L’energia idroelettrica ha un grande nemico: la siccità

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“Negli ultimi 5 anni – ha affermato l’AIE – il tasso di crescita medio dell’idroelettrico è stato inferiore a un terzo di quanto richiesto, il che segnala la necessità di sforzi significativamente più incisivi, in particolare per semplificare le autorizzazioni e garantire la sostenibilità dei progetti”

L’energia idroelettrica è la più grande fonte di energia rinnovabile al mondo. Su scala globale, le centrali idroelettriche producono più energia di tutte le altre fonti rinnovabili messe insieme. Tuttavia, il tasso di crescita della nuova capacità idroelettrica negli ultimi anni si è ridotto, e il settore è afflitto da gravi problemi attuali e futuri, dall’aumento degli incidenti e dell’intensità delle siccità dovute al cambiamento climatico, alle importanti esternalità ambientali negative associate alle mega dighe.

IL VANTAGGIO DELL’IDROELETTRICO

L’energia idroelettrica – ricorda Haley Zaremba su Oilprice – offre un vantaggio fondamentale che altre energie rinnovabili non offrono: a differenza dell’energia solare ed eolica – che dipendono dalle condizioni meteorologiche – crea energia 24 ore su 24. L’idroelettrico è quindi un’opzione estremamente attraente per i Paesi dotati di fiumi che vogliono aumentare i loro livelli di produzione di energia pulita senza compromettere la stabilità della rete o la sicurezza energetica.

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Negli ultimi anni, però, gli investimenti nel settore sono diminuiti. “Negli ultimi 5 anni il tasso di crescita medio è stato inferiore a un terzo di quanto richiesto, il che segnala la necessità di sforzi significativamente più incisivi, in particolare per semplificare le autorizzazioni e garantire la sostenibilità del progetto”, ha riferito lo scorso anno l’Agenzia Internazionale per l’Energia, spiegando che “gli impianti idroelettrici dovrebbero essere riconosciuti come una spina dorsale affidabile dei sistemi di energia pulita del futuro e supportati di conseguenza”.

L’IDROELETTRICO È UNA FONTE DAVVERO AFFIDABILE?

Negli ultimi anni, però, l’energia idroelettrica non si è dimostrata così affidabile come i suoi investitori avevano sperato. Le diffuse siccità associate ai cambiamenti climatici hanno causato l’abbassamento dei fiumi o addirittura il loro completo prosciugamento, causando degli effetti estremamente negativi per gli impianti di produzione.

Nel 2022 le intense siccità nel bacino del fiume Yangtze in Cina hanno ridotto del 26% il potenziale idroelettrico sviluppato (DHP), causando carenze critiche e stimolando un aumento della produzione di energia a carbone. Negli ultimi anni problemi simili sono emersi anche in Brasile, Ecuador, Stati Uniti e nella regione del Mediterraneo. È importante sottolineare che non si tratta di incidenti isolati o sporadici: in diversi scenari di cambiamento climatico, il rischio che in futuro si verifichino delle siccità estreme simili aumenta di quasi il 90%.

GLI SCENARI CLIMATICI

Gli scenari climatici sono solo uno dei fattori che dissuadono gli investitori dai nuovi mega progetti idroelettrici. Negli Stati Uniti gli investimenti in grandi centrali idroelettriche si esauriscono per il semplice fatto che “non ci sono luoghi fluviali adatti per nuovi progetti”, secondo un recente rapporto di CleanTechnica. E, quelli che esistono, sono associati a gravi sconvolgimenti ecologici e problemi ambientali, come cambiamenti nei modelli di inondazione e blocco delle migrazioni dei salmoni per decine di milioni di pesci.

L’IMPONENTE PROGETTO IDROELETTRICO IN CONGO

Vi sono dei grandi progetti in programma nei fiumi di altri Paesi, ma non sono privi di problemi. In Congo, dopo il grande entusiasmo iniziale, i piani per il più grande progetto idroelettrico al mondo sono stati bloccati per anni. Alcuni incolpano la cattiva amministrazione della Repubblica Democratica del Congo per il mancato lancio della diga Grand Inga, mentre per altri i problemi risiedono nei partner internazionali, in un costo iniziale esorbitante (circa 80 miliardi di dollari) e nelle profonde preoccupazioni sull’impatto ambientale e sociale del progetto.

La necessità della Grand Inga è però enorme e impossibile da ignorare. Nell’Africa subsahariana circa 600 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità, il che rende l’elettrificazione un passo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale della regione.

L’Africa, però, non può permettersi il lusso di emettere gas serra indiscriminatamente come ha fatto il mondo sviluppato negli ultimi 150 anni. Il continente è sotto un’enorme pressione internazionale per “bypassare” i combustibili fossili e passare direttamente allo sviluppo di sistemi di energia pulita, ma è difficile immaginare come ciò sarà possibile senza un’energia idroelettrica su larga scala.



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