ISEE 2025 sbagliato, puoi chiedere un risarcimento se il Caf sbaglia a compilare la richiesta: ecco come fare

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Ogni Caf fornisce assistenza anche in tema di Isee, ossia la certificazione che indica la situazione economica dell’intero nucleo familiare. Il cittadino potrĂ  contare su un servizio professionale offerto da chi conosce in dettaglio le normative e le procedure richieste. E, se è vero che gli operatori del Caf possono aiutare ad evitare sbagli e a raccogliere correttamente tutta la documentazione necessaria, è perĂ² altrettanto vero che nessuno è perfetto e anche il piĂ¹ preparato tra gli addetti potrebbe incappare in un errore procedurale.

La domanda allora sorge spontanea: se il Caf sbaglia a compilare la richiesta dell’Isee, causando un danno al contribuente, quest’ultimo puĂ² tutelarsi chiedendo un risarcimento? In linea generale la risposta è positiva, ma vanno fatte alcune precisazioni.

Anzitutto va ricordato che un Isee sbagliato puĂ² essere il risultato dell’utilizzo di informazioni incomplete o di una documentazione del tutto mancante o, ancora, di errori nei calcoli. Ad esempio, se il reddito di un membro del nucleo familiare (come un coniuge o un figlio) non è correttamente riportato, il valore dell’Isee potrĂ  risultare inferiore rispetto a quello reale, dando accesso a bonus e agevolazioni fiscali a cui – per reddito complessivo – non si avrebbe diritto e che l’Inps potrebbe, quindi, chiedere indietro.

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Analogamente, il non dichiarare tutte le fonti di reddito (ad esempio redditi da affitti, lavoro occasionale o pensioni) potrĂ  determinare un Isee sbagliato e conseguenti problemi in fase di controllo. Viceversa, se l’Isee avrĂ  un valore piĂ¹ alto di quello effettivo, potrebbe scattare l’esclusione dal diritto a bonus e agevolazioni, o esservi un importo della prestazione piĂ¹ basso (come ad esempio per l’assegno unico).

Ecco perchĂ©, in primis, il contribuente dovrĂ  controllare la veridicitĂ  dei dati e delle informazioni fornite al momento della compilazione della Dsu ai fini Isee, perchĂ© il diretto responsabile dello sbaglio potrebbe essere proprio lui stesso. Peraltro il contribuente, in quanto dichiarante, sarĂ  firmatario della stessa Dsu. Ricordiamo anche che – una volta trasmessa tale dichiarazione – l’Inps elaborerĂ  l’Isee e rilascerĂ  l’attestazione corrispondente.

Insomma, quando si compilano le Dsu ai fini Isee bisogna sempre fare molta attenzione, anche se la compilazione avviene tramite un Caf. Il contribuente dovrà prestare la giusta cura nella preparazione del materiale da utilizzare (certificati di reddito, patrimonio, stato di famiglia ecc.) perché, se non sono forniti tutti i documenti necessari e l’Isee risulterà sbagliato per tale ragione, non sarà poi possibile incolpare il Caf stesso.

Le norme vigenti indicano che il Caf è responsabile per errori formali, ossia attinenti alla procedura e ai compiti svolti dagli operatori in fase di compilazione della Dsu (ad esempio l’omissione di un membro del nucleo familiare o di un reddito da pensione). Tali sbagli sono commessi a danno del contribuente che ha chiesto il relativo servizio. In linea generale, il centro di assistenza fiscale potrĂ  essere tenuto sia al rimborso dei costi delle eventuali sanzioni inflitte al contribuente, sia al risarcimento dell’eventuale danno economico (ad esempio perdita o revoca di un’agevolazione fiscale).

Senza dimenticare che ogni Caf è sottoposto al controllo delle Entrate e questo significa che – in presenza di plurime violazioni – il centro puĂ² anche vedersi revocata l’autorizzazione ad offrire i propri servizi alla cittadinanza.

Nella prassi non mancano affatto i casi nei quali al contribuente sono addebitate sanzioni, per errori formali nel modello Isee, oppure sono rigettate domande di prestazioni, come le borse di studio universitarie. Il cittadino è perĂ² tutelato nei termini seguenti:

In particolare, la messa in mora sarĂ  attuabile tramite una raccomandata AR o una PEC, inviata al centro di assistenza fiscale. Nella comunicazione l’interessato dovrĂ  sollecitare il ricevente a correggere quanto prima gli sbagli commessi e risarcire i danni patiti. AndrĂ  altresì indicato il termine per adempiere: nel documento sarĂ , infatti, contenuto l’avvertimento del possibile ricorso alle vie legali nel caso di ulteriore inadempienza.

In linea generale, prima di avviare un’azione legale è preferibile contattare il Caf e chiedere spiegazioni sull’errore. Infatti potenzialmente si puĂ² riuscire a risolvere il problema senza ricorrere all’avvocato (laddove non sia stato arrecato un danno). Ma se il Caf non è disposto a risolvere la situazione o se il danno economico subìto è tangibile e significativo, sarĂ  certamente possibile agire per il risarcimento. La sua entitĂ  dipenderĂ , ovviamente, dalla gravitĂ  dell’errore e dall’impatto che ha avuto sulla situazione del contribuente, e potrĂ  comportare anche il rimborso di eventuali somme pagate erroneamente.

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