Clean Industrial Deal: la strategia UE per un’Industria verde e competitiva

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“Presenteremo il Clean Industrial Deal alla fine di questo mese. Ridurre i costi dell’energia è una delle nostre priorità, così come aumentare l’uso di fonti non fossili, come il gas e il nucleare, e delle rinnovabili. Queste ultime ci danno una sicurezza energetica, sono indipendenti dalla Russia e hanno costi bassi”.

Lo ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in una conferenza stampa con Donald Tusk a Danzica. “Abbiamo bisogno della transizione, ma dobbiamo essere flessibili e pragmatici, coniugando tutto questo con la competitività”, ha affermato, ricordando il Dialogo Strategico avviato con il settore automobilistico. “Presto accadrà lo stesso per l’industria dell’acciaio”, ha aggiunto.

L’Unione Europea si trova a un bivio: deve intervenire con decisione per rilanciare la propria industria e restare competitiva su scala globale, evitando di perdere terreno nella corsa alla transizione ecologica. Il Clean Industrial Deal, una delle iniziative più ambiziose dell’UE, mira a coniugare obiettivi climatici con il rafforzamento delle capacità produttive sostenibili. Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia Industriale, è tra i principali artefici di questo piano, il cui scopo è rendere l’industria europea più verde, innovativa e resiliente.

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La strategia di Séjourné punta a riscrivere le regole dell’industria europea. Il 2025 sarà un anno decisivo per l’attuazione del piano, con la Commissione Europea pronta a lanciare interventi mirati già dai primi mesi dell’anno. Séjourné evidenzia l’urgenza di affrontare sfide globali come l’aumento dei costi energetici e la crescente competizione internazionale. “Dobbiamo dare un segnale chiaro ai mercati e agli investitori”, ha dichiarato in un’intervista a Politico, sottolineando la necessità di rafforzare la competitività industriale europea.

Il Clean Industrial Deal prevede misure specifiche per supportare settori strategici come acciaio, alluminio e cemento, con particolare attenzione all’industria chimica, considerata fondamentale per molte altre filiere. Tra le proposte principali figura la creazione di mercati per prodotti “verdi”, come l’acciaio a basse emissioni, affinché la transizione ecologica possa avvenire senza compromettere la competitività industriale. Per Séjourné, l’Europa deve garantire uno sviluppo sostenibile senza sacrificare l’efficienza economica.

La decarbonizzazione non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità economica. Il Clean Industrial Deal non si limita a ridurre le emissioni, ma punta a integrare le energie rinnovabili nei processi produttivi e a promuovere tecnologie innovative come le biotecnologie e il cleantech. L’UE intende ridurre fino al 90% delle emissioni industriali entro il 2035, puntando su soluzioni scalabili di elettrificazione. Per farlo, sarà fondamentale adottare politiche che incentivino gli Energy Purchase Agreements e l’attuazione di direttive come la Renewable Energy Directive.

Uno degli aspetti chiave del piano riguarda la creazione di mercati pubblici per prodotti decarbonizzati, incentivando la domanda di beni sostenibili. Sebbene questi mercati non siano ancora una realtà consolidata, l’UE sta lavorando a sistemi di approvvigionamento pubblico con clausole a favore dei prodotti “made in Europe” e a un’etichetta verde per i settori industriali. Un esempio significativo è lo sviluppo di un mercato per l’acciaio verde, che riflette l’impegno europeo verso un’industria sostenibile.

Séjourné ha inoltre sottolineato la necessità di affrontare la concorrenza globale, in particolare la strategia commerciale degli Stati Uniti. Con la possibilità di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l’Europa dovrà adottare un approccio bilanciato tra protezione dei settori industriali e rafforzamento della propria posizione negoziale con il mercato statunitense. “È il momento di superare la nostra ingenuità”, ha dichiarato, riferendosi alla necessità di politiche più assertive in un contesto internazionale sempre più competitivo.

Un’altra sfida chiave è la semplificazione normativa, volta a ridurre costi e burocrazia per le imprese. Tra le priorità, vi è la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti europei, tramite strumenti come InvestEU e il nuovo “Fondo per la Competitività”, destinato a sostenere infrastrutture per la decarbonizzazione e lo sviluppo di nuove tecnologie.

Il Clean Industrial Deal non è solo una risposta alle sfide economiche e ambientali, ma un’opportunità per rilanciare l’industria europea. L’obiettivo è mettere l’Europa al centro della transizione ecologica globale, dimostrando che sostenibilità e innovazione possono coesistere. Se realizzato con successo, questo piano potrebbe trasformarsi in un volano per una crescita più verde ed equa, rafforzando il ruolo dell’Europa nel mercato globale.

Gloria Giovanditti

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