MPS, il risiko bancario e l’OPS su Mediobanca: si va verso un cambiamento epocale del sistema del credito

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C’è un elemento che è poco apprezzato dagli analisti finanziari in quanto si tratta di un asset intangibile: è il sentiment dei dipendenti. La motivazione del personale è invece fondamentale soprattutto nelle aziende di servizi come le banche per l’evidente impatto sull’utente/cliente, quando si offre un prodotto immateriale, come quello bancario, seppure ad alto valore aggiunto per chi lo chiede e lo riceve.

All’università si spiega che la motivazione del personale può essere graduata dal 60 al 110%, ebbene io credo -convintamente per esperienza diretta – che la motivazione del personale del gruppo MPS sia stata, in larga misura, nel tempo sopra la percentuale massima indicata. Il profondo senso di appartenenza, l’orgoglio e la determinazione attiva degli uomini e delle donne di Banca Toscana, Banca Agricola Mantovana e Rete MPS è stata storicamente il valore aggiunto ed un fattore distintivo molto positivo del Gruppo, riconosciuto dalla clientela e dagli stakeolders piu qualificati.

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Dopo la fusione delle due banche ‘minori’ nella capogruppo il 31 marzo 2009 il dato della motivazione non è cresciuto, ma è diminuito con l’acquisizione di Banca Antonveneta (una distruzione di valore in tutti i sensi) ed è precipitato poi dopo la mancata ricapitalizzazione privata, per il successo della quale – prima del salvataggio necessario del MEF – molti dipendenti si erano spesi personalmente con la clientela compresi i giorni di sabato e domenica. 

Dopo questo punto di svolta il personale della banca MPS si è visto gravato da una pressoché continua campagna mediatica negativa che, insieme a promozioni e incentivi mancati, ferie obbligate e esodi incentivati, ha demoralizzato la forza lavoro soprattutto nelle filiali. Oggi invece la scelta del CDA di una offerta di acquisto di Mediobanca ha risvegliato una forte ripresa di orgoglio di appartenenza ed una incentivazione al lavoro dei dipendenti di MPS che hanno colto pienamente e immediatamente il cambio di scenario e di passo, già peraltro avvertito con il conseguimento degli utili e la distribuzione dei dividendi agli azionisti della banca.

Da questo punto di vista, indipendentemente dalla riuscita della OPS, che dipenderaà dagli azionisti delle due banche e dal mercato, questa decisione ha creato valore reale per il gruppo MPS che non è certo misurabile dagli andamenti scivolosi del titolo in borsa… In una azienda di servizi come la Banca i requisiti fondamentali per il successo dell’impresa sono infatti nell’ordine: competenza, rispetto e coraggio…

Il MPS è una banca retail o banca rete, un’azienda di credito tradizionale specializzata nella intermediazione finanziaria fra clienti e imprese di piccola/media dimensione. Il punto di forza è rappresentato dalle 1.200 filiali e 16.800 dipendenti e da un rapporto diretto con la clientela. Mediobanca è banca storica con 103 sportelli e 5.400 dipendenti e si occupa di un target di clientela elevato di maggiori dimensioni e non è sovrapponibile a MPS anche con il credito al consumo di cui detiene, per le fasce più basse, una importante quota di mercato.

La eventuale fusione quindi fra le due banche produrrebbe sinergie certe e nessun esubero di personale al contrario di altre operazioni fra banche della stessa natura in corso di possibile realizzazione…

Ma veniamo ora al quadro economico nel quale si inserisce l’attuale “risiko bancario” per poi valutare più da vicino l’operazione di MPS verso Mediobanca. Nel nostro Paese, come noto, sono buoni i dati dei livelli occupazionali e i flussi di esportazione ma è ferma la crescita industriale e il PIL; fermi sono soprattutto gli investimenti produttivi e ci preme ribadire che per favorire gli investimenti aziendali occorrono finanziamenti bancari alle PMI che costituiscono il 94% del tessuto economico del nostro paese.

La crescita del PIL ha bisogno di una maggiore disponibilità delle banche verso le PMI per accompagnare una ripresa produttiva ed una crescita economica complessiva. Occorre quindi un maggior rapporto positivo fra banche e imprese meritevoli insieme ad una sana programmazione delle risorse pubbliche ed una attenzione mirata delle autorità monetarie regolatorie (Bankit e BCE).

Da questo punto di vista ci pare di poter affermare che una fusione fra MPS e Mediobanca sarebbe positiva per le imprese di ogni dimensione. Il risiko bancario che ha prodotto invece la progressiva chiusura degli sportelli penalizzando centri minori e periferie, non ha favorito certo un disegno di sviluppo economico possibile facendo diminuire l’offerta di credito e di servizi.

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Il risiko in corso vede una nuova stagione con le offerte di scambio MPS, dopo Unicredit su BPM e, se sarà possibile, su CommerzBank: è un cambiamento epocale dopo 10 anni di stasi nel settore, senza parlare delle operazioni piu ‘piccole’ Banca Generali e Banca IFIS. Allora, senza voler entrare negli aspetti tecnici più specifici, l’offerta di Banca MPS – imprevista e anche azzardata – non è però priva di senso industriale e finanziario, oltre che di quello socioeconomico più in generale.

La mossa non era prevista ed ha suscitato clamore perché – anche a livello di immagine – nonostante i recenti risultati positivi, la Banca MPS era considerata generalmente più una ‘preda’ che un conquistatore. La mossa è parsa azzardata per la capitalizzazione di borsa dei due protagonisti, è sicuramente un progetto ambizioso, ma potrebbe concretamente essere realizzata: i multipli sono sfidanti ma possibili con un maggiore aumento di capitale.

I detrattori dell’iniziativa non sono pochi e sostengono che l’obbiettivo è il controllo di Assicurazioni Generali (di cui Mediobanca è azionista di riferimento con circa il 13%), ma di contro chi difende l’operato di MPS lo fa guardando alla creazione del ‘famoso’ terzo polo bancario italiano al riparo da influenze extra nazionali. C’e’ poi da dire che la bancassicurazione è stata una vera storia di successo di MPS… con MontePaschiVita.

Se il mercato inizialmente ha dato segni negativi con gli andamenti dei due titoli in borsa, non è certo detto che la partita sia chiusa… MPS certamente dovrà prevedere un aumento dedicato di Capitale ben superiore ai 2,5 miliardi ipotizzati, ma con queste risorse aggiuntive – pur importanti – potrebbe cogliere il successo portando a compimento l’operazione in campo.

Il Governo ha dato il suo plauso, anche come azionista di MPS, e vede positivamente la creazione di un terzo polo tutto italiano, ma è il mercato che ci dirà – con la decisione dei fondi e dei privati – che costituiscono la galassia dei due comparti azionari delle  banche interessate se l’OPS avrà successo o meno. E’ il mercato quindi che deciderà le sorti della partita.

Unica cosa certa è che, indipendentemente da come finiranno le due OPS MPS/Mediobanca e Unicredit/BPM ci sarà un cambiamento ‘epocale del settore, un importante cambiamento per la nostra economia. Speriamo che si lavori, che è possibile, per l’interesse generale e non per il  ‘particolare’ che non corrisponderebbe agli interessi reali del Paese. 

Gianfranco Antognoliconsulente indipendente del credito e già vicedirettore generale vicario di Banca Toscana e poi direttore generale di Monte dei Paschi Laesing e Factoring, banca per le imprese…

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