Bonus edilizi: Davide Sarnataro denuncia i rischi delle nuove norme

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Microcredito

per le aziende

 


Davide Sarnataro è il presidente della Rete Maestri Costruttori, una rete di imprese che raccoglie circa un centinaio di aziende edili del Centronord Italia. Con lui analizziamo l’impatto dello sconto fiscale e i bonus edilizi, ora neutralizzato dalla legge di Bilancio. Con la proposta di un nuovo sistema.

Davide Sarnataro | Presidente della Rete Maestri Costruttori

Microcredito

per le aziende

 

Vorremmo approfondire il tema dei bonus edilizi, che negli ultimi anni hanno giocato un ruolo centrale per il settore. Come valuta l’evoluzione di questi incentivi?

I bonus edilizi sono stati introdotti da quasi vent’anni, ma per molto tempo sono rimasti sottoutilizzati, principalmente a causa della complessità per i cittadini di beneficiare delle detrazioni fiscali. Negli ultimi anni, però, con l’introduzione dello sconto in fattura e la cessione del credito, le cose sono cambiate.

Questi meccanismi hanno aperto la possibilità a molte più persone di usufruire delle agevolazioni, superando il problema delle detrazioni che spesso erano utilizzabili solo da una parte limitata dei contribuenti, tendenzialmente quelli con una capienza fiscale maggiore, i più ricchi in qualche modo.

Il punto di svolta è stato durante la pandemia, giusto?

Assolutamente. Durante la pandemia, con l’emergenza sanitaria in atto, è stato introdotto il superbonus, una misura straordinaria per dare una spinta al settore e, al contempo, migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici.

Questa agevolazione, prevista dall’articolo 119 del decreto legge 34/2020, ha offerto una detrazione del 110% sulle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per interventi legati all’efficienza energetica e alla riduzione del rischio sismico.

Quali erano gli obiettivi principali di questa misura?

L’obiettivo principale era duplice: da una parte, ridurre l’impatto ambientale attraverso l’efficientamento energetico degli edifici, che sono una delle principali fonti di inquinamento in Europa, come confermato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Dall’altra, ridurre il rischio sismico, dato che una grande percentuale del patrimonio edilizio italiano si trova in zone a rischio. Questi interventi erano ormai indispensabili, sia per l’ambiente che per la sicurezza dei cittadini.

E come è stato accolto il superbonus in Italia e in Europa?

In Italia, dopo un inizio incerto, il superbonus ha preso vigore. Politicamente, è stato sostenuto da quasi tutte le forze, con alcune differenze su dettagli e applicazioni.

Anche a livello europeo è stato preso come modello, adattato con varie varianti nei diversi Paesi, ma l’idea di incentivare la riqualificazione edilizia e l’efficienza energetica è rimasta centrale. Grazie a queste misure, centinaia di migliaia di edifici in Italia sono stati riqualificati sia dal punto di vista energetico che sismico.

Tuttavia, negli ultimi anni sembra che ci siano stati dei problemi. Perché?

Sì, purtroppo con il tempo l’utilizzo del superbonus è diventato sempre più complicato. La cessione del credito e lo sconto in fattura, che inizialmente erano strumenti cruciali per permettere a tutti di accedere agli incentivi, sono diventati più difficili da applicare.

Banche e istituti come Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti hanno iniziato a limitare o bloccare la possibilità di acquistare i crediti, rendendo il processo molto lungo e complesso. Inoltre, sono state introdotte una serie di norme restrittive che hanno reso l’accesso ai bonus sempre più complicato.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Bonus edilizi

Qual è il rischio per il settore edilizio con queste restrizioni?

Il rischio è enorme. Le continue modifiche normative hanno reso i bonus edilizi tra le norme più cambiate in brevissimo tempo. Questo ha creato molta incertezza, e molti punti rimangono poco chiari, come il cosiddetto decalage delle detrazioni, che prevede un passaggio dal 110% al 70% entro il 31 dicembre 2024, e al 65% entro il 2025.

Se la misura non verrà prorogata, molte imprese, soprattutto piccole e medie, rischiano di trovarsi indebitate o addirittura fallire.

Alcuni critici parlano di un debito pubblico che il superbonus ha contribuito a creare. Come risponde?

È vero che il superbonus ha avuto un impatto sui conti pubblici, ma è importante considerare anche l’aspetto positivo. È stato un propulsore per la ripresa economica post-covid, ha contribuito alla crescita del Pil, ha ridotto il lavoro nero nel settore edile e ha portato maggiori entrate fiscali.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il debito generato è un problema, ma bisogna valutare il bilancio complessivo, sia in termini di benefici economici che di impatto ambientale e sicurezza.

Qual è la sua opinione sulle prospettive future?

Purtroppo, siamo passati da un forte supporto al superbonus a una vera e propria caccia alle streghe. Tuttavia, con gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea per la riqualificazione energetica, molti cittadini rischiano di rimanere senza soluzioni concrete.

Oltre al superbonus, ci sono altri incentivi come quello per le comunità energetiche, ma faticano a decollare a causa di complessità burocratiche.

Ci sarebbe davvero bisogno di una pianificazione chiara e sostenibile nel lungo periodo, capace di supportare i cittadini e le imprese, con particolare attenzione ai più bisognosi e agli edifici con maggiori criticità.

Quindi quale sarebbe la soluzione?

La soluzione passa da meccanismi incentivanti concreti e accessibili. Lo sconto in fattura e la cessione del credito sono stati strumenti fondamentali, ma servono sistemi che siano alla portata delle reali esigenze del Paese.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’importante è che il settore edilizio non venga lasciato indietro, soprattutto per quanto riguarda la riqualificazione energetica e sismica, che rimangono questioni prioritarie.

di Franco Saro



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