Migranti, i punti in comune tra le proposte di Cdu e l’estrema destra Afd. Controlli alle frontiere e rimpatri: cosa vogliono i tedeschi

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Il Bundestag ha bocciato a sorpresa il disegno di legge per la riforma dell’asilo politico, voluto dal candidato alla cancelleria tedesca della Cdu, Friedrich Merz, e che ha trovato il sostegno dell’estrema destra di Alternative für Deutschland. Un pacchetto sul quale è intervenuta pure l’ex Cancelliera Angela Merkel, che ha parlato di mero calcolo politico da parte dei cristiano-democratici. “Questa è una settimana che ha fornito chiarimenti”, ha dichiarato Merz, rivendicando di volere un vero cambiamento in materia di migrazione. Alice Weidel (AfD) lo ha però accusato di avere “copiato” le proposte del suo partito, mentre per sette anni le aveva respinte. Merz ha giustificato il corso del suo partito con la volontà di non lasciare a AfD l’agenda della lotta alla migrazione irregolare per ridurne i consensi, mentre “Verdi e SPD non sono disposti a intraprendere la strada auspicata dai cittadini in materia di politica migratoria”. Il politilogo Benjamin Höhne dell’Università tecnica di Chemnitz ha dichiarato a ZdF di aver l’impressione però che “su questo tema la Cdu si lasci guidare dall’AfD” e che la politica migratoria sia “stata ridotta soltanto all’aspetto sicurezza”.

Anche se la maggior parte delle mozioni della AfD includevano istanze non riprese questa settimana da CDU/CSU, ci sono effettivamente dei paralleli. La richiesta dell’Unione democristiana di controlli permanenti alle frontiere, evidenzia ZdF, non è sostanzialmente diversa da quella che la AfD presentò nel novembre 2017 di “garantire immediatamente una protezione completa ed efficace del confine tedesco” e “effettuare questi controlli alle frontiere in modo tale che il risultato sia un fondamentale rifiuto di attraversamenti non autorizzati delle frontiere – questo anche nel caso in cui un migrante (…) adduca motivi di persecuzione o protezione“. Nel relativo dibattito al Bundestag del marzo 2018, il deputato della CDU Detlef Seif definì la mozione un “attacco frontale contro una delle più grandi conquiste dell’Unione europea”, sottolinea ZdF.

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Nel settembre 2023 il Parlamento rifiutò anche un piano in undici punti della AfD in cui si chiedeva di “imporre un sostanzioso rimpatrio degli stranieri obbligati per legge a lasciare il Paese contestualmente all’esame tempestivo della possibilità di finanziare l’ampliamento dei centri di detenzione per l’espulsione”. Le proposte AfD erano persino più caute di quanto adesso non sia stato fatto da CDU/CSU chiedendo che quanti legalmente obbligati a lasciare il Paese siano “presi immediatamente in custodia”. AfD aveva domandato poi già il 29 agosto 2023 di ampliare i poteri della polizia nelle espulsioni.

Cosa chiedono i tedeschi – Il rilevamento ARD-DeutschlandTrend registra d’altronde che una maggioranza dei tedeschi è favorevole a più verifiche alle frontiere, il 67% vorrebbe che gli attuali controlli temporanei fossero permanenti ed il 57% è d’accordo nel respingere chiunque privo di documenti validi di ingresso anche se vuole fare domanda di asilo. Il sondaggio Politbarometer ZdF evidenzia quanto l’argomento sia divisivo: il 47% giudica positivamente che la CDU abbia ottenuto l’approvazione di una mozione di freno all’immigrazione anche se coi voti della AfD, mentre il 48% trova che sia stato sbagliato. Significativo, peraltro, che il 56% valuti che basterebbe applicare con più rigore le regole già esistenti e solo il 41% che sia necessario inasprirle; due blocchi uguali al 48% si contrappongono poi nel giudizio se i problemi legati alla migrazione si possano ridurre sensibilmente con le misure delegate mercoledì al governo.

Il nodo dei rimpatri – Il Cancelliere Scholz punta piuttosto all’attuazione del Patto europeo per l’asilo e l’immigrazione. Il lato debole restano i rimpatri. Se per Scholz la causa è il mancato coordinamento tra gli enti federali e statali e la mancata applicazione conseguente delle leggi già esistenti, il commissario europeo agli Interni Magnus Brunner intervenendo alla Conferenza dei Ministri degli interni a Varsavia ha ammesso la necessità di “nuove regole”, la Commissione presenterà una nuova direttiva europea sui rimpatri da implementare entro la metà dell’anno. Sempre più Paesi d’altronde vogliono forzare la legislazione europea fino a farla crollare. Il governo polacco ha parzialmente sospeso il diritto d’asilo, in particolare per i migranti portati al confine dalla Bielorussia, alleata della Russia. La Finlandia si comporta allo stesso modo. Nei Paesi Bassi, il governo sta lavorando per inasprire significativamente la legge sull’asilo e ha già chiesto un’uscita dalla legislazione europea a Bruxelles.

Elettori contro la collaborazione tra Cdu e Afd – Sul rifiuto ad una collaborazione aperta tra CDU e AfD l’orientamento nel Politbarometer ZdF resta ancora netto, 66% contro 31%. Il quadro potrebbe però cambiare dopo che venerdì a Merz è mancato l’appoggio di ben 12 deputati del suo gruppo e 23 della FDP. Per ora il rilevamento INSA diffuso sabato registra ancora la CDU stabile al 30% e solo un leggero miglioramento di AfD al 22%, poi SPD al 17%, Verdi al 12% e BSW al 6%, FDP e Linke al 4%. Molti si aspettano però che l’inseguimento della AfD voluto da Merz si possa dimostrare un boomerang, e la sorte della sua candidatura possa coincidere con quelle di Armin Laschet. Alice Weidel (AfD) ha già commentato: “Friedrich Merz è balzato come una tigre ed è finito come uno scendiletto“. Finora i piani della candidata AfD sono andati in porto, e anche l’attuale organizzazione giovanile Junge Alternative ha disposto sabato il proprio scioglimento a fine marzo per fare il posto ad una nuova formazione legata al partito, come dettato al congresso AfD a Riesa. Robert Habeck (Verdi) mercoledì aveva ammonito Merz di non seguire una logica “che fa una breccia nel diritto, quello europeo e la Costituzione tedesca, per cambiarlo” e che la AfD “è un serpente velenoso. E il veleno fa effetto lentamente”.



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