Si fa innovazione anche scegliendo il mais giusto

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Federico Bettoni con il padre Lino

L’azienda della famiglia Bettoni di Zurlengo (Bs) si sta ampliando e dotando di energie rinnovabili. Per sostenere l’eccellente genetica della mandria sono stati scelti gli ibridi Dekalb, con positivi effetti su produzione e salute

Una genetica di primo livello e un’alimentazione curata fin nei minimi dettagli: sono i due pilastri su cui Lino e Federico Bettoni, padre e figlio, basano le sorti della loro azienda. «Per anni abbiamo selezionato la genetica, arrivando infine a un livello che ci soddisfa. Dopo aver ottenuto vacche di valore, ci siamo concentrati sull’alimentazione e ora raccogliamo i frutti di tutto il lavoro fatto», ci dice Federico, da cinque anni a fianco del padre nella stalla di famiglia, fondata mezzo secolo fa dal nonno Giuseppe.

I frutti del lavoro fatto si possono leggere chiaramente nei numeri che i due allevatori snocciolano con una comprensibile soddisfazione: media produttiva a 37 kg/capo/giorno, con punte di 40 kg per i capi più performanti, grassi tra 4,1 e 4,4%, proteine sempre superiori a 3,5%. «Sono risultati che otteniamo pur avendo un buon numero di freschissime, per cui entro un mese dovrebbero migliorare ulteriormente», chiosa Federico.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Una stalla di famiglia

Siamo a Zurlengo, provincia di Brescia, una ventina di chilometri a sudest del capoluogo. Qui, da tre generazioni, i Bettoni fanno agricoltura e allevamento. «Iniziò mio nonno, assieme a tre fratelli. Coltivavano il terreno e allevavano vacche e maiali. Con il tempo l’azienda è cresciuta ed è stata divisa tra gli eredi. A noi è toccata la stalla, che proprio in questi mesi stiamo ristrutturando per ammodernarla e ampliarla».

Un intervento che prevede un nuovo box per le asciutte con paddock esterno e il rifacimento della copertura per la stalla principale. «Avevamo ancora le lastre di amianto, che abbiamo tolto e sostituito con pannelli fotovoltaici per 65 kWh, dotati di batterie di accumulo e colonnina di ricarica per mezzi elettrici. Un intervento che dovrebbe renderci praticamente autonomi».

Questo, nonostante il fabbisogno elettrico sia considerevole. Oltre ad alimentare frigorifero e sala di mungitura (10+10, a lisca di pesce), l’energia serve infatti anche per i robot spingiforaggio e di pulizia, nonché per l’allattatrice automatica: tutti dispositivi che aiutano i Bettoni e i loro due dipendenti nella gestione dell’allevamento. «Infine, con la riorganizzazione degli spazi otterremo anche un piccolo aumento della mandria: passeremo dalle attuali 150 vacche in lattazione a 180, per un totale di circa 350 capi», aggiunge Federico.

Conversione tecnologica

Nuova stalla, nuovo impianto fotovoltaico – in completamento giusto in queste settimane – ma anche nuova tecnologia: da poco, infatti, l’azienda si è affidata alla Tdm sia per la mungitura, sia per la gestione della mandria, con rilevatori di calori e collari che fanno riferimento ad Afimilk. «Dopo una fase iniziale di adattamento, il sistema sta cominciando a dare i suoi frutti e speriamo di poter migliorare notevolmente la gestione della stalla».

Allo stesso modo, i Bettoni stanno rinnovando il settore agricolo, sia con l’acquisto di nuove macchine, avvenuto negli ultimi due anni, sia con l’adozione di tecnologie digitali. «Ci stiamo progressivamente convertendo all’agricoltura di precisione, grazie anche al fatto che i nuovi mezzi sono tutti predisposti con guida automatica e connessione Isobus. Per un’azienda relativamente piccola come la nostra, con una settantina di ettari coltivati, potrebbe sembrare una spesa inutile, eppure l’agricoltura di precisione fa la differenza anche nel nostro caso. Per esempio, andando a seminare sulle file dove deponiamo il digestato con sistema di interramento ad ancore che fa in una volta sola fertilizzazione e lavorazione del terreno». Il refluo, spiega Federico Bettoni, proviene da un impianto di biogas consortile a cui l’azienda aderisce. «Conferiamo i liquami e ritiriamo il digestato che ci aiuta a ridurre i costi di concimazione e l’uso di fertilizzanti chimici. Così tutti hanno un beneficio, compreso l’ambiente».

Mais di primo e secondo raccolto, oltre a medica e cereali vernini, rendono l’azienda quasi autosufficiente

Anche il mais cambia

La ricerca di innovazione coinvolge anche le sementi. Da qualche anno i Bettoni hanno iniziato a lavorare con gli ibridi di mais di Bayer Dekalb. «Abbiamo riscontrato alcuni innegabili vantaggi nei prodotti di questa azienda. Per esempio, lo stay green ma anche un’elevata produzione di amido. Iniziammo nel 2018, con gli ibridi da granella e pastone, ma poiché la granella dava ottimi risultati in macinazione e le piante erano vitali e verdi anche al momento della trebbiatura, abbiamo ampliato la collaborazione ai mais da insilato, di primo e secondo raccolto. Oggi, tutti i nostri terreni sono coltivati con ibridi Dekalb, a fianco della medica e dei cereali vernini, che usiamo per manze e asciutte».

Attualmente i Bettoni seminano due ibridi di classe 700, oltre a un 600 facente parte della famiglia SiloExtra. «Da tre anni ci siamo concentrati su DKC7023 e DKC7084 per gli insilati. Producono piante molto alte, con un eccellente stay green che le porta a essere verdi anche in caso di trinciatura ritardata. Inoltre, hanno quei due o tre punti di amido aggiuntivo che in mangiatoia fanno la differenza: ce ne siamo accorti immediatamente, non appena abbiamo aperto le prime trincee».

La maggior presenza di amido, spiega il giovane allevatore, ha determinato un evidente cambiamento nella produzione di latte. «I risultati delle vacche sono migliorati sensibilmente, non appena abbiamo iniziato a usare questi insilati. Sicuramente dipende dalla maggior quantità di granella, ma anche la digeribilità della fibra ha un suo ruolo. Lo stay green, infine, influenza la conservazione in trincea, che non a caso è ottimale, con tassi di ammoniaca decisamente inferiori rispetto alla media».

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

SiloExtra: una garanzia sul secondo raccolto

«Per i secondi raccolti usiamo un ibrido di classe 600, il DKC6492. Lo destiniamo al pastone, ma abbiamo visto che funziona bene anche se insilato. Sebbene sia più basso degli ibridi di classe 700, è comunque valido per stay green e digeribilità della fibra», ci spiega Bettoni.

Il DKC6492 fa parte della famiglia SiloExtra, che raggruppa mais di classe 600 e 700 con alcune caratteristiche in comune, a iniziare dall’alta produzione di sostanza secca e dal buon contenuto di amido. Senza dimenticare lo stay green e la conseguente digeribilità della fibra, che sono forse gli aspetti più caratterizzanti di questo progetto, pensato per ottimizzare le performance dei mais da insilato.

Per il suo contenuto di amido, può essere considerato un mais a triplice attitudine: adatto, in parole povere, a essere usato per granella o pastone oltre che per l’insilaggio. Proprio ciò che hanno scelto di fare i Bettoni. «Esattamente. Abbiamo voluto l’ibrido di classe 600 per il pastone, ma tenendoci la possibilità di poterlo trinciare, se vi fosse stata la necessità. Pur essendo più basso degli altri assicura infatti una buona qualità dell’insilato, oltre che belle prestazioni in campo».

Oggi, spiega Lino Bettoni, non è sufficiente che un mais sia performante in trincea e mangiatoia. Deve anche arrivare al momento della raccolta, sopravvivendo in un ambiente sempre più ostile. «Negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori, passando dalla siccità del 2022 al maltempo del 2023, con una tromba d’aria che ha rovinato parecchie colture, fino alle piogge continue della scorsa estate, che ci hanno portato a raccogliere gli ultimi mais a inizio novembre. Ormai, ogni stagione fa storia a sé e pertanto occorrono ibridi che abbiano maggior efficienza nell’uso dell’acqua e dei nutrienti e maggior tolleranza all’allettamento».

I prodotti Dekalb, interviene Federico, hanno queste caratteristiche. «Lo abbiamo visto bene in occasione del tornado di due anni fa, quando quasi tutti i campi della zona si sono coricati. Noi avevamo sia ibridi di secondo raccolto – alti circa 150 cm – sia di primo, che era ormai a pochi giorni dalla trinciatura. I primi si sono rialzati quasi interamente e anche i mais già maturi hanno subito sì danni alle punte, ma non all’intera pianta, che abbiamo così raccolto in modo quasi normale. Credo che, al momento, Dekalb abbia alcuni tra i migliori ibridi del mercato per resistenza all’allettamento, se non i migliori».

Uno sguardo al futuro

Proprio per far fronte a stagioni sempre meno prevedibili, i Bettoni guardano con grande interesse a un’altra proposta di Bayer: una nuova linea di mais di taglia particolarmente bassa, ma che assicura in ogni caso eccellenti rese. Oltre, ovviamente, a una grande resistenza all’allettamento. «Ci hanno parlato di questo nuovo progetto, Preceon-Smart Corn System, e sicuramente la cosa ci interessa, anche se rappresenta una bella sfida. I costi sono infatti superiori rispetto a un ibrido normale. Ma se davvero riuscisse a mantenere o addirittura superare le rese dei mais convenzionali, sarebbe qualcosa di quasi rivoluzionario».

Maggior resistenza alla siccità

Gli ibridi SiloExtra, in quanto dotati di elevato stay green, resistono meglio della media a momenti di siccità. «Abbiano fatto confronti con altre varietà e i risultati sono chiari: quando si arriva a due o tre giorni dalla successiva irrigazione, i mais convenzionali cominciano a manifestare segni di sofferenza, mentre questi sono ancora perfetti. Del resto, la pianta si presenta ancora totalmente verde anche quando la raccogliamo per fare granella o pastone», conclude Federico Bettoni.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

LEGGI L’ARTICOLO PUBBLICATO SU IZ 2.2025





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Source link