«Sono pronto a stringergli la mano e a scusarmi, ma da parte mia non c’è stata nessuna aggressione». Spiragli di pace tra il docente del “Bottazzi” di Casarano, Sergio Manni, e il genitore (di cui omettiamo le generalità, a tutela dello studente) che nei giorni scorsi, in seguito a una chiamata del figlio, si è presentato a scuola e si è reso protagonista di una presunta aggressione verbale nei confronti del professore. Dopo l’apertura del docente, il padre del ragazzo si è detto pronto ad incontrare il professore. «Quando mio figlio mi ha telefonato – racconta il genitore del ragazzo, un 16enne che frequenta la seconda classe e che risiede in un paese vicino a Casarano – mi ha detto che il professore gli aveva messo quattro note con l’accusa di aver tentato di dare fuoco all’aula. Ho voluto vederci chiaro e, quindi, ho raggiunto la scuola per verificare cosa fosse accaduto». Ma, aggiunge il genitore, «non ho in alcun modo aggredito il professore. Ho solo cercato di parlare con lui e di chiedere chiarimenti sulle note. Il professore, però, si è spaventato, forse per il mio tono di voce che è normalmente alto, si è allontanato ed ha chiamato i carabinieri. Ma da parte mia non c’è stata nessuna aggressione, per me la questione era già chiusa». Due versioni in parte differenti, dunque, quella del genitore e quella che il professore ha messo nero su bianco nella denuncia presentata alla Procura per il tramite dei carabinieri. Su un punto, però, i due concordano: il padre si è presentato a scuola subito dopo la chiamata del figlio. Che cosa sia accaduto realmente dopo il suo arrivo al “Bottazzi”, saranno gli approfondimenti avviati dalla Procura (si indaga per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale) a stabilirlo. Nella denuncia, affidata ai carabinieri della stazione di Racale con l’assistenza dell’avvocato Biagio Palamà, il docente ha infatti affermato che lo studente avrebbe telefonato al padre, chiedendogli di raggiungere la scuola per «spaccare la faccia al professore Manni», “colpevole” di avergli messo quattro note disciplinari per comportamenti scorretti. Un invito subito raccolto dal genitore, che si sarebbe presentato a Casarano insieme al figlio maggiore e avrebbe aggredito verbalmente il docente all’interno della scuola. Il prof, costretto a chiudersi in bagno e a chiamare il 112 per sfuggire all’ira di padre e figli, ha potuto lasciare Casarano solo scortato dalla polizia locale, che lo ha accompagnato fino all’uscita del paese. Il giorno successivo, poi, lo studente si sarebbe presentato a scuola come se nulla fosse accaduto. E due giorni fa, al termine di un consiglio di classe al quale erano presenti padre e figlio, è stato sospeso per 15 giorni a causa di un altro episodio di cui si sarebbe reso responsabile (una presunta lite con un compagno).
La vicenda ha fatto molto discutere, ma tutto ora potrebbe risolversi con una stretta di mano, nel comune obiettivo di fare il meglio per il ragazzo. Manni, infatti, si è detto disponibile a fare un passo indietro e a ritirare la denuncia qualora arrivassero le scuse da parte del genitore e dell’alunno. Il padre, dal canto suo, ha accolto di buon grado l’invito: «L’ho riferito anche al vicepreside: sono pronto a stringere la mano al professore per metterci tutto alle spalle. Anzi, speravo di incontrarlo già al consiglio di classe di due giorni fa per avere un chiarimento. Ribadisco che il mio unico obiettivo era capire cosa fosse accaduto e perché fossero arrivate quelle note. Non volevo picchiare nessuno e non lo avrei mai fatto: sono una persona per bene, ho sei figli e voglio il loro bene». Quello che è accaduto tra le mura del “Bottazzi” ha scatenato un acceso dibattito attorno alla necessità di garantire maggiore sicurezza agli operatori scolastici. Anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è intervenuto sulla questione: dopo aver telefonato al preside Giuseppe Negro per sincerarsi delle condizioni del docente, ha chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio un inasprimento delle misure (fino ad arrivare all’arresto in flagranza di reato) per chi minaccia o aggredisce il personale scolastico. Accertamenti sono stati avviati anche dalla Procura per i minorenni di Lecce, guidata dalla procuratrice Simona Filoni. L’ufficio ha contattato la scuola e ha chiesto di ricevere tutta la documentazione riguardante lo studente. L’obiettivo non è solo quello di verificare l’esistenza di eventuali reati, ma anche quello di valutare l’opportunità di intraprendere misure utili al sostegno e al recupero del ragazzo, che probabilmente vive una situazione di disagio. Tra le verifiche della Procura ci sarà anche l’accertamento di eventuali interventi precedenti da parte dei servizi sociali del Comune di residenza del 16enne.
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