RSA MONTEREALE: SCATTA INCHIESTA PROCURA L’AQUILA,BLITZ GUARDIA FINANZA NEGLI UFFICI ASL | Notizie di cronaca

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L’AQUILA – Dopo gli inspiegabili rinvii dell’appalto, i gravi ritardi, la lievitazione dei costi fino a 3,3 milioni di euro per progetti con dimenticanze che hanno reso necessarie varianti e infine la estromissione in danno delle imprese ad opera della Asl provinciale dell’Aquila, finisce sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica la ricostruzione post terremoto 2016-2017 della residenza sanitaria assistenziale di Montereale: sui lavori in una struttura, inagibile dal 2017 con gli anziani “parcheggiati” all’Aquila in uno stabile nel complesso Ex Onpi, è scattata la inchiesta tesa a stabilire le responsabilità di una vicenda non certo edificante che vede l’appalto al palo da sei mesi.

E con un mare di polemiche, controversie giudiziarie e scontri politici con più di un attacco ai vertici dell’azienda sanitaria, stazione appaltante, a fare da contorno, con in mezzo un serrato contenzioso tra le parti.

E a quanto pare, il pm titolare delle indagini, Roberta D’Avolio, sta andando velocemente per fare luce su una vicenda, per certi versi inspiegabile, che coinvolge un territorio che attende da 8 anni la riapertura della Rsa: nei giorni scorsi, la Guardia di finanza dell’Aquila in un blitz ha fatto visita negli uffici della azienda sanitaria per acquisire atti e documenti, in particolare la delibera firmata dal direttore generale, Ferdinando Romano, la numero 140 del 23 gennaio scorso.

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In 71 pagine in tutto si è sancita la revoca dell’appalto nei confronti delle due imprese che stanno effettuando i lavori dal 2020. E cioè il raggruppamento temporaneo d’imprese I Platani-Todima srl, rispettivamente degli imprenditori Luigi Palmerini e Marino Serpetti, entrambe aquilane, molto ben referenziate e stimate anche fuori da confini provinciali e regionali. Una azione che sta preoccupando molto gli alti dirigenti della Asl.

L’Rti lo scorso 15 gennaio aveva a sua volta chiesto la risoluzione del contratto, avvalendosi dell’articolo 107, comma 2 del decreto legislativo 50 del 2016, vista la sospensione dei lavori. Secondo quanto si è appreso, la non trascurabile dimostrazione, carte alla mano, della impossibilità di portare a termine la gara per le istanze non ricevibili messe sul tavolo dall’azienda sanitaria nei numerosi incontri, anche alla presenza del capo dipartimento tecnico della Asl, Mauro Tursini, nel tentativo di salvare il salvabile.

Con il polverone politico a pieno regime, la Procura del capoluogo abruzzese ha acceso i riflettori: con l’apertura del fascicolo ci sarebbero già i primi indagati in una vicenda nell’abito della quale si prefigurano diverse ipotesi di reato.

Secondo il pensiero della comunità aquilana, la Rsa rappresenta un tassello importante per il sistema socio-sanitario dell’Alta Valle dell’Aterno. La struttura ha una capienza di 60 posti letto accreditati con il sistema sanitario ed è gestita congiuntamente da personale della Asl e dalla società cooperativa Il Quadrifoglio.

I lavori di ristrutturazione dell’edificio hanno vissuto diversi stop ed ora sono fermi da tempo a causa di una serrata controversia in corso tra la Asl e le imprese addette che hanno vinto l’appalto.

Ad accedere i fari del territorio e delle istituzioni, nelle scorse settimane, è stato il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi.

È quindi scattata una mobilitazione, promossa dalla Cgil, culminata con il presidio del 25 gennaio davanti al cantiere. “Sono passati 8 anni (troppi) dal sisma e credo che la Rsa avrebbe dovuto già essere tornata attiva a Montereale da tempo. Su questo concordiamo tutti, sindaci, dipendenti, il nuovo direttore Stati, e molti assessori e consiglieri regionali, nel solo interesse dei pazienti e del territorio. Credo sia ormai inevitabile iniziare un periodo di forte protesta. Parliamo di una struttura vitale per la nostra comunità – ha spiegato con parole decise il primo cittadino. Ma il caso ha allargato di molto i confini della discussione: il 17 gennaio è stato al centro della riunione della Commissione di vigilanza della Regione e in concomitanza con la manifestazione di protesta del 25 gennaio il presidente, Sandro Mariani, del Pd, ha effettuato una visita ispettiva all’esterno del cantiere. In questa circostanza, è intervenuto anche il senatore Guido Quintino Liris, capogruppo della commissione Bilancio di palazzo Madama, il quale ha sottolineato evidenziato come “il presidente della Regione, Marco Marsilio, sia costantemente aggiornato sulla situazione e sia parte attiva nella ricerca di una soluzione”.

Tra gli interventi più duri, quello del consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, il quale ha parlato di “pasticcio monumentale, con evidenti responsabilità da parte dell’azienda sanitaria e la mancanza di controllo da parte della Giunta regionale, oltre che degli organi competenti”. “A seguito dell’affidamento dei lavori di un progetto validato dalla commissione tecnica della Asl”, aveva spiegato il dem, “sono emersi degli errori commessi in sede di progettazione definitiva; di conseguenza è stata effettuata una prima perizia di variante da 1,2 milioni di euro, determinando una sospensione dei lavori di trecento giorni. Successivamente, resisi conto di nuovi errori, dallo scorso 28 giungo, il direttore dei lavori e il Rup, hanno ordinato alle imprese la sospensione del cantiere perché, su indicazioni della Asl, era necessario redigere una seconda perizia di variante per circa 2 milioni di euro”. (b.s.)

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