Der Doktor – L’ombra della morte (2024, film, Amazon Prime)

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C’è qualcosa che non sia da buttare in questo film?
A nostro modesto parere si: le musiche, ad esempio, non sono affatto male, equamente divise tra apprezzabili incursioni in territorio vagamente gobliniano e compagine classica, con più rare sortite nel Vaudeville e l’inaspettato guizzo finale dell’heavy metal estremo spalmato sui titoli di coda; nelle rare inquadrature dall’alto, inoltre, chiaramente affidate ai droni, la fotografia è a dir poco dignitosa; va poi detto che in un’immagine, si spera non saccheggiata, appaiono addirittura anche diverse auto risalenti agli anni ’40/’50 (non è l’unica testimonianza, questa appena descritta, di un certo sforzo collettivo nonostante una palese carenza di fondi); infine, l’unica bambina che compare nel film offre una recitazione di livello, purtroppo circoscritta ad una manciata di minuti e rovinata dalla performance pietosa di chi avrebbe la pretesa di vestire i panni di suo padre.




Il film sta già attirando sferzanti critiche su alcuni siti specializzati: “Peggiore del già mediocre Stuck“, riferisce un utente su Il Davinotti (www.davinotti.com/film/der-doktor-l-ombra-della-morte/69477, 02/02/2025), “un indigeribile pasticcio sceneggiato, diretto, montato e interpretato davvero male, scadente persino sotto il profilo di quell’umorismo involontario che in prodotti simili in genere abbonda rendendo più leggera la visione. Ad essere buoni, salvabile il make-up delle creature, tutto il resto è da dimenticare“. Sempre sulle pagine virtuali della medesima rivista, sono un tantino più generosi altri, secondo cui De Bernardi espande l’universo di Stuck con questo prequel/sequel che (.) in un’appendice invero assai approssimativa, prosegue le disavventure dell’eroico Giustini a caccia di mostri. Le ambizioni sono cresciute (subplot di corruzione ecclesiastica, zomboni tedeschi che seminano il panico in paesini rurali, numerose riprese notturne in esterni), i risultati (tecnici e artistici) ondeggiano tra la mediocrità e la piena insufficienza. Volenteroso ma superficiale. Memorabile: il gigionismo del dottore; le attenzioni lascive del dottore-prete; il mostro strappa la mandibola di una suora e mangia la lingua; il campo minato. Invece, su Pellicole dall’abisso (https://pellicoledallabisso.blogspot.com/), non si lesina affatto: “Uno si smazza ore di ricerca per scovare perle perdute nel recondito passato, per poi scoprire che anche nel 2025 i film di merda si continuano a fare, eccome. E in particolare continuano a farli in Italia, cosa che ci riempie di gioia, nonché di orgoglio patrio (.) …siamo vicini ad una cagneria di livello abbastanza alto, con le suore (.) che vincono l’abbaio d’oro…“.
Ordunque, la prima domanda che sorge spontanea riguarda il dubbio su prequel o sequel: il fatto che chi ha visto il film, compreso chi scrive, non sappia formulare una risposta sensata a tale quesito, dovrebbe fornire l’idea del valore intrinseco del lungometraggio in esame. 
Analizzando, ad esempio, il mostro
di turno, va precisato che: a) non si capisce se sia uno zombie o un licantropo; b) talvolta pare senziente, altre volte sembra regredito a novello Mr. Hyde; c) forse è senziente, però, perchè viene sorpreso a vestirsi da nazista, a volte indossando il berretto delle SS, altre volte l’elmetto della Wehrmacht (il che testimonia anche una certa cura dell’estetica, insospettabile sia per uno zombie, sia per un licantropo); d) comunque, alla fine, il tipo diventa senziente tout court anche se questa circostanza non fa molto testo giacchè ciò coincide con un ritorno alla forma umana voluto dallo scienziato pazzo.
Ci sono gli altri attori, poi, che, fatta eccezione, come detto, per la citata bimba, paiono capitati sul set un po’ per caso:
l’oscar lo vincono ex aequo la giovane suora (più che recitare, costei pare impegnarsi nella tecnica del labiale) e il soldato tedesco (strangolato dalla bestia, assume le espressioni facciali del Fantozzi alle prese con la mitica poltrona a sacco), seguiti a ruota dal pazzo scienziato nazista (il quale indossa un berretto delle SS talmente largo – e ci sorge il dubbio che, sul set, lo stesso sia oggetto di litigi copiosi tra lui e lo zombie/licantropo – da far scompisciare dalle risate anche il capocciuto Dart Fener di “Balle Spaziali“).
Infine, c’è la trama-non-trama: ok individuare soggetti che sostengono la causa nazista anche quando indirizzata alla più becera e pericolosa manipolazione genetica, ma perchè pescarli tra innocui ecclesiastici? E come mai a guerra abbondantemente finita? E quale è il vero motivo per cui il poliziotto corrotto ostacola la giustizia?
Detto ciò, questo film è a dir poco geniale, nella sua capacità di incarnare la più pura e genuina essenza della cinematografia trash: attori chiaramente non attinti dalla compagine professionale (neanche amatoriale, invero, forse pescati a forza tra parenti e conoscenti, finanche tra ignari passanti), non sono certamente in grado di scalzare dal primo e secondo posto le surreali volgarità di una perla come “Arrapaho“, né il grottesco tiro al bersaglio di ortaggi, frutti, finanche galline morte ai danni del compianto Richard Benson, ma fanno comunque guadagnare a questo improbabile Der Doktor un dignitosissimo terzo posto, garantendo risate grasse da osteria che “Cinepanettone scanzati!”.

Der Doktor
L’ombra della morte

con
Anno: 2024
Genere: horror (colore)
Regia: Alessio De Bernardi

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con
Matteo Benvenuti
Maurizio Bonanno
Mirko De Bernardi
Mario Giustini
Chiara Monachello
Rosa Angela Rivituso
Matteo Salemi
Carlo Valli

Un genetista nazista conduce esperimenti su prigionieri per creare supersoldati, ma le sue creature si ribellano contro di lui. Sequel/prequel di “Stuck – Intrappolati nell’oscurità” (2020).
(fonte: comunicato stampa)

 



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