Meloni e le intercettazioni dei boss siciliani contro il 41 bis: «Siamo sulla strada giusta»

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LOTTA ALLA MAFIA

I malavitosi appaiono consapevoli che la premier non intende fare marcia indietro sul carcere duro e nelle registrazioni se la prendono con lei

Di Redazione |

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Con il governo di Giorgia Meloni non si allenta la pressione delle Stato contro la mafia e i malavitosi che vogliono riprendersi Palermo – dopo aver scontato anni lontano, in carcere – sono consapevoli che la premier non intende fare nessuna marcia indietro sul 41bis, la misura del carcere duro da sempre invisa a Cosa Nostra.

E’ quanto emerge dalle intercettazioni fatte dagli investigatori della Squadra mobile di Palermo e della Sisco, la sezione investigativa del Servizio centrale operativo, e pubblicate ieri da Repubblica in una inchiesta firmata da Salvo Palazzolo.

«Ora che hanno arrestato Messina Denaro lo potrebbero levare il 41 bis», dice Salvatore Inzerillo, 68 anni, trafficante di droga fra la Sicilia e gli Stati Uniti, tornato stabilmente a Palermo dopo avere scontato una condanna a 15 anni nel processo “Iron tower”. Filippo Filiberto, anche lui con con precedenti per traffico di droga, se la prendeva con la presidente del Consiglio: «Questa Meloni, parla come una disonorata: “non si cambia niente”. Parla proprio come una disonorata fascista che non è altra; ma come si ci dà il voto ad una come questa».

Allora interveniva di nuovo Inzerillo per sottolineare che «stanno facendo tutto questo bordello, che più ne fanno e più non lo levano», con riferimento al 41bis.

Parole che Giorgia Meloni ha letto con attenzione e che in un certo senso hanno inorgoglito la presidente del Consiglio che in un post su Facebook ha scritto: «Ho letto le intercettazioni pubblicate da La Repubblica, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il Governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l’Italia».

«La mia solidarietà alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, divenuta bersaglio di insulti e minacce da parte di alcuni boss mafiosi. Con i governi di centrodestra, la lotta alla mafia non ha mai conosciuto e non conoscerà soste», ha detto il presidente del consiglio nazionale di Forza Italia e governatore della Sicilia, Renato Schifani.«Già con gli esecutivi guidati dal presidente Berlusconi – prosegue Schifani – abbiamo avviato una battaglia durissima e senza esitazioni alla criminalità organizzata, proprio con la stabilizzazione del carcere duro per i mafiosi e l’inasprimento delle misure sui sequestri, con la previsione della confisca dei beni leciti dei mafiosi in sostituzione di quelli illeciti già venduti a terzi in buona fede e il sequestro dei beni anche nei confronti degli eredi, in caso di morte di un mafioso durante il processo. In quel solco prosegue l’attività portata avanti oggi. Vogliamo sradicare la mafia in tutte le sue declinazioni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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