«La precedenza? Alla rotta su Roma»

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ANCONA – La prova del nove ha un nome e un cognome: Alberto Trocchianesi. Le coordinate anagrafiche rimandano al titolare di Las Viaggi, agenzia dorica specializzata in business travel, spostamenti d’affari. La sua voce arriva, forte e chiara, al capitolo “simulazione di orari e rotazioni”, in attesa che sia definito il nuovo bando per i voli di continuità territoriale. Senza esitazione alcuna, traccia la rotta: «Roma è il fulcro, perché atterrarvi la mattina presto equivale a connettersi al mondo. Fiumicino, in questi ultimi anni, sta compiendo passi da gigante». Il suo portafoglio clienti dà spessore alla convinzione. «Da noi, tutti i giorni, si rivolgono grandi aziende, che per dovere di riservatezza non cito, per far volare i propri manager, i tecnici. Le loro sono esigenze diverse da quelle dei turisti, hanno tempi molto più stretti: non possono permettersi di perdere due, tre giorni per uno di lavoro».

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Il passo indietro

Riprende il filo del ragionamento: «Dalla Città Eterna si agganciano tutti i voli intercontinentali; e dall’altro polo, Linate garantisce l’Europa». Fa un passo indietro, Trocchianesi, fino al 2000: «All’epoca Alitalia assicurava, dal Sanzio, quattro collegamenti con la Capitale e altrettanti con il capoluogo lombardo. Il nostro aeroporto pensava in grande, a uno sviluppo sostenuto. Poi la storia è stata un’altra, sia per lo scalo di Falconara, sia per l’ex compagnia di bandiera». Non si lascia tuttavia intrappolare dalla nostalgia, scommette sul futuro dei voli di continuità. «Non dobbiamo svilirli. Dobbiamo crederci per primi noi operatori, vanno riempiti. Dobbiamo collaborare». Alza la posta.

La sfida

Il mondo è inciso da sempre nel patrimonio genetico di Francesco Casoli, leader senza frontiere con le sue cappe aspiranti tecnologia&design. «Una scelta va fatta, e quella di puntare su Roma – va dritto al nucleo – procede nella direzione giusta. Non c’è storia: si deve partire prima per la Capitale, per agganciare le rotte del pianeta, rispetto a Milano Linate, che non è un hub internazionale». Sfida il cono d’ombra in cui le Marche sono state costrette troppo a lungo: «Questi aerei sono fondamentali, non si può più andare nell’Urbe, considerata Caput mundi, in auto. Siamo stanchi. Il treno è una tragedia, finché non ci sarà il doppio binario è impossibile, e non sarà certo per dopodomani». Sceglie l’effetto-dissolvenza, per rimarcare il concetto. Quasi lo sussurra: «Una scelta va fatta».

Lo snodo

Muoversi, per passione e per professione. Raddoppia la visione Ludovico Scortichini, presidente del comitato territoriale di Confindustria Ancona e tour operator con la sua Go World. «Ok alla precedenza per Roma – lo ribadisce – al 99% diventerà il quinto snodo di riferimento per Lufthansa, oltre a Francoforte, Monaco, Zurigo e Vienna». Fa le dovute differenze: «Altro passaggio fondamentale tra la Capitale e la città meneghina è che la prima è difficile da raggiungere, e ora è preclusa al traffico business; la seconda è servita dal Frecciarossa, permette di essere operativi già dalla mattina, ma non garantisce la prosecuzione con il traffico internazionale, con il sud d’Italia e del mondo». La nota a margine apre nuovi scenari. «È acuto pensare al Nord America, raggiungibile sempre dallo scalo romano. Due sono i motivi: gli States sono la prima destinazione turistica; l’Italia è il secondo Paese dell’area Ue per l’export con gli Usa, con le Marche potente sottoinsieme».

Il proscenio

Non ritocca il tracciato sui radar, Enrico Giacomelli. Il co-fondatore di Namirial, soluzioni software e servizi digitali, sede a Senigallia e il mondo per proscenio, prende quota: «Roma, senza dubbio alcuno. Anche se sono solito usare il collegamento per Milano, trovo che sia corretto valorizzare, e soprattutto anticipare quello con la Capitale». Decodifica il suo pensiero: «Giungere all’ombra della Madonnina alle 10 e 30 non compromette alcunché. La giornata lavorativa è salva. Al contrario, essere a Fiumicino la mattina presto significa congiungersi con ogni angolo del globo». Il concetto dell’hub ricorre, come un mantra. Lo stesso vale per il servizio di continuità territoriale. Scandisce Giacomelli: «Fon-da-men-tale». Non transige: vietato rinunciarvi. «Ogni giorno, una o due persone della nostra azienda sfruttano quei collegamenti». Si rifà alla suggestione della sua esperienza personale: «Lo ammetto, qualche volta ho viaggiato da solo». Ci scherza su: «Mi pareva d’essere su un private jet. Lo scriva forte: il personale della Sky Alps e molto professionale e bravo». Mai più senza.

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La virata

Rompe la barriera dell’isolamento, Diego Mingarelli. Per il presidente di Confindustria Ancona, che ieri s’è confrontato con Alexander D’Orsogna, ad dell’Ancona International Airport, vale il binomio che segue: «Atterrare presto a Roma significa arrivare ovunque. E non mi pare che sia penalizzata Milano». La sua sintesi è una virata decisa sul positivo: «Così si garantiscono due rotte che possono coesistere alla perfezione». Va nei dettagli dei piani di volo: «Lo schema ipotizzato per definire il bando è quello che più soddisfa noi imprenditori». Torna a planare sulla Capitale: «È la porta d’accesso al Nord America: oltre a essere la meta al top per i turisti, gli Stati Uniti sono il terzo mercato di destinazione dell’export marchigiano, dopo Germania e Francia». Potenzia al massimo la strategia.





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