Caso Almasri, c’è la mozione di sfiducia a Nordio. Bufera su Lo Voi: si muove il Csm, da procura Perugia indagine su caso Caputi

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Il magistrato Francesco Lo Voi

di Manuela Galletta


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Da un lato la tempesta sul procuratore di Roma Francesco Lo Voi, dall’altro il tentativo delle opposizioni di spingere nella bufera il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Pd, M5s, Avs, Iv e Più Europa hanno presentato in Senato una mozione di sfiducia del Guardasigilli sempre per via della gestione del caso Almasri, il generale libico accusato di crimini di guerra e scarcerato il 21 gennaio dalla Corte d’Appello di Roma con conseguente rimpatrio a mezzo di volo di Stato. Si è chiamato fuori Carlo Calenda con la sua Azione, ritenendo «inutile» l’atto.

Le opposizioni contestano a Nordio di avere «intrapreso, seguendo le indicazioni della Presidente del Consiglio, una condotta di netta contrapposizione con l’ordine giudiziario, minando il principio costituzionale della leale collaborazione tra le istituzioni della Repubblica; condotta provocatoria ribadita, peraltro, nel corso dell’informativa” in Parlamento.

«Questo Parlamento si è trovato ad essere umiliato tre volte – si insiste nella mozione: dall’ostinata assenza della Presidente del Consiglio, dall’inopportuna, incoerente e sgrammaticata informativa del Ministro della Giustizia e dalle surreali affermazioni del Ministro dell’Interno che è arrivato finanche a sostenere che un soggetto estremamente pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica non debba essere trattenuto né in Italia, né consegnato alla Corte penale internazionale, ma invece restituito al Paese dove ha commesso i crimini contro l’umanità di cui è accusato e dove, come di tutta evidenza, potrà continuare a commetterli impunemente». Quindi l’affondo: quella presa da Nordio è «una decisione in spregio del diritto internazionale, delle sue sedi e che offende la credibilità e l’autorevolezza del nostro Paese che non solo ha sottoscritto lo Statuto istitutivo della Corte Penale Internazionale, ma che ne è stato anche la sede».

Con la mozione di sfiducia, le opposizioni puntano a mantenere alta l’attenzione mediatica sulla vicenda e ad andare in pressing sulla premier Giorgia Meloni. Una manovra tattica che si incrocia con il confronto riavviato fra Governo e Corte penale internazionale sempre sul caso Almasri.

IL CASO ALMASRI, LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI DELLA CPI
E LA MOSSA DI NORDIO
Una nota ufficiale diffusa dal portavoce della Corte dell’Aja ha spiegato che la Cpi ha deciso di chiedere a Roma spiegazioni formali sui motivi che hanno portato le autorità a ignorare la richiesta di consegna del generale libico, violando gli obblighi di cooperazione. Un approfondimento che imbarazza il Governo, il quale starebbe invece cercando una soluzione per abbassare i toni e tentare una conciliazione con l’Aja. Sembra, infatti, che da via Arenula (ministero della Giustizia)s sarebbe partita una richiesta informale all’Aja per avviare un confronto sulle sulle criticità che hanno costellato il caso del generale libico, avviando una sorta di “agreement” per una migliore collaborazione futura.

LA TEMPESTA SU LO VOI, PER CONTE È «BULLISMO ISTITUZIONALE»
La situazione è delicata. Le polemiche non accennano a diminuire. Se il Governo arranca, non se la passa meglio il procuratore di Roma Francesco Lo Voi finito sotto il fuoco di fila di esposti, minacce di procedimenti disciplinare e accuse varie all’indomani della decisione di indagare Giorgia Meloni, i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano per il rimpatrio di Almasari in Libia. Su di lui si è scatenata una tempesta perfetta. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, parla di «bullismo istituzionale»; la neo Associazione nazionale magistrati lamentano «un’ingiustificata e gratuita aggressione mediatica» ai danni di Lo Voi «solo per aver rispettato il disposto della legge costituzionale in materia di reati ministeriali» e «stigmatizzano l’iniziativa dei consiglieri laici di centrodestra del Csm» contro Lo Voi aprendo un nuovo botta e risposta. I laici di centrodestra del Csm avevano chiesto l’apertura di un procedimento contro Lo Voi per incompatibilità ambientale e la trasmissione degli atti ai titolari dell’azione disciplinare: la pratica – è notizia di pochi giorni fa – è stata assegnata alla Prima commissione del Csm; viene chiesto di individuare «eventuali profili disciplinari, in relazione alle modalità e tempi» dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato, per favoreggiamento e altre ipotesi di reato, dei vertici di governo.

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IL CASO CAPUTI, LA PROCURA DI PERUGIA APRE INDAGINE SU OPERATO PM ROMA
Su Lo Voi pende anche un’altra richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale-funzionale, questa volta per valutare eventuali illeciti disciplinari, per il caso del documento dell’Aisi su Gaetano Caputi, capo di Gabinetto di Meloni. La richiesta è partita dai consiglieri laici di centrodestra del Csm, ma la pratica al momento non è ancora stata assegnata. La vicenda è intricata, vale la pena ricordarla per chi avesse perso il filo: leggendo il quotidiano Domani, Caputi si era imbattuto in alcuni articoli sul suo conto di particolare “sensibilità” e aveva presentato pertanto una denuncia alla procura di Roma, innescando l’apertura di un fascicolo a carico dei giornalisti che avevano firmato l’articolo. Indagando, la procura aveva scoperto che l’Aisi aveva acquisito informazioni su Caputi accedendo per tre volte alla banca dati Punto Fisco; quindi aveva chiesto spiegazioni al Dis ((Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, cuore pulsante dei servizi segreti italiani), ricevendo una risposta riservata dal suo direttore. Questo documento – e qui è il nodo della vicenda – è stato allegato dalla procura agli atti dell’inchiesta consegnati ai giornalisti indagati. E quei giornalisti hanno poi pubblicato l’informativa sul giornale in maniera integrale. Per il Dis, la procura non avrebbe dovuto allegare il documento rendendolo così pubblico: avendolo fatto, la procura, a parere del Dis, si è resa responsabile di una violazione della normativa sulla protezione di documenti riservati (il comma 8 dell’articolo 42 della legge speciale istitutiva dei servizi segreti).

Se questa contestazione lo dovrà stabilire la procura della Repubblica di Perugia che, sul caso Caputi, ha aperto un fascicolo di indagine a seguito di un esposto presentato dal Dis. Lo Voi, dal canto suo, ha respinto sin dal primo momento le accuse, spiegando che sin dal primo momento è stata correttamente applicata la legge generale a tutela del diritto di difesa con il deposito degli atti nella chiusura delle indagini a carico di alcuni giornalisti.
Nel groviglio di accuse a Lo Voi, c’è anche però chi tende una mano al procuratore di Roma. Lo scorso 7 febbraio, l’uscente consigliere indipendente Andrea Mirenda ha chiesto al Comitato di presidente del Csm una iniziativa a tutela di Lo Voi dopo le «gravi e sorprendenti affermazioni pubbliche» della premier Meloni, ritenute dal consigliere «inaccettabili» e con le quali il procuratore di Roma sarebbe stato «irriso».

mercoledì, 12 Febbraio 2025 – 20:24
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