la discussione e la critica – che ovviamente non esondi in giudizi offensivi – delle scelte di una istituzione della specie.

Anzi la esige come humus per un miglioramento della propria azione e non può essere scambiata per pregiudizialità. Nella mia esperienza, anche nei momenti di una dialettica durissima, aspra con i governi, la Banca d’Italia non si è mai lamentata delle critiche, ma ha sempre risposto con argomentazioni rigorose.

La discordia concors tra esecutivo e banca centrale

Tra esecutivo e banca centrale esiste una «discordia concors», comportamenti oggettivamente diversi, mezzi e fini immediati diversi, ma piena convergenza sui fini ultimi, sulla rispondenza delle rispettive azioni agli interessi generali. Naturalmente, si può incorrere anche in errori da parte del banchiere centrale: è importante, se accade, ammetterlo e porvi riparo. Molto dipende, come accennato, dagli ordinamenti, dalla situazione ma poi vi è l’importanza dell’agire concreto, della professionalità e capacità che danno sostanza alla tutela apprestata dalle norme.

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Per ultimo, ma non certo per importanza, vi è il modo in cui si nominano i vertici, cruciale essendo l’impermeabilità a processi di lottizzazione partitica. È difficile che tutti questi requisiti e vincoli possano essere soddisfatti ovunque, in Paesi, cioè, con Costituzioni diverse e diversi regimi politico-istituzionali.

Le sfide della Bce

Le trasformazioni in atto – si pensi, per la Bce, all’euro digitale e alla posizione nei confronti delle cripto valute – accentueranno l’importanza degli Istituti in questione. Ma, pensando alla Bce e alla Banca d’Italia, il ruolo della Vigilanza bancaria ad esse affidato diventa ancora più complesso e delicato, ricordando che comunque la supervisione è stata storicamente attribuita alla Banca d’Italia e che essa oggi, pur ridotta per il trasferimento di una larga parte di funzioni alla Bce, richiede un potenziamento e un’innovazione nell’esercizio. (riproduzione riservata)



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