Milano, l’agguato notturno dei taxi contro gli Ncc in piazza Duomo. Le auto nere: «Ora denunce», «basta giustizia fai-da-te»

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di
Matteo Castagnoli

Ronde anti-abusivi contro i pochi controlli. «Siamo pacifici. Vogliamo essere tutelati. Stiamo in fila ore a Malpensa e gli Ncc ci passano davanti», spiegano i manifestanti agli agenti.

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La tensione massima si registra dieci minuti prima dell’una di notte. In piazza del Duomo ci sono quasi cento tassisti per protestare contro i conducenti abusivi. In quel «tunnel» di auto bianche che occupano la strada tra il McDonald’s e i giardinetti, spunta una macchina nera senza «scudetto». Senza licenza, cioè. Svolta da via Orefici. Il ragazzo al volante è faccia nota: un driver «abusivo» protagonista di servizi tv. «Senza patente». «Abbassa il finestrino». «Non scendi a fare il cogl… oggi?», gli domandano i tassisti che intanto si sono assiepati intorno alla Jaguar che prosegue a passo d’uomo. Qualcuno batte con forza le mani sul tettuccio. Qualcun altro accenna un calcione appena l’auto nera riesce a sfilarsi.

L’appuntamento era girato su alcune chat private di tassisti: il ritrovo, tra venerdì e ieri, era fissato in piazza del Duomo a mezzanotte. Ma già mezz’ora prima i marciapiedi iniziano a riempirsi di taxi, tanto che i ristoratori con locali con vista sulla Madonnina tentato di opporsi. E discutono. Nulla da fare: «Se c’è una protesta, c’è una protesta», controbattono. In fila e a lisca di pesce, le macchine bianche occupano il pavé. In mezzo alla strada, a capannello, i tassisti attendono le auto nere. «Questo viene da Cusano Milanino, vai sereno». Da via Orefici poi sbuca una macchina griffata «Uber»: «Prendetegli le gomme. Quando la smetti di fare il tassista?», chiede ironico un signore. Che aggiunge: «Ah no, scusa, mi sono confuso, ma mi rubi il lavoro». 




















































Intanto un grido chiede di spostare un taxi perché blocca l’uscita di una pattuglia della polizia locale. Ci sono Ncc (noleggio con conducente) che arrivano da Piacenza, Mantova, Lainate. A dirlo sono gli «scudetti», gli stemmi attaccati sul portellone del baule. Tra chi attraversa il «tunnel» ci sono abusivi, ma non è detto che tutti quelli passati da piazza del Duomo lo siano e non possano così circolare sulle strade della città. Le regole sono chiare: potrebbero aver accompagnato alcuni clienti per poi tornare nella loro provincia o avere contratti temporanei su Milano. Impossibile dirlo vedendoli solo sfilare. Altri Ncc capiscono che qualcosa non va. Fanno inversione ed evitano il «tunnel». Altri ancora rimangono incastrati nella catena umana. Quella è la protesta dei tassisti del turno notturno. Durante il presidio passano un paio di pattuglie. Poi all’1.30 una volante della polizia si ferma. «Siamo pacifici. Vogliamo essere tutelati. Stiamo in fila ore a Malpensa e gli Ncc ci passano davanti», spiegano i manifestanti agli agenti.

È stata la seconda edizione delle ronde anti-abusivismo già andata in scena una settimana fa: sempre tra venerdì e sabato. Prima, il 27 gennaio, in Prefettura c’era stato un incontro in cui era stato stipulato un protocollo proprio anti abusivismo. Invece martedì, dopo il primo blitz notturno, MuoverSì — la federazione che riunisce le principali associazioni Ncc — aveva inviato una lettera al prefetto Claudio Sgaraglia segnalando nuove possibili ronde di tassisti e chiedendo «garanzia della propria incolumità». Al momento non risultano querele, ma «inviteremo tutti gli Ncc passati la scorsa sera a presentare denuncia per violenza privata. Vorremmo anche presentare un’interrogazione parlamentare. Non vogliamo la giustizia sommaria — spiega Francesco Artusa, presidente di Sistemi trasporti —. Quelle che abbiamo visto sono situazioni indegne per una paese civile. I tassisti si sentono impuniti. Senza dubbio avranno le loro ragioni sulle irregolarità, ma non facciano il lavoro delle forze dell’ordine. I controlli sono stati pochi. E ora abbiamo paura di andare a lavoro». Eventi «estemporanei», non segnalate, alle quali la questura ha già iniziato a rispondere con controlli sul territorio.
 
Se non si è trattato di blocco stradale (qualche cliente è partito comunque a bordo taxi, anche se «Uber non carica»), colpisce vedere certe scene. Soprattutto in piazza del Duomo, a Milano.

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