denunciata la mamma ultrà, per lei può scattare il Daspo

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Rimini, 6 febbraio 2025 – Di quell’episodio “vergognoso e incommentabile” – parole del presidente della Federazione italiana pallacanestro, Gianni Petrucci – si occuperà anche la Questura di Rimini. La dirigenza della società Happy Basket ha presentato denuncia nei confronti della donna che dagli spalti ha urlato “scimmia” a una giocatrice di origini africane, raccontando nel dettaglio alla polizia cosa è accaduto lunedì sera nella partita del campionato di pallacanestro femminile Under 19 tra Happy Basket Rimini e Nuova Virtus Cesena. I fatti sono noti: gli insulti diretti alla giocatrice della Happy sono partiti dalla mamma di una delle ragazze della Nuova Virtus, che ha ripreso tutto col telefono pubblicando sui social un video poi diventato virale (nonostante i tentativi di rimuoverlo). I dirigenti della società riminese si sono presentati ieri in Questura dopo essere stati contattati martedì dalla Digos. Non è escluso che nei confronti della mamma tifosa possa essere emesso un Daspo, vietandole così di assistere ad altre partite per un determinato periodo: sono in corso accertamenti e il questore di Rimini, Olimpia Abbate, valuterà tale possibilità.

Il momento in cui la giocatrice di basket reagisce agli insulti razzisti. Ha scavalcato la panchina e si è diretta sugli spalti

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Intanto l’Happy sta cercando di fare quadrato intorno alla ragazza coinvolta, non ancora 18enne, che in attesa dei provvedimenti del giudice sportivo è già scesa in campo martedì in un’altra partita della stessa categoria, sempre a Rimini. È probabile che – regolamento alla mano – il giudice sportivo Alessandra Scutari squalifichi la 17enne che, dopo gli insulti, si è diretta verso la tribuna e ha cercato la donna. La ragazza è stata poi espulsa dall’arbitro e accompagnata negli spogliatoi. Ma la questione non sarà trattata solo dal giudice sportivo, che ha come unica ‘fonte’ il referto arbitrale e la cui decisione è attesa a breve. Anche la Procura federale, da Roma, si è mossa per far luce sull’episodio aprendo un’indagine: atto dovuto, perché l’insulto razzista costituisce una violazione del codice etico della Federazione pallacanestro. In questo caso il video può essere utilizzato come ‘prova’. La Procura federale intende “verificare la natura e le eventuali responsabilità in relazione a quanto accaduto”: raccoglierà le testimonianze delle persone coinvolte, poi deciderà se prendere provvedimenti. La società cesenate, nel frattempo, sta valutando a sua volta la possibilità di emanare nei confronti della mamma tifosa “un provvedimento di non gradimento alle partite”. E il Comune di Rimini ha fatto sapere che sarà al fianco dell’Happy Basket nel percorso previsto della giustizia ordinaria, oltre che da quella sportiva, “per non fare cadere nel vuoto questo gravissimo episodio”.

È ancora scosso, il mondo della pallacanestro e dello sport italiano. “Lo sport è bellezza, è gioia, è rispetto, non c’entra nulla con quanto successo a Rimini” l’istantanea del presidente della Federbasket, Gianni Petrucci. “Lungo tutta la mia carriera di dirigente sportivo – dice l’ex numero uno del Coni – mi sono sempre battuto per la stigmatizzazione di fatti come questo, che imbarazzano il mondo della pallacanestro e dello sport in generale. Spero che la mamma che si è resa protagonista di quel terribile episodio riesca a dormire serena e guardare in viso le persone che la circonderanno perché quanto ha fatto non è ammissibile”. Petrucci ha apprezzato “il comportamento delle due società nel condannare l’accaduto da una parte e nello scusarsi per quanto avvenuto dall’altra. La lotta al razzismo è uno dei principi fondanti dell’ordinamento sportivo”.

Larry Middleton, americano trapiantato in Romagna e leggenda del basket riminese, rivolge un pensiero alla 17enne: “Stia tranquilla e serena”. La parlamentare Rosaria Tassinari, di Forza Italia, ha chiesto alla Federazione di non sanzionare la vittima: “La reazione della ragazza è comprensibile e non può essere punita. Sarebbe ingiusto”. Mentre il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, chiede che “la partita venga ripetuta per dare un segnale forte”. Proponendo un gesto simbolico: “Sarebbe opportuno che la ragazza offesa e la figlia di chi ha pronunciato l’insulto si incontrassero e si abbracciassero, per insegnare agli adulti il vero significato del rispetto”.



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