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MACERATA Truffe con il Superbonus, eseguiti sequestri preventivi per oltre 1,7 milioni di euro di crediti fiscali inesistenti, bloccata la cessione di altri 14 milioni di euro di crediti. Il decreto di sequestro emesso inizialmente dal gip di Fermo ma trasmesso per competenza territoriale a Macerata insieme a tutto il corposo fascicolo, è stato eseguito nei giorni scorsi dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Fermo, guidato dal maggiore Vincenzo Vito, nelle province di Fermo, Macerata e Perugia.
I particolari
Nell’indagine, di cui avevamo dato notizia lo scorso 14 gennaio, sono coinvolti due imprenditori, 7 professionisti (un avvocato amministratore di tre condomini che si trovano lungo la costa del comune di Fermo, tre commercialisti, e altri tre tra geometri e ingegneri) e tre società. La complessa e meticolosa attività investigativa ha consentito di interrompere un’articolata frode nel settore dei Superbonus edilizi 110% (“Sismabonus” ed “Ecobonus”), realizzata tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la predisposizione di false asseverazioni e le apposizioni di visti di conformità da parte dei professionisti coinvolti. Per gli investigatori una società “general contractor” che opera nel Maceratese avrebbe stipulato diversi contratti di appalto per l’esecuzione di interventi edilizi agevolati dalla detrazione fiscale del Superbonus 110% su tre condomini del Fermano per oltre 16 milioni di euro e, attraverso fatture per operazioni inesistenti, avrebbe ottenuto agevolazioni dallo Stato per lavori di efficientamento energetico e sismico, in tutto o in parte mai realizzati, rappresentate dalla cessione dei relativi crediti fittizi, anche grazie alle false attestazioni dei professionisti abilitati. Per i finanzieri infatti, gli ingegneri coinvolti si sarebbero premurati di presentare all’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese e sulla realizzazione degli interventi agevolati. Tra gli indagati ci sono tre commercialisti incaricati di apporre i visti di conformità in relazione ai crediti ceduti e di trasmettere telematicamente i modelli di cessione del credito all’Agenzia delle entrate, e l’amministratore dei condomini oggetto degli interventi edilizi.
La ricostruzione
La frode fiscale così realizzata ha generato comunicazioni per l’opzione di cessione di crediti inesistenti pari ad oltre 16 milioni di euro, ma una parte di questa è stata bloccata dall’Agenzia delle Entrate sulla base di quanto accertato dalle Fiamme gialle di Fermo, l’altra ha originato crediti fiscali, alcuni dei quali già ceduti o già oggetto di compensazione per il pagamento di tributi dovuti, per i quali erano anche state inviate, in alcuni casi, insolite richieste di annullamento. Il sequestro dei crediti è l’ultima fase di un’articolata attività investigativa condotta attraverso sopralluoghi, acquisizione di documenti, esame della copiosa documentazione tecnica riferita all’esecuzione degli interventi agevolati, alla ricostruzione delle cessioni e all’utilizzo dei crediti fittizi, che ha consentito di smascherare un presunto meccanismo fraudolento attuato anche grazie alla compiacenza di professionisti che, anziché svolgere funzioni di vigilanza e garanzia per il sistema, avrebbero avallato e sottoscritto comunicazioni e certificazioni false. «L’operazione – sottolinea la Guarda di finanza – testimonia e valorizza la connotazione di polizia economico-finanziaria investigativa della Guardia di finanza, impegnata nel contrasto alle frodi in materia di crediti finalizzato a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese attraverso un’efficace ed integrata azione repressiva e preventiva, basata sulla constatazione delle indebite compensazioni, sul sequestro preventivo dei crediti d’imposta fittizi e sulla segnalazione per la sospensione delle deleghe di pagamento contenenti falsi crediti d’imposta. Al contempo, l’attività del Corpo conferma la grande attenzione rivolta al contrasto delle più pervasive forme evasive, contribuendo a preservare la leale concorrenza tra le imprese».
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