È di pochi giorni fa l’annuncio dell’amministrazione comunale di Gallarate relativo al progetto di riqualificazione “Green&Smart” del centro storico. Il piano, illustrato dal vicesindaco e assessore Rocco Longobardi, prevede interventi significativi come la sostituzione dei “vasoni” con grandi alberi, con l’obiettivo di rendere la città più vivibile. Il progetto ha ottenuto un importante finanziamento da Regione Lombardia.
Tuttavia, il circolo Legambiente “Ercole Ferrario” di Gallarate, presieduto da Francesco Torreggiani, ha indirizzato una lettera aperta al sindaco, sottolineando come l’iniziativa, pur apprezzabile, non sia sufficiente a garantire un reale miglioramento della qualità ambientale dell’intero territorio comunale. Gli ambientalisti evidenziano che l’attenzione al verde urbano non può limitarsi al centro storico, ma deve includere anche le periferie, soprattutto in seguito al recente abbattimento degli alberi in via Curtatone, nelle frazioni di Cajello e Cascinetta.
Testo integrale della lettera:
LETTERA APERTA ALL’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GALLARATE
Egr Sig Sindaco
è di questi giorni la proposta, illustrata dall’Assessore e vicesindaco Rocco Longobardi, dell’avvio dei lavori di riqualificazione green del centro storico, definiti come un altro tassello della pianificazione urbanistica e denominati ” il salotto Green&Smart”
.
Progetto che ha ottenuto un cospicuo finanziamento da parte di Regione Lombardia
L’Assessore ha altresì annunciato (come titolava La Prealpina del giorno 30 gennaio):, ” Esplode la rivoluzionein centro: grandi alberi al posto dei vasoni”, nonchè ” Un passo avanti verso una città più vivibile” (idem)
Osserviamo, come associazione ambientalista, che l’auspicio di una città più vivibile debba accumunare non solo il Centro Storico, ma tutto il territorio comunale, periferie incluse
Ebbene (e lo sottolineamo a proposito dell’importanza del sistema del verde urbano e di tutto il sistema territoriale, all’indomani del nefasto intervento di distruzione del bosco perpetrarto in via Curtatone,nelle frazioni Cajello e Cascinetta) un Progetto Green che riguarda la nostra città, dovrebbe comportare interventi molto più massicci e significativi, laddove si volesse/dovesse , se pur parzialmente, rimediare al “vulnus” arrecato al patrimonio pubblico col taglio del verde in via Curtatone
Vogliamo , con tutta evidenza affermare che , quale intervento Green, si dovrebbe procedere , in Gallarate, ad un’operazione massiccia di riforestazione laddove, al posto degli alberi che sono stati abbattuti, si dovrebbero mettere a dimora una quantità di essenze arboree in grado di compensare il danno dovuto alla sparizione degli alberi andati distrutti
E questo se si vogliono/debbono ripristinare/compensare i benefici andati persi con la distruzione del verde: – ombreggiamento con riduzione della temperatura del suolo;,- limitazione dell’effetto serra dovuto all’abbattimento di anidride carbonica; – produzione di ossigeno..e cosi via…, benefici riassumibili uin un generale innalzamento della qualità dell’ambiente, della salute e di una migliore vivibilità del territorio e della qualità della vita.
Se poi si considera la differente capacità produttiva degli alberi scomparsi, tutti in avanzata età di vita, rispetto alla ridotta capacità delle nuove essenze da impiantare ( che richiederano un periodo di tempo di almeno 25-30anni, se non per raggiungere, quantomeno presentare una capacità produttiva paragonabile a quella degli alberi abbattuti), non solo si dovrebbe riforestare una superficie pari a quella distrutta, ma si dovrebbe arrivare ad impiantare un numero di essenze dell’ordine di almeno 10 (dieci) volte rispetto a quelle abbattute…(creando nuove aree boscate, recuperando aree incolte, reliquati stradali, alberando vie e soprattutto viali, in particolare quelli particolarmente trafficati (vecchio e nuovo Sempione, raccordi autostradali, tangenziali e tangenzialine..
In tal senso l’Amministrazoine comunale dovrenbbe predisporre un piano generale di forestazione urbana, eventualmente di durata pluriennale(ma con inizio a brevedi una prima “tranche” ) che quantifichi tutti gli interventi da eseguire, magari in accordo e con il contributo del Parco Ticino,
Ed è quello che chiediamo espressamente al Sindaco, al termine di questa lettera aperta, osando sperare in una risposta positiva
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