Nell’inferno del fentanyl, la droga che uccide più dell’eroina ed è diventata il grande affare dei trafficanti

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Il fentanyl ha cominciato ad essere un problema negli Stati Uniti verso la fine degli anni Novanta del secolo scorso. È allora che è cominciata la prima ondata della cosiddetta “crisi degli oppioidi”. È l’ondata per così dire “legale”, cui ne sono seguite altre due.

Tutto era partito da una campagna per una maggiore gestione del dolore, ma soprattutto da un marketing aggressivo da parte dell’industria farmaceutica che aveva trovato nuove formulazioni per gli antidolorifici e che incentivava i medici a prescrivere oppioidi ad alto dosaggio. Questo portò a un aumento consistente della prescrizione degli oppioidi sintetici, in particolare il fentanyl, da parte dei medici americani.  Tra il 1999 e il 2010 le prescrizioni quadruplicarono, purtroppo però cominciarono ad aumentare anche le morti dovute a overdose, che raddoppiarono nello stesso lasso di tempo.

Un farmaco 100 volte più potente della morfina

Il fentanyl è un farmaco che appartiene alla categoria degli oppioidi, come l’eroina e la morfina, ma è molto potente: 50 volte più dell’eroina e 100 volte più della morfina. Era nato come farmaco anestetico, ma negli anni Novanta entrò a far parte delle cure per il dolore grave, in particolare quello post chirurgico o quello conseguente a malattie oncologiche. Successivamente il mercato, come abbiamo visto, si dilatò, a causa probabilmente di una prescrizione un po’ troppo facile.

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Gli effetti degli oppioidi scaturiscono dal fatto che agiscono su particolari recettori: i recettori oppioidi, appunto. La stimolazione di questi recettori da un lato riduce la trasmissione degli impulsi nervosi del dolore, dall’altro modula la risposta emozionale inducendo uno stato di euforia. Chi cominciava a prendere il farmaco per un qualsivoglia dolore, si ritrovava ad assumere una sostanza psicoattiva che, oltre ad eliminare il dolore fisico, lo faceva stare meglio anche dal punto di vista emotivo. Come l’uso ripetuto di eroina, anche quello del fentanyl sviluppa rapidamente tolleranza e dipendenza. Non appena si interrompono le somministrazioni, subentrano i sintomi tipici dell’astinenza (sudorazione, ansia, diarrea, dolore alle ossa, crampi addominali, brividi o “pelle d’oca”). Ma di questo, non si parlava molto in quegli anni.  Gli effetti collaterali sono diversi e in alcuni casi possono essere molto gravi: “I recettori oppioidi che sono stimolati dal fentanyl – come ha spiegato qualche tempo fa in una intervista Luca Pasina, responsabile del Laboratorio di Farmacologia Clinica e Appropriatezza Prescrittiva all’Istituto Mario Negri – sono infatti coinvolti anche nel controllo del respiro. La depressione respiratoria è la tipica causa di morte da sovradosaggio da oppioidi e anche da fentanyl”. Sono sufficienti appena 2-3 milligrammi per uccidere una persona. Inoltre, i pediatri hanno dato l’allarme perché se viene assunto in gravidanza, può provocare gravi danni al feto come ritardo della crescita, microcefalia, prematurità, malformazioni.

Mentre la prima ondata era ancora in corso e ci si cominciava a preoccupare delle conseguenze dell’uso legale del fentanyl, è partita la seconda ondata della crisi degli oppioidi. Questa volta causata da una vecchia conoscenza: l’eroina. Nel 2010 il prezzo dell’eroina ha cominciato a scendere, in conseguenza dello spostamento dei luoghi di produzione in Messico e dell’aumento della capacità produttiva. L’uso dell’eroina negli Stati Uniti è aumentato e le morti per overdose sono cresciute tra il 2010 e il 2016 dall’1 al 4,9 per 100.000 persone. Nel 2015 l’eroina ha sorpassato gli oppioidi da prescrizione come la causa principale di morti da overdose. Dall’anno successivo le morti per eroina sono cominciate a diminuire.

Siamo entrati nella bufera della terza ondata

Ma proprio intorno al 2015 è partita la terza ondata. Protagonista indiscusso ancora il fentanyl, ma questa volta nella sua versione illegale. Sul mercato americano sono arrivate massicce dosi di questo farmaco o sostanze analoghe prodotte illegalmente soprattutto in Messico, ma anche negli stessi Stati Uniti, con i precursori, ovvero le sostanze chimiche di base, provenienti dalla Cina. Spesso il fentanyl illegale viene aggiunto ad altre sostanze come eroina, cocaina, metanfetamine perché costa poco e ne amplifica gli effetti. Oltre ad essere prodotto come polvere, si può trovare anche in forma liquida e usato come uno spray o come un collirio.

Dal 2015 al 2016 il tasso di mortalità per overdose da oppioidi (soprattutto da fentanyl) è raddoppiato ancora, passando da 10,4 a 21,4 per 100.000 persone: solo nel 2022 l’America ha visto morire quasi 80.000 persone. Nel 2023 oltre 100.000. E si calcola che dal 1999 al 2022 siano quasi 1 milione i morti per uso di oppioidi nel paese.

Il problema è noto da tempo, tanto che l’amministrazione Biden ha cercato una maggiore cooperazione nella lotta alla droga con il presidente cinese Xi Jinping per affrontarla. L’anno scorso, la Cina ha annunciato nuove normative, rafforzato i controlli sui precursori chimici, e messa in piedi una maggiore supervisione governativa su diverse sostanze chimiche utilizzate per produrre il fentanyl. E in parte questa politica ha funzionato: secondo il New York Times, i decessi negli Stati Uniti sono diminuiti nell’ultimo anno. Ma ora Trump cambia politica e impone una tariffa del 10 percento su tutti i prodotti cinesi, con lo scopo di fare pressione su Pechino affinché reprima ulteriormente le spedizioni di fentanyl e dei suoi precursori. Purtroppo come spiega una giornalista del New York Times, non è detto che aumentare le regolamentazioni porti a risultati significativi e i motivi sono diversi.

Solo un lotto della droga crea un profitto di 6.4 milioni di dollari

In primo luogo, alcune sostanze chimiche usate per “cucinare” il fentanyl sono molto comuni e vengono usate per la produzione di plastiche, profumi, farmaci, questo rende la possibilità di restrizioni più difficile. Inoltre, il fentanyl viaggia facilmente. Essendo molto potente infatti ne serve una piccola quantità per produrre migliaia di pillole e quindi viene trasportato in piccoli pacchi che possono essere difficilmente intercettati. Contrariamente a quanto afferma Trump, questi pacchi non traversano le frontiere passando per i deserti nelle tasche degli immigrati irregolari: secondo i dati federali l’80% delle persone condannate per traffico di fentanyl fa parte della massa di cittadini americani che entrano ed escono legalmente dal Paese.

Infine il fentanyl è un affare colossale. La materia prima costa poco e può essere prodotto in una normale cucina, con utensili che tutti hanno in casa, un singolo lotto produce 10 chili di pillole da vendere con un profitto di 6,4 milioni di dollari, secondo i pubblici ministeri che hanno indagato sul commercio illegale negli Stati Uniti. La presidente messicana Sheinbaum  negli ultimi mesi ha mandato centinaia di soldati nella capitale della regione del suo Paese dove si produce questa nuova droga, smantellando laboratori e arrestando decine di persone, ma il fentalyn trova nuove cucine, nuove strade, nuovi corrieri perché l’affare è troppo ricco per essere abbandonato.

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