IL COMMENTO La politica alla Cetto La Qualunque – Il Golfo 24

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DI ANTIMO PUCA

“Prima voti. Poi rifletti”. (Cetto La Qualunque) Mi provoca un sorriso amaro vedere il bravo attore e comico Antonio Albanese nelle vesti di Cetto La Qualunque, immagine tragicomica in bilico fra l’interpretazione di una realtà marginale e la profezia di un futuro prossimo. La paura che la realtà superi lo spettacolo è forte. L’investitura popolare resiste anche certi cavilli o pseudo cavilli giudiziari di norme che non hanno alcuna motivazione e alcun senso di civiltà. È chiaro che alcuni politici non hanno la lotta per l’affermazione della legalità in cima ai loro pensieri. Tale comportamento ha numerosi precedenti e mi sollecita due considerazioni. La prima. Ritorna l’idea che il consenso popolare consenta di auto-esimersi dal rispetto della legge, di ritagliarsi una legislazione “à la carte”. Le leggi possono essere criticate, modificate o abolite. Ma, finché sono in vigore, vanno rispettate. Normale buon senso. La legge non può seguire ragioni di opportunità e di compatibilità politica. Rispetto del principio di uguaglianza. Immaginate un semplice cittadino, che chiamato a rispondere per un’infrazione, anziché difendersi discute sulla bontà della norma? La seconda. La convinzione che una “furbata”, peraltro pubblicizzata come tale, paghi più di una condotta esemplare in termini di consenso. Chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe sentire la responsabilità del “buon esempio”. L’etica della responsabilità imporrebbe di tener sempre presenti le conseguenze del nostro agire. Non sono sufficienti le buone intenzioni (ci fossero!) ma contano gli effetti provocati dal nostro comportamento. “Le tasse sono come la droga. Le paghi una volta e poi non riesci più a smettere”. (Cetto) Non credo che il sindaco faccia i complimenti ai furbi che evadono i tributi comunali. Molti politici ignorano che sono eletti e governano in virtù, e nei limiti, posti dalla legge. In primis da un articolo molto trascurato: l’articolo 54 della Costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” Enunciato chiaro sull’obbligo di osservare le leggi. Ma generico quando parla di disciplina ed onore; concetti che si possono interpretare in modo elastico o, addirittura, ignorarli. Come Cetto La Qualunque, appunto.

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I nostri Demostene non hanno alcun pudore a dire balle colossali spacciate per cose realizzabili fondate sui principi del ministro della propaganda del Terzo Reich Joseph Goebbels, che era solito dire ““Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità”. In un mondo in cui approfondire è considerato un vezzo da professori, il sapere un peso e una cosa inutile, l’informarsi una mera perdita di tempo, cosa resta alla fine se non la menzogna, o al massimo, la mezza verità? D’altronde cosa dovrebbero fare questi poveri Demostene? Dire agli italiani che stiamo vivendo da decenni e decenni al di sopra delle nostre possibilità; che il giochino di indebitarsi come se non ci fosse un domani reggerà fino a che qualcuno non ci richiederà i soldi che ci ha prestato sottoscrivendo i nostri Btp; che certe follie come il reddito di cittadinanza o il Superbonus 110% non se lo permettono neanche i tedeschi o gli olandesi: che i bonus a tutti e per tutto sono una droga per l’economia? Già cosa volete che dicano agli italiani che non vogliono sentir parlare di sacrifici a proprio carico, di tagli del welfare, o di stop alle pensioni facili, e che vogliono invece che gli si parli di sacrifici altrui (più tasse per i ricchi) e dell’oro delle favole (lotta agli evasori fiscali, basta con i vitalizi ai politici, al diavolo il fiscal compact, tassare a sangue le multinazionali)? “Perché gli italiani si bevono tutto, qualsiasi minchiata, da sempre, basta promettere l’impossibile e venderlo come garantito, per esempio, per esempiamente tu gli dici meno tasse, loro applaudono e tu gliele alzi, basta corruzione, li corrompi con una mancetta e loro ti votano, tu dici “cchiù pilu pe’ tutti”, e tu fotti e loro sa’a menano, e ti votano, vedete io amo gli italiani, sono un gregge che segue il cane e io abbaio benissimo….” (Cetto) Come i Demostene sanno di raccontare bugie, così gli elettori sanno benissimo per esperienza che a giochi fatti ci sarà sempre qualcuno che spiega che le promesse non possono essere mantenute. Con il consueto seguito di geremiadi contro la moneta unica e gli euroburocrati che non ci consentono di spendere come vogliamo “i loro soldi”. Non di meno i politici continueranno a mentire sapendo di mentire, e gli elettori a votare, forse facendo finta di credere alla luna nel pozzo, in linea con quanto diceva lo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafòn: “ Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità”.





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