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La Sicilia si riscopre locomotiva del lavoro in Italia. Nei primi nove mesi del 2024, l’occupazione nell’isola è aumentata del 4,7% su base annua, un ritmo più che doppio rispetto alla media nazionale (+1,8%) e superiore anche al +2,4% del Mezzogiorno. A trainare questa crescita è soprattutto l’occupazione femminile, che ha registrato un’impennata dell’8,3%, segnando un cambio di passo per il tessuto economico siciliano e dimostrando la crescente centralità del ruolo delle donne nel mercato del lavoro dell’isola.
Sicilia, l’occupazione cresce a ritmo record: donne protagoniste del boom lavorativo
Secondo il report dell’Osservatorio MPI Confartigianato Sicilia, il numero complessivo di occupati è aumentato di 66mila unità rispetto al 2023, con un saldo positivo di 42mila donne e 24mila uomini. Una crescita che, se da un lato evidenzia una rinnovata vitalità dell’economia regionale, dall’altro pone nuovi interrogativi sulla capacità del sistema imprenditoriale e istituzionale di consolidare questa tendenza nel lungo periodo.
Un cambio di marcia per il mercato del lavoro siciliano
L’incremento dell’occupazione è un segnale che la Sicilia sta provando a ridurre il divario con il resto del Paese, anche se il cammino è ancora lungo. Da anni il tasso di occupazione dell’isola è tra i più bassi d’Italia, ma i numeri registrati nell’ultimo biennio, caratterizzato da una fase di grande incertezza economica, dimostrano una maggiore resistenza del tessuto produttivo locale rispetto al passato. La Sicilia, che storicamente si collocava in coda alle classifiche occupazionali, ha lasciato l’ultimo posto e ha superato Campania e Calabria, un risultato che pochi anni fa sarebbe stato impensabile.
Secondo gli esperti, dietro questa crescita si nasconde un mix di fattori: investimenti nel turismo e nei servizi, incentivi all’imprenditoria femminile e un parziale rientro di lavoratori emigrati in altre regioni che hanno trovato nuove opportunità in patria. Inoltre, la spinta dell’artigianato e delle piccole imprese ha giocato un ruolo chiave nel creare nuova occupazione, in particolare nei settori della ristorazione, del commercio e dei servizi alla persona.
Ma se il presente racconta di un’isola in fermento, il futuro sembra confermare questa direzione. Le previsioni di entrate per il primo trimestre 2025 indicano che la Sicilia sarà ancora una volta la regione più dinamica d’Italia, con una crescita del 14,4% rispetto alle stime dello stesso periodo del 2024.
Siracusa si distingue per il miglior risultato, con un balzo del +29,8%, seguita da Messina (+19,1%) e Palermo (+14,1%). Anche Catania (+13,7%), Caltanissetta (+10,2%) ed Enna (+10,1%) fanno registrare incrementi a doppia cifra, segno che la crescita non è confinata solo ai grandi centri, ma sta coinvolgendo anche aree tradizionalmente meno dinamiche dal punto di vista occupazionale.
Il ruolo chiave delle donne nel nuovo scenario economico
Uno degli aspetti più rilevanti di questa fase di crescita è senza dubbio il contributo delle donne. L’incremento dell’8,3% dell’occupazione femminile è il dato più significativo dell’intero report, e conferma un fenomeno che inizia a consolidarsi nel panorama economico siciliano.
Da sempre la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nell’isola è stata inferiore rispetto alla media nazionale, a causa di una serie di ostacoli strutturali, tra cui la carenza di servizi per la conciliazione tra vita lavorativa e familiare e una cultura occupazionale ancora sbilanciata a favore degli uomini.
Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato. Le donne siciliane stanno sempre più entrando in settori un tempo dominati dagli uomini e, soprattutto, stanno avviando attività imprenditoriali con numeri mai visti prima. Il settore artigiano, in particolare, ha visto una crescita esponenziale di imprese guidate da donne, dalle sartorie ai laboratori di produzione alimentare, fino alle start-up innovative.
Un cambio di passo che viene accolto con entusiasmo dagli addetti ai lavori, ma che richiede misure concrete per non disperdere i risultati ottenuti.
“Sono numeri che ci spingono a fare bene e meglio – commenta Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia –. Se le donne siciliane sono il motore trainante dell’economia di tutto il Paese, non possiamo che esserne orgogliosi. Ma questa crescita va accompagnata dalle giuste misure, da incentivi mirati e concertata insieme a noi, come associazione di categoria, ma anche dalla politica. Dobbiamo far sì che non sia una crescita occupazionale occasionale, ma gettare le basi per una crescita economica della nostra regione”.
Un appello chiaro, che pone l’attenzione sulla necessità di consolidare questa tendenza positiva. Le istituzioni sono chiamate a intervenire per rafforzare il tessuto produttivo, incentivare le imprese a creare occupazione stabile e contrastare il rischio di un’occupazione precaria o stagionale.
Un’isola che vuole ripartire davvero
Il dato sull’occupazione non deve far dimenticare le fragilità che ancora caratterizzano il mercato del lavoro siciliano. Il tasso di occupazione resta tra i più bassi d’Italia, e molte delle nuove assunzioni sono ancora legate a contratti temporanei o part-time. Ma la fotografia scattata dai numeri dell’Osservatorio Confartigianato racconta di una regione che, per la prima volta dopo anni, sta provando a invertire la rotta.
La vera sfida sarà trasformare questa crescita da episodica a strutturale. Servono infrastrutture, politiche industriali efficaci e un impegno concreto per migliorare la qualità del lavoro. La Sicilia ha dimostrato di poter creare occupazione a ritmi superiori alla media nazionale: ora è il momento di consolidare questo risultato, per evitare che resti solo un fuoco di paglia.
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