per le PMI costi annui fino a 12mila euro

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L’introduzione della stipula di una polizza anticalamità naturali per le imprese italiane, previsto dalla legge di bilancio 2024 e operativo dal 31 marzo 2025, avrà un impatto economico significativo sulle piccole e medie imprese (pmi). I costi annuali delle polizze, proporzionali al rischio della zona in cui si trovano le sedi aziendali, potranno raggiungere fino a 12.000 euro per le imprese situate in aree ad alto rischio, come zone sismiche o soggette a frequenti alluvioni.

Una pmi con 500 metri quadrati di sede e 15 dipendenti dovrà affrontare costi variabili in base al livello di rischio: tra 1.500 e 3.000 euro in aree a basso rischio, da 3.000 a 6.000 euro in zone a medio rischio, e tra 6.000 e 12.000 euro per le imprese in zone ad alto rischio. Per le grandi imprese con più stabilimenti, la spesa annua potrebbe superare i 30.000 euro.

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È quanto calcola il Centro studi di Unimpresa, secondo cui la nuova norma, in vigore dalla fine di marzo, obbliga le imprese a stipulare polizze assicurative che coprano i danni causati da eventi catastrofali, quali terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Le polizze devono prevedere franchigie non superiori al 15% del danno e premi proporzionali al rischio. Le pmi rischiano, in caso di mancato rispetto dell’obbligo, di non poter accedere a contributi e agevolazioni pubbliche, anche in caso di eventi calamitosi. Se da un lato i costi fissi rappresentano un onere significativo, dall’altro l’assicurazione mira a ridurre il rischio di fallimento post-evento e a garantire una ripresa più rapida delle attività produttive.

«È necessario prevedere incentivi fiscali e tariffe calmierate per mitigare l’impatto economico su queste realtà, particolarmente vulnerabili agli aumenti dei costi operativi. L’introduzione dell’obbligo assicurativo, che scatterà dopo il 31 marzo 2025, rappresenta una novità rilevante nel modello di gestione del rischio per le piccole e medie imprese italiane. Tuttavia, affinché la norma non si trasformi in un peso insostenibile proprio per le pmi, sarà fondamentale prevedere incentivi fiscali per abbassare il costo dei premi, stabilire un sistema di tariffe calmierate per le imprese più esposte, monitorare il mercato assicurativo, evitando speculazioni sui premi. Contemporaneamente, vi sono talune criticità per le pmi. Tre i filoni che possono essere indicati: costi elevati, specialmente per imprese in zone ad alto rischio; mancanza di incentivi fiscali nella norma attuale per abbattere i costi dell’assicurazione; rischio di aumento dei premi negli anni, se il mercato assicurativo non sarà regolato con un intervento pubblico. D’altro canto, se l’azienda fosse senza assicurazione, oltre al danno diretto, potrebbe subire una perdita di fatturato per l’interruzione delle attività, costi di ricostruzione senza immediato accesso a fondi pubblici, difficoltà di accesso al credito, dato che gli istituti bancari potrebbero considerarla a rischio. Ne consegue che, sebbene l’assicurazione comporti un costo fisso annuo, può prevenire danni finanziari molto più gravi e garantire la sopravvivenza dell’impresa in caso di calamità» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

Secondo gli autori del report con la legge di bilancio 2024 (articolo 1, commi 101-112, della legge 30 dicembre 2023, n. 213), è stato introdotto l’obbligo di una polizza anticalamità per le imprese italiane contro i danni derivanti da eventi catastrofali come terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.

Sono quattro le principali disposizioni della norma: obbligo per tutte le imprese italiane e per le imprese estere con stabile organizzazione in Italia di stipulare, entro il 31 marzo 2025, una polizza assicurativa anticalamità che copra i danni subiti da beni aziendali a causa di eventi catastrofali; definizione di eventi catastrofali, nel senso che sono considerati tali i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni; condizioni delle polizze, che devono prevedere scoperti o franchigie non superiori al 15% del danno subito, mentre i premi devono essere proporzionali al rischio; sanzioni per le imprese inadempienti: chi non stipula la polizza non potrà accedere a contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche, comprese quelle previste in caso di eventi calamitosi.

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Queste norme segnano un cambio di paradigma: lo Stato non si limiterà più a intervenire ex post con risarcimenti straordinari, ma impone alle imprese una responsabilità diretta nella copertura dei rischi naturali. La novità ha un impatto economico sulle imprese. Qui di seguito alcune valutazioni su costi, vantaggi e simulazioni per le pmi. L’obbligo assicurativo comporta un costo fisso annuo per le imprese, che varia secondo l’ubicazione geografica, settore economico e dimensioni aziendali. Tuttavia, l’obiettivo della norma è ridurre il rischio di fallimento post-evento, assicurando una ripresa più rapida delle attività produttive. La struttura delle polizze prevede premi proporzionali al rischio e un massimo del 15% di franchigia.

Sulla base delle attuali tariffe del mercato assicurativo, possiamo stimare i costi annuali per una pmi con 500 metri quadrati di sede e 15 dipendenti, prendendo in considerazione tre diverse situazioni ovvero tre zone di rischio differenti: in una zona a basso rischio (pianura, area non sismica), il costo annuale per la polizza anticalamità va da 1.500 euro a 3.000 euro; in una zona a medio rischio (aree con rischio idrogeologico o sismico moderato), la spesa sale in una fascia da 3.000 euro a 6.000 euro; mentre in una zona ad alto rischio (aree sismiche o soggette a frequenti alluvioni), l’esborso cresce ancora tra i 6.000 euro e i 12.000 euro.  Per una grande impresa con più stabilimenti, il costo potrebbe superare i 30.000/50.000 euro annui. Più nel dettaglio, è possibile simulare l’impatto economico per una pmi con sede in zona a medio rischio, con un premio assicurativo annuo di 4.500 euro. Considerando un’alluvione che causa conseguenze economiche per 500.000 euro e una polizza che, avendo una franchigia del 15%, copre l’85% dei danni, l’impresa deve sostenere direttamente un esborso di 75.000 euro, invece di 500.000 euro, riducendo, così, l’impatto economico dell’evento.

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