Ospedale pediatrico. “L’autonomia? Solo sulla carta”

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“Non si è mosso ancora nulla”. Laconica e feroce la conclusione a cui è arrivato Saverio Tammacco, presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, dopo l’ultima riunione in cui si sarebbe dovuto fare il punto sulla trasformazione in ente autonomo dell’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Un provvedimento fortemente discusso a fine anno scorso, e poi inserito e approvato all’interno della Finanziaria regionale con il sostegno bipartisan di Pd, civiche e partiti di centrodestra. Secondo la norma, che è a tutti gli effetti in vigore dallo scorso primo gennaio, il Pediatrico non dovrebbe più fare parte dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria del Policlinico. E’ previsto, infatti, un temporaneo trasferimento della gestione all’Asl di Bari, prologo di quella che dovrà essere la costituzione di un vero e proprio Polo Pediatrico autonomo. 

Dalle parole, comprese quelle messe nero su bianco nelle legge di bilancio, non si è però passati ad alcun fatto. Il contesto di partenza non è dei più concilianti. Nonostante la volontà espressa dallo stesso governatore Emiliano fin dal gennaio 2024 (“Abbiamo la  volontà politica di procedere allo scorporo”, disse durante una riunione con tutti i vertici della sanità regionale), e la condivisione dell’idea da parte delle forze di opposizione, c’è da registrare lo scetticismo di molti addetti ai lavori, che a dicembre ha portato il direttore generale dell’Azienda Policlinico Sanguedolce e il presidente della Scuola di Medicina Dell’Erba a scrivere una lettera per chiedere al Consiglio regionale di non procedere con lo scorporo, cosa poi invece avvenuta. Nonostante la decisione sia definitiva, restano dubbi tra i medici: molti di loro dovranno scegliere se restare all’interno dell’Azienda Policlinico o se spostarsi nel personale dell’Asl in attesa dell’istituzione dell’ente autonomo. Non solo. Fino ad ora il Pediatrico, facendo parte del Policlinico, era punto di riferimento anche per le attività di formazione universitaria: anche per questo andrebbe stipulato un accordo ex-novo.

All’incertezza di dipendenti e docenti si è però aggiunta quella ben più pesante dell’amministrazione regionale e di quelle delle aziende sanitarie coinvolte. Che di fatto al momento non avrebbero gli strumenti organizzativi per dare una nuova gestione al Pediatrico.  Le prime difficoltà sono emerse nella riunione in Consiglio regionale dello scorso 27 gennaio: La Asl, con il direttore generale Luigi Fruscio, ha annunciato di aver designato un dirigente amministrativo (Giuseppe Volpe) come delegato agli aspetti giuridici ed amministrativi per ciò che attiene le attività di scorporo. Il direttore medico dell’ospedale, Livio Melpignano, ha quindi riferito di aver “iniziato le interlocuzioni con l’Asl”, precisando però che “per procedere con l’attività di scorporo è necessario avere un perimetro entro cui muoversi e bisogno di certezze per la gestione ordinaria a straordinaria per il passaggio alla stessa Asl”. Non solo, nello stesso incontro una dirigente della Regione ha spiegato che sarà necessaria “l’individuazione di un percorso condiviso che dovrà essere accettato dal personale dipendente”, e che ci sono dei passaggi tecnici che “devono essere svolti con appositi atti di Giunta regionale”. Quali? “Intervenire sul piano ospedaliero individuando in modo chiaro ed espresso quali sono le unità operative che restano in capo al Policlinico e quelle che transitano nell’Asl”. In pratica, va fatto tutto da capo.

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Da lì sono partite le sollecitazioni della politica, in particolare quelle dell’assessore al Bilancio Fabiano Amati, tra i principali promotori del provvedimento. “Il processo si avvii con estrema celerità”, ha affermato dopo la riunione di gennaio. Ma a distanza di giorni non è cambiato alcunché.  Si arriva dunque al 10 gennaio, giorno della seduta congiunta di Prima e Terza Commissione. Si attendono le prime risposte concrete sul futuro del Pediatrico, ma il buongiorno si vede dal mattino: alla riunione sono presenti dirigente il dirigente per la “transizione amministrativa” Volpe e il direttore sanitario del Giovanni XXIII, Melpignano, ma non si presentano né i rappresentati del Policlinico di Bari, cioè l’ente che deve “cedere” il Pediatrico all’Asl, né quelli del Dipartimento regionale della salute. Il che lascia intendere subito che non ci siano grandi novità. Volpe spiega di “aver avviato attività di verifica sui vari servizi del presidio ospedaliero, dal Cup per le prenotazioni alla farmacia e agli approvvigionamenti, ma anche sullo stato dei luoghi e dei reparti”. Tutto pronto? Non proprio. “All’effettivo compimento di passi significativi sulle formule operative da mettere in campo – si legge nella nota delle Commissioni – manca la verifica circa le disponibilità del personale a proseguire con il Giovanni XIII oppure con il Policlinico”. Dunque, da chiarire se i camici bianchi vogliano diventare dipendenti del futuro Polo Pediatrico (con un breve passaggio all’Asl). Sul punto sono in corso interlocuzioni sindacali ma ad oggi non si è nemmeno svolta una riunione ad hoc. Il che lascia intendere tempi lunghi, assai lunghi, per il cambio di gestione.

Il finale è affidato quindi alla nota del Consiglio regionale “Riscontrato che al momento nulla si è ancora mosso, il presidente della Prima Commissione Tammacco ha aggiornato le audizioni al 24 febbraio, chiedendo a Volpe di far pervenire alla Commissione una relazione sulle interlocuzioni avviate con il Policlinico. Il presidente ha anche evidenziato, come emerso nella seduta del 27 gennaio nell’intervento della dirigente del servizio Strategie e governo dell’assistenza ospedaliera Antonella Caroli, che oltre al passaggio del personale esiste un problema di ridefinizione delle unità operative e della loro strutturazione, che deve passare da un atto di giunta che adegui il piano ospedaliero regionale e riveda poi gli assetti organizzativi”. L’autonomia del Pediatrico resta dunque sulla carta. Dalla politica, la richiesta di tempi rapidi (ultimo a pronunciarsi, Fabio Romito della Lega), ma la burocrazia sembra fare muro. Sullo sfondo, le famiglie dei piccoli pazienti: anche a loro gioverebbe chiarezza, tra le istanze di indipendenza, alimentate anche dalle manifestazioni di sindacati e genitori per sollecitare lo sviluppo di reparti come Diabetologia. “Lo scorporo è necessario per ridare dignità ad un ospedale che in passato è stato un punto di riferimento non solo per la Puglia ma per tutto il Meridione”, ha detto ad esempio sul tema a metà dicembre Paola Bruno della Uil Funzione pubblica. 



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