Povero Fazio, ridotto a fare l’inchino a Ilaler Salis

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Io non me la prendo con Ilaler Salis e nemmeno con babboSalis, che pur riconvertito all’estrema sinistra tradisce ogni tanto il vecchio stampo classista (poveracci, pezzalculo, giornalucoli, e ce l’ha con noi). Io, come Petrolini, me la prendo con Fabio Fazio che la chiama, il Fazio de La9, il Fazio che esalta Anthony Fauci, che santifica Bill Gates, i registi della pandemia globale più menzognera di tutti i tempi, i padroni dell’informazione distorta, stravolta che ha portato a una operazione terrificante, una psicosi di massa per vaccinare in massa con sieri dalla estrema pericolosità infine ammessa, risoltasi in un gigantesco Stato concentrazionario, un planetario Panopticon impossibile da realizzare senza i social, senza la tecnologia del controllo, senza metastasi come Usaid che, come dice l’ex senatore Ron Paul, “ha finanziato quasi tutti i media di tutto il mondo”.

A dire la censura totale, la menzogna totale. Qui, in questo tempio della globalizzazione ultraliberista, iperliberista, sbarca Ilaler in piena campagna letterale, nel senso dei lettori, del libro in uscita, delle interviste promozionali. Siccome siamo in trincea mercantile, la divisa è la stessa del video di Feltrinelli, in fondo all’armadio l’Askatasuna look, invece la ormai conosciuta e più rassicurante, vittimistica, piccolo borghese camicetta a fiori stinti come il comunismo appassito. Il tono in compenso si è fatto più sicuro, da privilegiata, da emersa, da novizia del potere, da politico che dice la sua verità quasi con disprezzo per chi non la condivide.

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Disgraziatamente la sua verità è incomprensibile come non mai, al punto che lo stesso Fazio, tra un balbettio e l’altro (è uno che al cospetto del potere, del soldo si scioglie, si inumidisce), non ce la fa, deve chiedere più volte, sollecitare chiarezza. Domanda inutile, e gli scappa da balbettare. Ilaler sulla faccenda delle case occupate abusivamente è la solita dottoressa Divago, col risolino di compartimento, da europarlamentare, da Marchesina del Grillo, ma la sua esegesi lascia il tempo che trova: occupiamo perché la gente non ha casa. Quale gente? Scelta da chi? Con quale facoltà? Perché non occupi Bruxelles?

Esala Fazio, depresso: “Siamo stati sommersi di messaggi che ti attaccavano”, e la sciagurata ride. Invocare lo Stato di diritto garantistico per la propria condizione di imputata in Ungheria e allo stesso tempo rivendicare la sovversione per la condizione di Robina Hood immobiliare è grottesco, è lunare e anche Fazio si arrende. Ilaler se la rigiri pure come le pare, ma metterla sull’ermeneutica non regge: quello che per voi è reato per me è diritto moralistico. Pazzesco! Ci fosse un giudice, a La9 o a Milano, dovrebbe procedere d’ufficio perché siamo al cospetto di una confessione, di una rivendicazione del reato. Con tanto di debito pregresso di 90mila euro, sul quale Fazio ovviamente non fiata. Ma siamo in televisione, suvvia, siamo in promozione e a parlare è una novella piccola potente.

Ne deriva, a margine, una notazione: nel complesso della puntata di ieri, nella deontologicamente discutibilissima agiografia dei vari Gates e Fauci, così come precedentemente degli Zuckerberg e altri padroni del vapore finanziario e tecnologico, non si può non avvertire un brivido (perché tutti i pretacchioni fanno paura come la fanno i fondamentalisti, gli zelanti): la consapevolezza che il Pd, di cui Fazio non nasconde la funzione comunicativa, non aspetta altro che di completare il lavoro inopinatamente interrotto a metà del 2022. La vaccinazione di massa, le deportazioni, le chiusure in blocco, la follia repressiva, il trauma condiviso, il divieto di dissentire, la criminalizzazione di chi non si adegua, i sensi di colpa per tutto, per i mari che salgono, per i ghiacci che sciolgono, per le api che si estinguono, per chi è troppo straccione per una navicella elettrica di terra, per le mille bugie come tarli nel cervello, l’aborto come stile di vita, la finanza come dimensione esistenziale, l’affitto dell’utero, la compravendita di feti, di neonati, la nuova tratta degli schiavi mascherata da umanitarismo, il rinnegamento della natura, della genetica, il continuo stupro della mente che deve convincersi di una normalità aberrante, in tutto, per tutto.

L’incubo che torna, l’incubo dal quale non siamo mai usciti, ma che sappiamo può tornare in un attimo e peggiore, “questa volta cattivi” come nella storiella di Hitler redivivo. Non c’è ripensamento, non c’è autocritica nelle ospitate di Fazio ai potenti di sinistra, italiana e mondiale, in questa camera di compensazione della propaganda di sinistra c’è solo la schiuma dei giorni perduti e della rabbia per gli altarini frantumati da Trump. Ma sperare in un effetto domino è difficile, l’Italia resta incapsulata nell’Unione Europea che è il coacervo della finanza e della grande industria, l’ultima thule dell’agenda ossessiva e totalitaria. Qui, più che al covo barricadero, si trova a suo perfetto agio, al suo posto una antagonista da centro sociale riconvertita in esponente delle istituzioni globalizzate, che pubblica con un editore capitalista, qui si reca, in una televisione privata americana capitalista, a pubblicizzare un libro da un conduttore capitalista che sostiene l’agenda globalizzata e repressiva.

Se va bene ai capitalisti di sinistra de La9, agli ztl che l’hanno votata! Ma questo arroccamento nell’antagonismo di potere, nel conformismo novecentesco del potere è quanto di più reazionario, di più ciclicamente autoritario si possa immaginare.

Max Del Papa, 10 febbraio 2025

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