Opzione donna dal 2025

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Come andare in pensione con Opzione donna: requisiti, condizioni e importo dell’assegno pensionistico. Come funzionano i simulatori di calcolo sul sito INPS.

La legge di Bilancio 2025 ha esteso di un anno il termine per maturare i requisiti necessari per accedere al pensionamento con la formula «Opzione donna», mantenendo inalterate le condizioni e le modalità già stabilite nel 2024.

Questa guida è rivolta a spiegare come ottenere Opzione donna dal 2025, secondo le nuove regole e i requisiti richiesti dalla legge.

Requisiti anagrafici e contributivi di Opzione donna

Le lavoratrici, incluse quelle autonome, che entro il 2024 hanno raggiunto i 61 anni di età e accumulato almeno 35 anni di contributi, possono usufruire di questa Opzione Donna.

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L’età richiesta si abbassa:

  • di un anno con un figlio;
  • di due anni con almeno due figli.

Come avviene il calcolo dei contributi per Opzione donna?

Per quanto riguarda i contributi, sono considerati validi quelli obbligatori, riscattati e/o ricongiunti, volontari, escludendo quelli relativi a periodi di malattia e disoccupazione.

Sono inoltre riconosciuti i contributi maturati all’estero secondo le norme dell’Unione Europea in materia di sicurezza sociale o secondo convenzioni bilaterali, nonché quelli accumulati nel Regno Unito. Non è possibile, tuttavia, utilizzare il cumulo o la totalizzazione tra contributi italiani, mentre è ammessa la ricongiunzione.

Ulteriori condizioni per Opzione donna

La proroga per il 2025 conferma l’esigenza di soddisfare determinate condizioni aggiuntive introdotte dal 2023, che restringono notevolmente il numero di donne che possono effettivamente accedere a questa opzione. Oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, le lavoratrici devono trovarsi in una delle seguenti situazioni:

  • assistere, da almeno sei mesi e al momento della richiesta di pensionamento, il coniuge o un parente di primo grado convivente affetto da handicap grave, oppure un parente o affine di secondo grado convivente, se i genitori o il coniuge di quest’ultimo sono anziani di almeno 70 anni, invalidi, deceduti o assenti;
  • avere una riduzione della capacità lavorativa per invalidità civile pari almeno al 74%;
  • lavorare o essere state licenziate da aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi. In questo caso, il requisito anagrafico necessario, che deve essere stato raggiunto entro il 2024, è di 59 anni indipendentemente dal numero di figli. Per le dipendenti, il tavolo di crisi deve essere attivo al momento della presentazione della domanda di pensione, mentre per le licenziate, la cessazione del rapporto di lavoro deve essere avvenuta mentre il tavolo era attivo e non devono aver successivamente lavorato a tempo indeterminato.

Requisiti per Opzione donna secondo l’INPS

L’INPS, con riferimento agli anni 2023 e 2024, in attesa delle indicazioni per il 2025, ha chiarito che uno dei tre requisiti specificati deve essere presente al momento della presentazione della domanda di pensione. Questo vale anche per il personale del settore scolastico e dell’alta formazione artistica musicale e coreutica. Per questi ultimi, il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato al 28 febbraio 2025, anche se l’effettivo pensionamento avrà luogo dal 1° settembre o dal 1° novembre.

Pertanto, entro il 2024, i requisiti anagrafici e contributivi devono essere stati maturati, mentre una delle tre condizioni stabilite può essere soddisfatta anche successivamente, nel corso del 2025, purché esistano al momento della richiesta di pensione. Queste condizioni non vengono verificate ulteriormente una volta che ha inizio il trattamento previdenziale, che scatta dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per le dipendenti e dopo 18 mesi per le autonome.

Calcolo dell’assegno pensione con Opzione donna

Riguardo al calcolo dell’importo, l’Opzione donna prevede l’uso del metodo contributivo al posto di quello misto, normalmente applicato a chi ha maturato contributi prima del 1996. Questa distinzione, che in passato rappresentava un ostacolo, è ora meno incisiva. Nel sistema misto, la porzione della pensione calcolata con il metodo contributivo è cresciuta, applicandosi alle annualità dal 1996 in avanti (è improbabile che le interessate rientrino interamente nel sistema retributivo, con contributi solo dal 2012). Di conseguenza, l’incidenza della riduzione dell’importo della pensione dovuta al cambio di metodo di calcolo diminuisce ogni anno.

Tuttavia, l’Opzione donna è accessibile solo per chi è assoggettato al metodo di calcolo misto e non è disponibile per coloro che sono già nel sistema completamente contributivo. Questa situazione può verificarsi se si è optato per il passaggio al metodo contributivo, ad esempio per il riscatto di studi universitari con calcolo a percentuale o con riscatto agevolato.

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L’INPS ha specificato che, una volta fatta questa scelta, non è più possibile accedere all’Opzione donna. È comunque possibile presentare contemporaneamente due domande: una per il passaggio al sistema contributivo per il riscatto e una per la pensione con Opzione donna.

Come prevedere l’importo della pensione con il calcolatore Inps

L’Inps mette a disposizione dei simulatori. Uno si chiama «Pensami – pensione a misura» e – come indicato nella relativa pagina del sito dell’istituto di previdenza – fornisce «una consulenza pensionistica “fai da te”» che, tenuto conto della complessità della materia, non è l’ideale.

La simulazione consente di calcolare la data di pensionamento per molte categorie di lavoratori (fondo pensioni lavoratori dipendenti, gestione esercenti attività commerciali, gestione artigiani, gestione coltivatori diretti, mezzadri e coloni, gestione separata, cassa pensioni dei dipendenti delle amministrazioni dello Stato, cassa pensioni dei dipendenti degli enti locali, cassa pensioni degli ufficiali giudiziari, cassa pensioni insegnanti, cassa pensioni sanitari).

Inoltre prevede l’utilizzo di parametri personalizzati, tra cui l’accredito del servizio militare, il riscatto di titoli di studio universitario, la segnalazione di periodi di lavoro svolti all’estero, ma tutti i dati devono essere indicati dall’interessato, in quanto questo strumento non utilizza le informazioni già in possesso dello stesso istituto di previdenza.

Quindi ci sono probabilità di inserire dati inesatti e di ottenere risposte non attendibili. Inoltre il simulatore non fornisce una stima dell’importo del primo assegno pensionistico: un dato che è rilevante per avere maggiore consapevolezza e di conseguenza per prendere decisioni.

L’importo dell’assegno pensionistico è elaborato da un altro simulatore dell’Inps, «la mia pensione futura», accessibile previa autenticazione della propria identità. Si ottiene, innanzitutto, il prospetto della situazione contributiva individuale (quindi con la possibilità di verificare se ci sono anomalie e, nel caso, attivarsi per risolverle) e poi la data stimata di accesso alla pensione di vecchiaia e a quella anticipata, nonché il primo importo della pensione, senza tener conto dell’andamento dell’inflazione.



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