Nel cuore dell’innovazione tecnologica europea, la Quantum Cybersecurity emerge come elemento cruciale per proteggere le infrastrutture digitali del continente dalle minacce dei computer quantistici, capaci di decifrare i sistemi crittografici tradizionali e compromettere la sicurezza dei dati sensibili.
La rapida evoluzione delle tecnologie quantistiche stanno creando nuove sfide significative per la sicurezza delle comunicazioni digitali. In particolare, l’avvento dei computer quantistici minaccia di compromettere i sistemi crittografici attualmente in uso, rendendo vulnerabili dati sensibili e infrastrutture critiche. Un recente studio suggerisce che entro il 2026 esiste una probabilità del 14% che i computer quantistici riescano a violare i sistemi crittografici più diffusi, percentuale che potrebbe salire al 50% entro il 2031, con implicazioni devastanti per la sicurezza informatica.
L’impatto rivoluzionario della computazione quantistica sulla sicurezza digitale
Nel panorama delle minacce alla cybersecurity, la computazione quantistica rappresenta una sfida unica e particolarmente insidiosa. A differenza dei tradizionali attacchi informatici, dove le vulnerabilità scoperte possono essere corrette con patch o aggiornamenti, l’impatto del quantum computing sulla crittografia è fondamentale e richiede anni di preparazione per implementare contromisure efficaci. La peculiarità dei computer quantistici risiede nella loro capacità di manipolare bit quantistici (qubit) che possono esistere simultaneamente in stati 0 e 1, permettendo di esplorare molteplici configurazioni contemporaneamente.
Questa caratteristica rivoluzionaria non rappresenta semplicemente un incremento di velocità computazionale, ma un cambio di paradigma che richiede lo sviluppo di una nuova “immunità cibernetica” basata su crittografia quantum-safe e protocolli di comunicazione quantistica. La sfida non è solo tecnologica ma anche organizzativa: le aziende devono valutare attentamente la “shelf-life” delle informazioni sensibili, considerando che i dati crittografati oggi potrebbero essere decifrati in futuro da computer quantistici sufficientemente potenti.
Una delle preoccupazioni più urgenti riguarda i cosiddetti attacchi “harvest now, decrypt later“, in cui gli aggressori raccolgono oggi informazioni crittografate per decifrarle in futuro quando avranno accesso a computer quantistici sufficientemente potenti. Questa minaccia è particolarmente rilevante per documenti classificati europei che seguono regole di declassificazione dopo 20-50 anni. Un avversario dotato di capacità quantistiche potrebbe potenzialmente accedere a questi contenuti sensibili molto prima della loro naturale declassificazione, compromettendo seriamente la sicurezza nazionale e degli interessi strategici europei.
Il divario strategico nella sicurezza quantistica tra USA e UE
Gli Stati Uniti hanno assunto un ruolo guida nella transizione verso la crittografia post-quantum. Dal 2016, il National Institute of Standards and Technology (NIST) ha avviato un processo di standardizzazione degli algoritmi crittografici resistenti agli attacchi quantistici, con l’obiettivo di completare gli standard entro il 2024. Inoltre, gli USA hanno implementato politiche concrete come il Quantum Cybersecurity Preparedness Act del 2022 e hanno incluso la protezione dagli attacchi quantistici come obiettivo strategico nella National Cybersecurity Strategy del 2023.
L’approccio europeo, invece, si è concentrato principalmente sulla distribuzione quantistica delle chiavi (QKD) attraverso il progetto EuroQCI, che mira a creare una rete di comunicazione quantistica sicura entro il 2027. Questo progetto ha visto nel 2021 la prima comunicazione quantistica interstatale tra Trieste, Lubiana e Zagabria, coprendo una distanza di 100,5 km. Tuttavia, questa focalizzazione rischia di trascurare le minacce immediate come gli attacchi “harvest now, decrypt later“. È significativo notare che 13 dei 19 ricercatori coinvolti negli algoritmi selezionati dal NIST sono affiliati a istituzioni di ricerca europee, evidenziando il paradosso di un’Europa leader nella ricerca ma in ritardo nell’implementazione pratica.
Quantum Cybersecurity: l’urgenza di una risposta europea coordinata
Per affrontare queste sfide, l’Europa necessita di un Piano d’Azione Coordinato che definisca obiettivi chiari e tempistiche per la migrazione verso sistemi crittografici post-quantum. Tale piano dovrebbe colmare il divario tra l’obiettivo a lungo termine di EuroQCI e le esigenze immediate di sicurezza, considerando anche le significative disparità tra gli Stati membri in termini di risorse e competenze nel campo della Quantum Cybersecurity.
L’UE potrebbe facilitare il coordinamento sia a livello tecnico che politico. Sul fronte tecnico, è necessario affrontare le lacune nella ricerca sulle tecnologie quantum-safe, come lo sviluppo di nodi quantistici per connessioni a lungo raggio. A livello politico, l’UE dovrebbe promuovere una transizione armonizzata verso la crittografia post-quantum, supportando gli Stati membri nella creazione di inventari crittografici e nell’identificazione delle priorità di migrazione.
Implementazione e prospettive future
La creazione di un nuovo gruppo di esperti all’interno dell’ENISA, con esperti nazionali distaccati, potrebbe facilitare lo scambio di buone pratiche e stimolare l’elaborazione di piani di migrazione nazionali. Inoltre, l’esplorazione di sandbox per accelerare lo sviluppo di applicazioni quantum-safe potrebbe seguire l’esempio americano, adattandolo alle esigenze europee.
Il programma IRIS2, parte dell’infrastruttura GOVSATCOM, rappresenta un passo importante verso la realizzazione di una rete di comunicazione quantistica spaziale, che potrebbe diventare un programma spaziale di punta insieme a Copernico e Galileo. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dalla capacità dell’UE di integrare queste tecnologie con soluzioni di crittografia post-quantum.
Le sfide poste dal computing quantistico alla cybersecurity europea richiederanno un approccio multiforme che combini innovazione tecnologica, coordinamento politico e cooperazione internazionale. Solo attraverso un’azione tempestiva e coordinata l’Europa potrà mantenere la sua sovranità digitale e proteggere efficacemente i suoi interessi strategici nell’era quantistica.
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