Un incontro per conoscere meglio una DOC marchigiana davvero speciale
Serrapetrona, in provincia di Macerata, è un piccolo comune sito in area quasi montana, che si vanta di aver dato il proprio nome alla prima DOCG della regione Marche: la vernaccia nera di Serrapetrona.
Ci troviamo in una zona ventilata, con una bella escursione termica che permette maturazioni lente (ottime per un vitigno tardivo come la vernaccia), sapori ricchi, definiti e puliti, oltre ad uno sviluppo di tannini maturi e vellutati.
La Vernaccia di Serrapetrona Spumante, è un vino nato dalla saggezza contadina e dall’esigenza di poter gustare la nuova annata, l’anno successivo all’ultima vendemmia. La vernaccia nera è un vitigno semiaromatico, con tannini importanti, che devono maturare bene. I suoli sono ricchi di calcare e calcio. Sono solo 80 gli ettari destinati a questo grande vino: l’unico vino rosso con 3 fermentazioni.
La DOC Serrapetrona compie 20 anni: una degustazione dedicata
Tuttavia, negli anni, si è fatto spazio anche la versione ferma, che ha portato alla nascita della DOC Serrapetrona. Il 18 agosto del 2024 questa DOC ha compiuto i suoi primi 20 anni e l’azienda “Terre di Serrapetrona”, cantina nata a fine anni ’90 ed acquisita da Stefano Graidi nel 2016, ha voluto celebrare con una degustazione di “8+1” annate del Robbione, vino principe di questa azienda.
Un’azienda nata proprio per produrre vino fermo e che vanta numeri interessanti: 600 metri l’altitudine media dei 21 ettari coltivati, con una resa di 100 q/ha e 50.000 btg annue prodotte, di cui 12.000 di vino spumante e tutto il resto fermo. Oltre alla vernaccia, anche mezzo ettaro di pecorino e mezzo di sauvignon, giusto per dar vita anche ad un vino bianco.
Oggi si sta lavorando a un’evoluzione della denominazione, affinché vini realizzati nell’ambito della denominazione con la tecnica dell’appassimento, attualmente non obbligatoria, possano essere ulteriormente valorizzati, con una menzione Riserva.
In questa azienda, il 60% delle uve segue un processo di appassimento non controllato, che dura due mesi e permette una disidratazione di circa il 30% circa del peso del chicco, in maniera molto graduale, così da preservare gli aromi primari.
L’evento, con tanto di masterclass condotta dall’esperta Cristina Mercuri, Wine Educator e candidata Master of Wine, si è tenuto lunedì 3 febbraio, successivamente ad una visita guidata della stessa azienda.
Verticale di Robbione Terre di Serrapetrona
Sono ben tredicimila le bottiglie di Robbione vendute ogni anno: non solo in Italia, ma in tutto il mondo, soprattutto in Olanda, Svizzera, Belgio, Regno Unito e Stati Uniti. Un vino che nasce da un vitigno autoctono, quello della vernaccia nera, che alla tenuta di Stefano Graidi, “Terre di Serrapetrona – Tenuta di Stefano Graidi”, si estende su 17 dei 21 ettari totali, a un’altitudine media di 600 metri sopra il livello del mare. Dopo una raccolta manuale, i grappoli migliori vengono scelti e portati in cantina. Quindi, con la vinificazione in acciaio con lieviti indigeni, vengono aggiunte le uve passite (il 70% del totale) e realizzato il blend che matura in botte diversi anni, prima che il prodotto realizzato finisca in bottiglia.
Annata 2005
Le diverse annate di Robbione Terre di Serrapetrona, selezionate appositamente per mostrare le condizioni di vino dopo diversi anni in bottiglia e dimostrare la capacità evolutiva del vitigno, hanno veramente sorpreso tutti i presenti. A cominciare dalla 2005, con i suoi 14% alc. Un’annata un po’ piovosa, in cui l’appassimento è stato un po’ più spinto, che al naso si traduce in un’ossidazione terziaria un po’ elevata. Ribes, mora, frutto secco e molto altro al naso. In bocca si è mantenuto comunque bene, pur con la tendenza a sedersi un po’…
Annata 2009
La seconda annata in degustazione è stata la 2009, con un grado alcolico di 14.5% . Annata asciutta ed uso di legno più delicato e meno ossidativo. Al naso si percepisce un frutto nero più gentile e fresco, mentre al palato l’acidità vibrante si sposa bene con un frutto succoso. Un tannino che asciuga meno rispetto al precedente ed un vino che, in generale, dimostra molto meno dei suoi anni.
Annata 2010
Il terzo assaggio è con l’annata 2010. 15% alcolici, per questo vino frutto di una grande annata, climaticamente parlando. Note di rabarbaro e tenue affumicatura al naso; un tannino quasi succoso in bocca, con un finale dolciastro minimo, indice di perfetta maturazione. Anche questo è un vino che sembra più giovane di quello che è, molto “dritto” e preciso.
Annata 2011
La quarta annata in degustazione, la 2011, ci è stata servita in magnum. 15% alcolici e 6,7 grammi/litro di residuo zuccherino, per questo vino ottenuto da un’annata molto regolare, un po’ più siccitosa della precedente. Al naso si percepisce una nota leggera nota etera, accompagnata da una ciliegia sotto spirito, mentre in bocca è molto pieno, con una leggera una nota, che contribuiscono a renderlo un vino gastronomico.
Annata 2012
La 2012, la quinta annata di questa splendida vertica, ha un grado alcolico pari al 15% e 7,5 grammi/litro di residuo zuccherino. Si tratta di un vino prodotto in un’annata calda, che al naso sprigiona note di frutta surmatura e compatta. In bocca si percepisce subito il residuo zuccherino, cui fa seguito poi una gradevole nota di mentuccia. Il tannino non è asciugante, ma vellutato, anche per via della spinta zuccherina.
Annata 2013
15 gradi alcolici anche per l’annata 2013, che ha 4,7 grammi/litro di residuo zuccherino. Anche in questo caso, l’annata è stata asciutta e regolare. Naso “giovanile” (ricorda il 2009 e il 2010), con una parte floreale sottile, in cui si avverte bene il sentore di prugna. In bocca si percepisce la dolcezza del frutto, sopportata da una acidità e da una tannicità che gli danno una grande bevibilità.
Annata 2015
La settimana annata in degustazione è stata la 2015 che tecnicamente fa registrare 15% alcolici e 5,8 grammi/litri di zucchero. Altra annata molto calda ed asciutta, che si traduce con un naso un po’ chiuso, che rimanda un po’ alla mora. In bocca attacca con un leggero graffio, che lascia il posto ad un’acidità bellissima. Si percepisce dolcezza, ma non eccessiva, con tannini levigati. Un grande vino, dal palato vibrante. Un’annata diversa da tutte le altre.
Annata 2016
Siamo così giunti alla 2016, l’anno del cambio di proprietà dell’azienda, con cui si sarebbe dovuta chiudere questa emozionante verticale. 15 gradi di alcol ed un residio zuccherino pari a 3,16 per questo vino figlio di un’annata calda, ma più umida della precedente. Si inizia ad andare verso l’impronta attuale. Naso espressivo, con rimandi alle erbe aromatiche, fiori leggermente essiccati ed una nota di legno dolcemente affumicato. Un connubio di potenza ed eleganza.
Annata 2017
Sorpresa inaspettata: la 2017, annata non ancora in commercio. 3,16 grammi di zucchero e un vino ancora tutto da scoprire, ottenuto da un’annata molto asciutta e calda. Il fatto di avere il bosco tutt’intorno, però, aiuta, creando una microumidità che permette alla pianta di respirare anche in annate siccitose. Il naso è ancora chiuso, con un frutto scuro, cupo, che si aprirà con il tempo. Sul finale si percepisce sempre la nota di rabarbaro, che caratterizza il vitigno. Un vino già bevibile, in cui si percepisce meglio lo zucchero rispetto ad altri, ma i cui tannini sono già eleganti.
L’evento si è concluso con un aperitivo finale curato dal negozio di alimentari di “Ezio il salumiere”, con sede a Tolentino.
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