Alla scoperta della regione alpina con 9 tappe gourmet che ci svelano il fascino e i sapori di un posto da vivere tutto l’anno. Ecco una selezione dei ristoranti imperdibili, scelti dalla Guida di Identità Golose, che raccontano l’eccellenza gastronomica del territorio.
Paolo Griffa al Caffè Nazionale – Aosta
Sono moltissime le certezze di Paolo Griffa: dal panino fritto con anguilla affumicata al pane accompagnato da burro salato, fino alla volontà di lasciare alla sala il compito di comporre il piatto, presentandolo e svelando qualche curiosità sulla sua concezione. Ad Aosta, infatti, la mente è in continua fase di ascolto per lavorare, nella stessa stagione, un’ampissima quantità di materie agevolmente reperibili. Dai piatti alla carta o nei due menu, “Grandi Classici” e “Arte”, si respira la creatività matura, con un approccio gentile ma sofisticato per la bellezza nella rappresentazione degli ingredienti. Un piatto ispirato ai sapori italiani e ai luoghi d’ispirazione, prima che formativi, di Griffa unisce l’iconico sapore della pasta al forno e il soufflé francese. Il concetto dell’invisibilità di Magritte si presenta, invece, in un Salmerino dall’alone affumicato con pesto di noci e polline, presentato in una terrina a forma di mela. Ricercatissimo il carrello dei formaggi, in cui trovare quelli di piccoli produttori che affrontano con caparbietà il loro essere fuori da confini geografici, rivendicando tome d’alpeggio dai sapori inediti.
Erika Mantovan
Un piatto del menu di inverno di Paolo Griffa al Caffè Nazionale
Vecchio Ristoro – Aosta
Siamo nel centro storico di Aosta, in un antico mulino che la proprietà preserva con grande cura. Filippo Oggioni è chef che sa interpretare magnificamente i prodotti di montagna, ne ha fatto un tratto distintivo e uno stile proprio grazie alla conoscenza che, di continuo, arricchisce attraverso il contatto quotidiano con piccoli agricoltori, casari e allevatori della Valle d’Aosta. Un territorio con una sua identità montanara forte e decisa, che al Vecchio Ristoro viene subliminata con ottimi risultati e una buona dose di creatività. Grande attenzione è dedicata ai pani: diverse tipologie vengono abbinate alla varie portate, tutte sono di notevole livello. Anche ai formaggi valdostani si dà uno spazio importante, con competenza certosina nella ricerca. Cucina à la minute, è un altro punto di forza di Oggioni che eleva la qualità dei piatti. In sala c’è il bravissimo Paolo Bariani, socio insieme allo chef con il quale si muove in perfetta sintonia. Paolo è sommelier altamente professionale e con la sensibilità che fa la differenza nella selezione di etichette che sappiano contribuire alla grande piacevolezza di questa tavola.
Marina Alaimo
Saint Hubertus – Cervinia (Aosta)
Situato in una delle più prestigiose strutture della vallée, il Saint Hubertus combina romanticismo, minimalismo ed estetica funzionale, sia negli arredi che nell’offerta culinaria. Con un panorama mozzafiato sulle montagne, il paesaggio si riflette anche all’interno, grazie a soffitti a volta intonacati, pietre naturali e dettagli che richiamano l’ambiente circostante. Il ristorante propone una cucina gourmet che celebra le materie prime locali, esaltandole con colori, precisione e un tocco di contaminazione ispirata al Piemonte. Tra le creazioni più apprezzate spicca la Tartare di fassona battuta al coltello, accompagnata da un raffinato paté di foie gras. Le Tagliatelle al ragù di lepre battuto al coltello sono un altro piatto iconico, arricchite con nocciole tostate del Piemonte. Ampio spazio è dedicato alle carni, valorizzate da tecniche che esaltano la morbidezza e i sapori primari. Un esempio perfetto è la Nocetta di capriolo, accompagnata da una raffinata riduzione di Fumin, pere Martin Sec e patate. Questa proposta offre un vero e proprio viaggio immersivo nei sapori della regione.
Erika Mantovan
Wood – Cervinia (Aosta)
È senza dubbio una delle più avvincenti storie della regione, con una donna che conquista i 2mila metri di quota. Una proposta che fa della montagna uno dei suoi punti di forza, e che si intreccia a un trasporto totale per il mondo vegetale, ispirazione anche per il nome dell’insegna. Un percorso che ha visto crescere tanto la tecnica quanto l’interesse per una cucina nordica pulita, gustosa, ricca di sapori e contrasti, portando in vallée una proposta che mancava. La sostenibilità, intesa come ricerca e conservazione di risorse per usi non immediati, è un altro tassello fondamentale di una cucina, che valorizza le materie prime della montagna a chilometro zero, proposte con eleganti affumicature, punte di dolcezza e un’armonia sorprendente. L’attenzione al vegetale è centrale, ma non manca uno spazio importante per carni e pesci, lavorati con tecniche mai banali, impreziosite da contaminazioni esotiche, orientali e nordiche, che richiamano la terra d’origine della chef.
Erika Mantovan
Le Petit Bellevue – Cogne (Aosta)
Piccolo avamposto di buona tavola, nel cuore del più rinomato hotel di Cogne, Le Petit Bellevue rappresenta la sintesi tra tradizione valdostana e cucina d’autore. Con soli sei tavoli, ognuno unico per stile, epoca e mise en place, offre un’esperienza gastronomica che unice l’attenzione ai dettagli all’accoglienza impeccabile. Alla guida della cucina, il toscano Niccolò de Riu che celebra le eccellenze del territorio attraverso la sua creatività. Tra le proposte spiccano l’Agnello di Cretaz, servito con cardo gobbo, patate e spezie, e lo Storione di Lillaz, accompagnato da topinambur, sedano e caviale. Il percorso culinario è impreziosito dal carrello dei formaggi, selezionati e affinati dal maître fromager Roberto, e dalla cantina curata da Rino Billia, sommelier pluripremiato e custode di 18.000 bottiglie. Accanto a Le Petit Bellevue, l’offerta gastronomica dell’hotel si arricchisce con il vicino Bar à Fromage, restaurant de montagne, un luogo dove i sapori tradizionali di montagna trovano una nuova espressione, e La Brasserie du Bon Bec, che propone una cucina conviviale dal tocco contemporaneo.
Mariella Caruso
La Clusaz – Gignod (Aosta)
Destinazione La Clusaz. Da Milano ad Aosta due ore di autostrada, poi a destra verso il Gran San Bernardo. Superata Gignod la locanda è sulla sinistra, almeno dal 1140, tra alti e bassi, l’ultimo ko con la pandemia. Ora abbiamo due chef, Piergiorgio Pellerei e Thierry Buillet, con Alessandro Ménabreaz al ricevimento. Bello leggere che la loro cucina «raccoglie idee, viaggi, ricerca, sperimentazione, passione ed entusiasmo», che riversano in due menu degustazione a mano libera, ma anche in quello dedicato al foie gras e a un quarto di tradizione, pokerissimo con la carta della stagione in corso. Così via nel segno del Boudin, una versione valdostana del sanguinaccio, cotto in casseruola e servito con patate. Un primo passo molto marcato ma pure un elegante Uovo affogato in caprino liquido, ma così si vince facile. Più pensati i Bottoni di coniglio conditi con aglio orsino e nocciole. Gli Spaghettoni alle prugne fermentate e l’astice per rompere l’ovvietà di schemi legati al territorio. Siamo ai secondi, il Piccione in due cotture o la Gallinella crescione e patate ratte, quindi caccia grossa nel carrello dei formaggi e gran finale con una Tarte Tatin all’albicocca.
Paolo Marchi
Café Quinson – Morgex (Aosta)
Sono luoghi come il Café Quinson, al centro del paese di Morgex, che danno un senso ai concetti di artigianalità, zero sprechi e ingredienti km 0, cui si aggiungono una solidità nella ricerca, per un mestiere che scalda l’ambiente rendendolo accogliente e fedele a quello di una tipica baita di montagna. Circondati da legno antico, i tavoli, minimal e chiari, e la mise en place, anticipano la leggerezza e l’approccio contemporaneo della cucina, a base di verdure del proprio orto, carni (coniglio, pollo ruspante, manzo) e pesce (trota salmonata e salmerino). Piatti dai grandi sapori, che si rifanno ai gusti della montagna, ma rifioriscono alleggerendosi con le erbe aromatiche. Visto il profondo legame col territorio, vi consigliamo di ordinare con fiducia il percorso gastronomico a mano libera, creato di volta in volta dallo chef in base alle stagioni e ai migliori prodotti sul mercato. Con piatti che, nell’inverno 2025, possono dire: Granelle di toro valdostano con mostarda di fichi profumata al condimento balsamico di mela renetta o Salmerino alpino, crema di buonenrico, sautée di cavolo verza e fori eduli.
L’Atelier 26 – Saint-Christophe (Aosta)
Atelier 26 è un ristorante francese. Francese perché il menu e le preparazioni ricordano un ristorante d’Oltralpe, che offre un’esperienza culinaria raffinata e unica, ispirata alle ricette e alla tradizione, che viene dalla parte opposta del Monte Bianco. Francese perché francese è lo chef Regis le Vouëdec, di origini e tradizioni, come la sua compagna Mélanie Lugon, che si occupa con grande dolcezza della sala e dei vini, anch’essi ça va sans dire, francesi. Posizionato a Saint Christophe, appena fuori Aosta, certamente nella regione più francese d’Italia, in una strada dominata dalle montagne tutte intorno, il ristorante è caratterizzato da un ambiente accogliente e ben curato, con una calda saletta in pietra e legno. Tra i piatti ci sono le Escargot à la crème de Comté, la Tartare de veau o le Parmentier de confit de canard, fino alla Tarte tatin ou pommes, a dimostrazione di quanta Francia ci sia, in maniera univoca e incondizionata all’Atelier 26. Bienvenue.
Luca Milanetto
Le Grenier – Saint-Vincent (Aosta)
Una delle esperienze più eleganti ed accoglienti da fare in Valle d’Aosta. Trent’anni di carriera e una capacità di reinventarsi continuamente, per restare fedeli a se stessi e al contempo stimolarsi e divertire gli ospiti. Essere all’interno di un antico granaio ristrutturato contrasta con i colori e le ricette tipiche valdostane, rivisitate ma anche arricchite e alleggerite al gusto. È il caso di una Millefoglie di sedano rapa, jus vegetale, mela Kanzi e sidro, e di un Raviolo di patata con caprino e trota salmonata (troticoltura Morgex), che puntano sulla concentrazione dei sapori. Pochi, ma netti, delicati. Un approccio sartoriale e misurato, ma che ricerca la complessità. Tra i punti di forza c’è poi la selezione di distillati, vasta e ricercata, che include grappe locali, whisky internazionali e liquori artigianali. E ancora prima, la carta dei vini, con un focus particolare, manco a dirlo, sui vitigni della Valle d’Aosta, con una profondità di annate invidiabile.
Erika Mantovan
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