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Nel vertice con il leader Salvini richiesto dai consiglieri del Carroccio era pronto il comunicato per annunciare la rottura, che in extremis si è deciso di rinviare in attesa del confronto con il governatore del Lazio
Nella riunione «urgente» con il leader, Matteo Salvini, si è sfiorata la rottura tra il gruppo leghista in Regione e la maggioranza di centrodestra che è stata scongiurata in extremis rinviando ogni decisione al confronto con il presidente del Lazio, Francesco Rocca. Secondo quanto filtra, giovedì era già pronto il comunicato per annunciare l’uscita dalla giunta dei due assessori del Carroccio, Pasquale Ciacciarelli (Urbanistica) e Simona Baldassarre (Cultura), pronti a sfilarsi limitandosi a garantire l’appoggio esterno. Per gli alleati, FdI e FI, è stato un «fulmine a ciel sereno» disinnescato in nome del senso di responsabilità provando a ritagliare uno spazio di mediazione, per quanto stretto.
Il botta e risposta a distanza
A restituire il clima – chi ha assistito al vertice racconta di un «capitano molto nervoso» – sono le battute a distanza che si sono rincorse ieri, all’indomani di una giornata da resa dei conti. Se da un lato il tono distaccato di Rocca sembra voler ridimensionare lo scontro, dall’altro suona non troppo lontano dal proverbiale “non ti curar di lor”: «Il ritiro degli assessori della Lega? Me ne farò una ragione, ma sono sicuro che non sarà così. Il mio dovere è ascoltare chiunque, ma la maggioranza tiene abbondantemente comunque».
Salvini non è da meno: «Più che altro mi sembra che ci sia un problema di partecipazione, di condivisione. Gli uomini soli al comando che non dialogano con gli altri di solito non fanno molta strada». Claudio Durigon, vicesegretario federale del partito, lascia intendere quale sia il punto: «Abbiamo un po’ di malumori nella nostra dirigenza che vuole contribuire a cambiare quelle che erano le stagioni delle inefficienze di Zingaretti e Gualtieri a Roma, per rilanciare».
Un riferimento alle fibrillazioni per le nomine ai vertici delle Asl che, in quattro casi su cinque, hanno visto riconfermati i direttori generali scelti dall’ex amministrazione di centrosinistra: «Dov’è la discontinuità con il passato? – protestano i consiglieri del Carroccio -. Non è questione di poltrone, ma di dignità. Al governo nazionale abbiamo i nostri ministri, i sottosegretari… qui veniamo soffocati nonostante alle elezioni abbiamo ottenuto il 9 per cento».
Gli alleati: «Sfogo interno al Carroccio»
A esasperare gli animi sarebbe anche la tendenza del partito della premier ad «accentrare» su di sé» le decisioni: «Non si capisce perché sia Righini (Giancarlo, assessore al Bilancio in quota FdI, ndr) a presentare una legge sulle case popolari quando l’assessore competente è Ciacciarelli (Lega). Noi facciamo parte dell’alleanza di centrodestra a pieno titolo, ma l’impressione è che sia una gestione modello Croce Rossa».
In FdI sostengono di non comprendere le rimostranze dei leghisti e sospettano che si tratti più di uno sfogo interno che di un attacco a Rocca: «La Lega è passata dall’essere un partito molto grande a perdere consenso, è probabile che debbano dire molti no…». Stessa lettura di FI che dopo il piglio battagliero mostrato nei mesi scorsi – quando lamentava di essere sottorappresentato e minacciava di voltare le spalle alla giunta per limitarsi all’appoggio esterno – sembra essersi placato: «Forse il problema è il rapporto di Cartaginese (Laura, unica consigliera leghista alla Pisana, ndr) con l’assessora Baldassarre… pare che tra le due non vi sia un buon feeling…».
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