Comune di Bari evita lo scioglimento per mafia: ipotesi commissariamento

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Dopo un anno di indagini il ministro dell’Interno Piantedosi ha deciso di sottoporre a controllo solo alcune società partecipate.

Bari – Nessuno scioglimento, per infiltrazioni mafiose, del Comune della città pugliese. É lo scenario più probabile dopo la riunione del Consiglio dei ministri del 7 febbraio, nel quale non è stata presa alcuna decisione in merito alla proposta di azzerare il Consiglio. Si attendeva, infatti, l’esame del corposo lavoro della Commissione d’accesso insediatasi a Palazzo di Città il 22 marzo scorso e operativa fino a settembre 2024. Ma ci sarà invece il commissariamento di due aziende comunali che si aggiungono a quello dell’Amtab, già disposto dal Tribunale, oltre che le sanzioni individuali per alcuni dipendenti.

È questa dunque la decisione del governo a 11 mesi dall’avvio dell’ispezione sul Comune di Bari a seguito dell’indagine Codice Interno. La decisione è del ministro Matteo Piantedosi, che – sulla base degli accertamenti svolti dagli ispettori nominati dalla prefettura di Bari – non ha rilevato la sussistenza degli elementi richiesti dalla legge (forme di condizionamento degli organi amministrativi ed elettivi) per disporre lo scioglimento del consiglio comunale. Ma ha tuttavia istruito un provvedimento per l’applicazione dei provvedimenti previsti all’articolo 143 comma 5 del Testo unico sugli enti locali, ovvero quelli che riguardano dirigenti e dipendenti comunali. La legge consente infatti al ministro, “anche nei casi in cui non sia disposto lo scioglimento”, di disporre “ogni provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell’ente” nei confronti di dipendenti e dirigenti.

Piantedosi e l’ex sindaco Decaro

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, all’indomani delle notizie circolate dal Viminale, sottolinea: “Attendo di leggere il provvedimento, perché abbiamo scongiurato l’ipotesi più nefasta quella del dello scioglimento degli organi di rappresentanza e comunque finalmente la città ritorna a vedere una prospettiva di straordinaria crescita puntando soprattutto sulla reputazione che era stata, in qualche modo, messa in discussione con l’avvio del procedimento”. Per Leccese, “il fatto che ci siano state delle presenze all’interno di alcune società partecipate è emerso in modo eclatante durante l’inchiesta ‘Codice interno’, abbiamo anche vissuto sul piano dibattimentale le fasi delle del processo, quindi tutto ciò che c’è stato in passato rispetto a possibili tentativi di infiltrazione, come ha detto il procuratore della repubblica, sono fatti molto circoscritti, quindi non c’è stata quella pervasività da parte della criminalità organizzata che avrebbe poi comportato lo
scioglimento così come prevede la legge del consiglio comunale e degli organi di rappresentanza”.

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Quindi “dobbiamo leggere esattamente i contenuti della relazione della commissione ispettiva e poi i contenuti del provvedimento. Noi non ci tiriamo indietro, anzi – ha concluso – siamo noi stati i primi ad attivare e potenziare il sistema di controllo, a dispiegare quegli anticorpi necessari affinché anche all’interno delle società partecipate, laddove vengono verificate delle zone grigie, queste possano essere rimosse“. A parlare è anche, Antonio Decaro, ex sindaco di Bari, ora europarlamentare. “Intendiamoci, – dice sui social – a Bari la mafia esiste. Io non ho mai avuto paura di dirlo. Perché io non ho mai avuto paura di sfidarla, la mafia, a viso aperto e a testa alta. E se non è stato abbastanza chiedo scusa ai baresi. A tutti i baresi, tranne a quelli che ancora provano a lucrare consenso su un provvedimento del Governo che nemmeno conoscono”.

L’ex sindaco Antonio Decaro

Decaro aggiunge: “Bari non si scioglie”, titolano i giornali oggi. È vero, Bari non si scioglie, anzi, rinasce più solida, più forte e coraggiosa di prima. E la stragrande maggioranza dei suoi cittadini continuerà a scegliere di stare dalla parte giusta: contro la mafia, contro i criminali. È per loro che oggi, dopo un anno di accuse strumentali, posso tornare a respirare. È anche uscito il sole. È una bella giornata, Bari”, ha concluso Decaro. Ma in una nota congiunta replicano i parlamentari pugliesi di Forza Italia Dario Damiani, Rita Dalla Chiesa, Andrea Caroppo, Giandiego Gatta, Vito De Palma, Giorgio Lovecchio e Antonio Trevisi. “Se fosse confermata la notizia del commissariamento di tre aziende municipalizzate su quattro del Comune di Bari, si avrebbe la dimostrazione della gravità, dello stato di emergenza sul fronte della legalità in cui si è trovato il capoluogo pugliese. Anni e anni di silenzi e omessi controlli“.

Il sindaco Decaro, concludono, “deteneva la delega alle municipalizzate: dove era quando la mafia si appropriava della gestione di queste società pubbliche come un cancro? Ci sono responsabilità politiche pesantissime. Se confermata la notizia delle società, avremmo l’ulteriore dimostrazione della cura e dell’attenzione del governo verso Bari e i Baresi: il commissariamento di tutto il Comune avrebbe delle conseguenze disastrose e il bollino rosso delle infiltrazioni mafiose verrebbe posto, così, senza investire tutta la comunità”. 



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