Uffici Usa più green degli studi Ue per colpa del Covid. Ecco perché

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Uffici Usa più green degli studi Ue per colpa del Covid. La colpa non è delle e normative europee sugli immobili ma del Covid-19. Ecco perché

Gli uffici americani sono più green degli studi europei. L’intensità energetica degli uffici statunitensi è diminuita del 20,2%, contro il -18,3% dell’Ue.Dati che ribaltano il luogo comune che gli Usa sono più indietro nella transizione sostenibile rispetto all’Ue in ogni settore. Ecco come gli Usa hanno superato l’Ue.

UFFICI USA PIU GREEN A CAUSA DEL COVID

Le normative Ue per il settore immobiliare impongono obiettivi di sostenibilità più severi rispetto agli Usa. L’ormai celebre direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) della Commissione europea, la cosiddetta Case Green, stabilisce che il parco immobiliare dell’UE deve raggiungere un rating minimo di classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Gli Stati membri devono rinnovare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% degli immobili entro il 2033.

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Tuttavia, la pandemia da Covid-19 potrebbe aver rimescolato le carte. Infatti, la scelta di riportare i lavoratori negli uffici più rapidamente degli Usa è costata caro all’Unione Europea. Negli ultimi 5 anni la quantità di energia che ogni edificio europeo utilizza per metro quadrato ogni anno è diminuita a ritmo più sostenuto rispetto agli Stati Uniti, secondo un’analisi di Measurabl, con sede a San Diego, in California, che tiene traccia delle emissioni immobiliari.

UFFICI GREEN, UE VS USA

L’intensità energetica degli uffici statunitensi è diminuita del 20,2%, contro il -18,3% dell’Ue. Nei magazzini, invece, l’intensità di consumo energetico è diminuita del 16,6% negli USA, quasi il 5% in più rispetto al l’11,8% dell’UE, secondo i dati di Measurabl. Per quanto riguarda il settore retail, invece, l’Unione Europea supera gli Stati Uniti con una flessione del 21,8%, contro il 13,6% degli Usa.

Dati che sfidano “il mito che un sistema di regolamentazione centralizzato sta per guidare la decarbonizzazione” più veloce di uno con meno regole, secondo Sara Anzinger, vice presidente del capital markets a Measurabl, sottolineando che uno degli assi nella manica degli Usa è che gli investitori istituzionali vogliono edifici più verdi.

Anche gli investitori europei sono favorevoli alla transizione green degli edifici. Un gruppo di investitori che rappresentano 6,8 trilioni di dollari di profitti sta spingendo affinché l’Ue non ceda alla tentazione di abbassare i target ambientali dell’Unione, dietro le crescenti pressioni dei partiti di destra. La ragione è che secondo gli investitori le regole di rendicontazione sono essenziali per aiutare i gestori e i proprietari delle attività a decidere dove allocare i fondi.

MEGLIO L’UE SUL RESIDENZIALE

L’Ue, però, supera gli Usa nella decarbonizzazione del settore residenziale e nel retail. Negli ultimi 5 anni le case europee hanno ridotto la loro intensità energetica del 19,1% in Europa, contro il 5,6% negli Stati Uniti. Per quanto riguarda il settore retail, invece, l’Unione Europea supera gli Stati Uniti con una flessione del 21,8%, contro il 13,6% degli Usa. Performance favorite dalla riduzione del consumo energetico delle famiglie dopo l’invasione russa in Ucraina e il conseguente aumento dei prezzi dell’energia. La strada verso la decarbonizzazione degli edifici, però, è ancora lunga e i costi preoccupano non poco i cittadini europei. Infatti, la Commissione europea stima che complessivamente per rinnovare il patrimonio immobiliare entro il 2030 saranno necessari investimenti annuali per 275 miliardi di euro. Ogni proprietario, da qui al 2030, in media dovrebbe spendere da € 10.000 ($ 10,350) a € 30.000 per appartamento, secondo un recente rapporto di S&P Global Ratings.

Un costo che non tutti potranno permettersi, mettendo a rischio i piani di Bruxelles. L’Europa è ancora lontana dal ridurre in modo significativo la vasta impronta di carbonio del suo parco immobiliare in via di invecchiamento. Le stime indicano che solo l’1% delle strutture della regione viene rinnovato ogni anno. Al ritmo attuale, è improbabile che l’UE raggiungerà i suoi obiettivi di decarbonizzazione per gli edifici, anche se le emissioni provenienti dalla fornitura di elettricità continuano a diminuire, secondo S&P. nel settore residenziale, dove la riduzione del 19,1% in Europa è stata molto superiore al calo del 5,6% negli Stati Uniti.



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