Confindustria loda ancora il nucleare: “Spina dorsale economica della competitività”

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Nuova endorsement di Confindustria a favore del nucleare. L’energia dell’atomo è la “spina dorsale economica della competitività industriale” insieme alle rinnovabili, secondo Aurelio Regina, Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria. Chi c’era e cosa si è detto nell’Indagine Conoscitiva sull’energia nucleare che si è tenuta questa mattina in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati

Continua la luna di miele tra Confindustria e il nucleare, “spina dorsale economica della competitività industriale” insieme alle rinnovabili. Nel corso dell’Indagine Conoscitiva sull’energia nucleare in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Aurelio Regina, responsabile Energia di Confindustria, ha lanciato un nuovo endorsement in favore dell’energia dell’atomo, che insieme alle rinnovabili rappresenterà la “spina dorsale economica della competitività delle imprese”. Inoltre, secondo gli industriali nel medio-lungo termine l’energia dell’atomo sarà fondamentale per ridurre le emissioni e assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti di energia e materie prime. Infine, puntare sull’atomo permetterà di sfruttare in pieno il potenziale delle rinnovabili contenendo, al tempo stesso, i prezzi dell’energia. A proposito di prezzi, Regina ha anticipato che a breve sarà pubblicato uno studio realizzato in collaborazione con ENEA che conterrà un focus sul tema, oggi ancora dibattuto.

REGINA (CONFINDUSTRIA): “NUCLEARE CRUCIALE PER NUOVO MIX ENERGETICO A MEDIO-LUNGO TERMINE”

Il nucleare sarà cruciale nel nuovo mix energetico futuro, risolvendo l’annoso trilemma energetico: come garantire allo stesso tempo sicurezza, sostenibilità e competitività dei prezzi, secondo Regina.

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“Il tema dei prezzi è molto serio per il sistema industriale. Il gas naturale ha superato la quota 50 euro, minando la competitività. Il tema della sicurezza ha un ruolo importante. L’opzione nucleare è fondamentale nel medio-lungo periodo per diverse ragioni: contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas, può integrare le rinnovabili nella produzione elettrica, assicura la sicurezza degli approvvigionamenti perché la produzione di uranio è concentrata in Paesi a bassissimo rischio geopolitico. Inoltre, incide fortemente sui prezzi”, ha sottolineato il responsabile Energia di Confindustria.

“Con ENEA abbiamo svolto un lavoro intenso per fare il punto sull’energia di fissione. Il grado di maturità della tecnologia è importante, probabilmente nel 2030 non sarà ancora matura. Bisogna integrare il nucleare in un mercato unico sganciato dalla produzione termoelettrica. In futuro il nucleare, con le rinnovabili e altre tecnologie, rappresenterà la spina dorsale economica per rimanere competitivi”, ha aggiunto Regina.

IL NUCLEARE ASSICURERA’ PREZZI LOW-COST?

Ad oggi i costi di sviluppo del nucleare e la convenienza rispetto alle altre tecnologie sono difficilmente stimabili, ammette Regina. Tuttavia, l’orizzonte verso cui guardare è il 2050, secondo l’esperto.

“Non dimentichiamo che per le rinnovabili abbiamo speso fino ad oggi 200 miliardi di euro per le rinnovabili, se investissimo qualche decina di miliardi di nucleare sarebbe importante per il nostro futuro”, ha sottolineato Regina.

“Dobbiamo guardare al fabbisogno energetico al 2050 per comprendere la convenienza del nucleare sul fronte dei prezzi. La Spagna ha un’orografia che non abbiamo. Grandi campi rinnovabili non sono realizzabili nel nostro Paese, se non in limiti molto contenuti. I piccoli impianti fotovoltaici non sono sufficienti a coprire il fabbisogno futuro di energia elettrica. Dobbiamo puntare su tecnologie che prestano attenzione a sicurezza e prezzi, quindi ad oggi solo fonti rinnovabili e nucleare. Nessuno può determinare i costi, l’unico studio a cui fare riferimento sviluppato da Edison indica che il costo del nucleare per MW/h è simile a quello delle fonti rinnovabili. Tra pochi mesi presenteremo uno studio sviluppato con ENEA che tiene conto anche dell’aspetto economico”, ha aggiunto.

NUCEARE PER SFRUTTARE AL 100% LE RINNOVABILI

Il nucleare permetterà di sfruttare pienamente il potenziale delle rinnovabili, secondo Gianclaudio Torlizzi, rappresentante della Confederazione italiana piccola e media impresa privata (CONFAPI) e fondatore di TCommodity. Inoltre, porterà benefici sul fronte della dipendenza da Paesi instabili per rifornirsi di materiali che compongono le tecnologie green.

“Un domani il nucleare sarà l’unica reale fonte di energia base-load in grado di sfruttare al meglio il contributo di rinnovabili, che altrimenti producono solo un aumento strutturale del costo dell’energia. Inoltre, il nuovo nucleare può essere realizzato vicino ai principali poli industriali del Nord Italia. In ambito europeo non si sta facendo nulla sul fronte dell’approvvigionamento dei minerali critici, in Italia si sta facendo poco. Problematiche che per il nucleare sarebbero inferiori per la natura dei Paesi che producono l’uranio, come il Canada e l’Australia. Bisogna realizzare subito impianti fotovoltaici per l’accumulo”, ha affermato Torlizzi.

ATTENZIONE AI RIFIUTI

Una delle criticità maggiori sul ritorno del nucleare in Italia riguarda lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, secondo Francesco Bochicchio, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell’Istituto superiore di sanità (ISS).

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“La durata di vita dei rifiuti è di parecchie migliaia di anni. I volumi di rifiuti prodotti dagli impianti di nuova generazioni saranno maggiori rispetto ai reattori attuali, inoltre il materiale è chimicamente più attivo”, ha affermato Bochicchio.

Le scorie sono uno dei problemi che storicamente hanno ostacolato lo sviluppo dell’energia dell’atomo nel mondo, concorda Andrea Barbatella, responsabile Clima ed Energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

“Il nucleare negli ultimi anni ha contribuito per il meno del 10% al fabbisogno energetico globale perché non ha mai risolto alcuni dei problemi principali: sicurezza degli impianti e gestione delle scorie”, ha sottolineato Barbatella, manifestando scetticismo nei confronti della maturità tecnologica degli Small Modular Reactor di IV generazione, poiché “attualmente sono operativi solo 2 impianti di seconda generazione”.

“La fissione nucleare è una sfida della ricerca da non abbandonare ma non sarà operativa nei prossimi 10/15 anni. Inoltre, possiamo arrivare a un sistema di generazione al 100% basato su rinnovabili”, ha affermato Andrea Barbatella, responsabile Clima ed Energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile”, ha aggiunto il responsabile Clima ed Energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

 



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